Guardia di Finanza: operazione “Cerbero”, intrecci affaristici illeciti tra amministratori pubblici e imprenditori. Agli arresti i vertici del Comune di S. Caterina Villarmosa (Caltanissetta)

Di Fabio Mattei e Michele Toschi

Caltanissetta. Una gestione della cosa pubblica attuata in maniera assolutamente personalistica ed in cui entravano a farne parte solo persone “gradite” con le quali, ovviamente, ottenere sostanziose disponibilità.

Operazione della GdF nissena. Arrestati amministratori locali del Comune di Santa Caterina Villarmosa

Questo è quanto scoperto nel corso di un’operazione congiunta tra Guardia di Finanza e Carabinieri di Caltanissetta, conclusasi con l’esecuzione di 16 misure cautelari disposte nei confronti del sindaco, del vice sindaco e di un assessore del Comune di Santa Caterina Villarmosa (Caltanissetta) nonché di altri soggetti tra dipendenti pubblici, imprenditori e professionisti, i quali si trovano ora indagati, a vario titolo, dei reati di associazione a delinquere, concussione, turbata libertà degli incanti, falso ideologico ed abuso d’ufficio.

L’operazione “Cerbero”, coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia (DDA) nissena, trae origine da un’analoga attività grazie alla quale erano emerse alcune infiltrazioni mafiose nel Comune di San Cataldo (Caltanissetta) e che, per di più, avevano messo in evidenza un legame di corruttela esistente tra funzionari pubblici ed imprenditori della zona.

Proprio il successivo esame delle documentazioni sequestrate nel corso di quell’operazione, peraltro affiancate da altre attività tecniche di polizia giudiziaria, hanno così consentito agli investigatori della GdF e dei CC di svelare un parallelo malaffare perpetrato negli uffici comunali del piccolo centro siciliano i quali, già lo scorso anno, erano stati oggetto di perquisizioni da parte dei militari unitamente alle abitazioni di alcuni indiziati, fornendo così agli inquirenti un quadro probatorio che nei mesi si è fatto sempre più nitido e che ora vede il sindaco di Santa Caterina Villarmosa al vertice di un intreccio affaristico tra professionisti, imprese ed amministratori comunali; in altre parole un “sistema” concussivo e corruttivo del quale, però, beneficiavano soltanto i fidati collaboratori del primo cittadino.

Il metodo politico-gestionale adottato dai responsabili in realtà era piuttosto semplice quanto smaccato nelle sue modalità, e prevedeva l’assegnazione degli appalti pubblici mediante il meccanismo dell’affidamento diretto/fiduciario (conosciuto anche come “sotto soglia”) in svariati casi adottato ricorrendo all’indebito frazionamento di medesimi lavori.

Il tal modo il sindaco, con la compiacenza di alcuni dipendenti comunali, è riuscito negli anni a “dirottare” a suo piacimento lavori pubblici per un ammontare di circa 7.500.000 euro, chiaramente in favore di imprese a lui gradite in cambio di favori d’ogni genere nonché di appoggi politici.

A dare l’idea di come lo stesso sindaco oggi finito agli arresti si comportasse alla stregua di un signore feudale, basti solo considerare come chi tra dipendenti comunali e amministratori pubblici si contrapponeva ai suoi diktat veniva in pratica costretto a dimettersi, oppure si ritrovava di fronte ad un demansionamento dell’incarico, mentre per chi non faceva troppe domande erano invece previste cospicue indennità di funzione.

In tutto ciò, chiaramente, entrava a far parte anche un fitto sottobosco di imprenditori e di professionisti compiacenti ansiosi di ottenere l’affidamento degli appalti comunali, che però venivano loro assegnati in spregio della vigente normativa.

Alla luce di tali evidenze, che hanno messo in luce responsabilità penali nette a carico degli indagati, il GIP del Tribunale di Caltanissetta ha così ordinato la misura degli arresti domiciliari nei confronti del sindaco, del vicesindaco e di un assessore.

Per tre funzionari comunali l’Autorità Giudiziaria inquirente ha invece disposto la misura cautelare della sospensione dall’esercizio di pubblico ufficio.

Analoghi provvedimenti (tra il divieto di esercitare attività imprenditoriale, di ricoprire uffici direttivi di persone giuridiche, divieto oppure obbligo di soggiorno nel comune di residenza e sospensione dall’esercizio della professione) sono stati invece applicati nei confronti di altri 10 indagati tra cui, come detto sopra, figurano imprenditori e professionisti.

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