Guardia di Finanza, operazione a Como e in altre città italiane contro il contrabbando di abiti griffati. Denunciati 3 cinesi

Como. E’ stata una segnalazione al numero di pubblica utilità “117” della Guardia di Finanza a far sì che i Baschi Verdi della Compagnia di Como, coordinati dalla locale Procura della Repubblica, eseguissero un’attività di polizia giudiziaria per il contrasto del fenomeno del contrabbando.

Operazione della GdF di contro i capi di abbigliamento contraffatti

Le Fiamme Gialle comasche hanno così scoperto l’importazione, sul territorio nazionale, di capi d’abbigliamento griffati del valore commerciale di circa un milione di euro in totale evasione dei dazi doganali, precedentemente acquistati da un cittadino di nazionalità cinese in un noto centro commerciale di Mendrisio (Svizzera).

Dagli appostamenti effettuati in prossimità dei valichi doganali di Brogeda e di Bizzarone è stato rilevato che il cinese, quotidianamente, si recava in Svizzera per acquistare diversi capi d’abbigliamento e accessori tra cui scarpe, borse, occhiali, cappotti, cinture, camicie, impermeabili, pantaloni, per poi rientrare in Italia senza dichiarare nulla in dogana, in completa evasione dei dazi e dell’IVA.

Per determinare il luogo di stoccaggio della merce, i militari lo hanno seguito fino alla propria abitazione di Legnano (Milano) al cui interno, a seguito di perquisizione domiciliare, venivano rinvenuti 300 capi d’abbigliamento ed accessori dei più noti marchi di moda internazionali del valore commerciale di circa 400 mila euro, acquistati nel 2018 e destinati a clienti residenti in Cina.

Tutta la merce è stata così sottoposta a sequestro in quanto oggetto di contrabbando, unitamente a varia documentazione contabile ed extracontabile.

L’analisi dei documenti fiscali e gli approfondimenti investigativi svolti dalla GdF hanno permesso di ampliare le contestazioni ad altri due cittadini asiatici implicati nell’illecita attività a forma d’impresa, dedita all’importazione illegale di capi griffati dal territorio elvetico, con successiva vendita degli stessi a connazionali residenti su tutto il territorio italiano e all’estero, attraverso i comuni servizi di spedizione nonché avvalendosi di compiacenti connazionali con visto turistico temporaneo, i quali effettuavano i viaggi di ritorno in patria portandosi i capi griffati in comuni valigie da viaggio, al fine di eludere i controlli in Dogana.

Il pagamento della merce da parte degli acquirenti avveniva tramite Alipay, una piattaforma di pagamento online, lanciata nel 2004 in Cina da “Alibaba Group”, famosa compagnia cinese attiva nel campo del commercio elettronico, che fornisce un “servizio di acconto di garanzia” mediante il quale il trasferimento del denaro avviene soltanto dopo il ricevimento della merce.

Le perquisizioni venivano successivamente estese presso le residenze ufficiali degli indagati, situate a Montebelluna (Treviso) e a Gambellara (Vicenza), durante le quali i Finanzieri hanno rinvenuto una documentazione fiscale inerente ulteriori acquisti di merce di contrabbando, per un valore di 600 mila euro, già a partire dall’anno 2017, tutti effettuati presso lo stesso centro commerciale di Mendrisio.

L’indagine dei Baschi Verdi di Como ha permesso così di ricostruire, per il 2017 e il 2018, acquisti di merce di contrabbando dal territorio elvetico per un valore di 1 milione di euro con l’evasione di 320 mila euro di diritti doganali ed ha consentito la conseguente denuncia, a piede libero, di tre extracomunitari per i reati di contrabbando aggravato ed auto-riciclaggio.

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