Guardia di Finanza: scoperta in provincia di Napoli una vasta truffa sulle agevolazioni fiscali previste dal “SuperACE”, coinvolte ottocento imprese e sequestrati crediti per 117 milioni di euro

Di Alessandro Margottini               

NAPOLI. Un sequestro preventivo di crediti per oltre 117 milioni di euro che riguarda ben 800 imprese, è stato eseguito dai finanzieri del Comando Provinciale di Napoli – Gruppo di Frattamaggiore, al termine di una complessa attività investigativa coordinata dalla Procura della Repubblica partenopea che ha fatto luce sui crediti connessi alle agevolazioni previste dal c.d. “SuperACE” (acronimo di Aiuto alla Crescita Economica).

Si tratta di un beneficio previsto dalla Legge di Bilancio del 2020 e che va fiscalmente a premiare chi reinveste gli utili in azienda, incentivando in tal modo i processi di patrimonializzazione delle imprese con scarsa consistenza economica, prevedendo al riguardo un coefficiente di remunerazione incrementato al 15% nonché la fruizione di tale agevolazione anche sotto forma di conto cedibile a terzi.

L’attività d’indagine delle fiamme gialle, in particolare, è andata a rivolgersi verso una fascia di erogazione del credito inferiore o comunque prossima ai 150.000 euro, ciò in relazione ai più stringenti obblighi di certificazione imposti dal Codice Antimafia per le imprese che superino tale soglia e che vogliono fruire di tali erogazioni pubbliche.

Gli investigatori della GDF partenopea durante una riunione operativa

In ragione di quanto sopra esposto, gli investigatori sono dunque passati all’incrocio dei dati rilevati dai moduli compilati dalle società interessate a richiedere il credito in questione; dati che sono stati dunque confrontati con i valori riportati nei rispettivi bilanci di esercizio e nei propri quadri dichiarativi, ma che infine hanno fatto emergere una ben diversa realtà costituita da numerosissime imprese che avevano trasmesso false attestazioni all’Agenzia delle Entrate, nelle quali figuravano aumenti di capitale in realtà mai ottenuti.

Falsi che vanno peraltro ad assommarsi alla posizione di alcune persone fisiche (spesso gli stessi firmatari dei moduli in questione), nonché ai riferimenti temporali indicati i quali, in taluni casi, sono addirittura antecedenti alla data d’inizio dell’attività d’impresa. In estrema sintesi, una forte quanto diffusa presenza di condotte illecite.

Per gli investigatori della GDF sono 800 le posizioni irregolari rilevate nell’indagine e relative ad altrettante società riconducibili a 594 persone fisiche, di cui oltre la metà sono residenti in Campania.

Per i presunti responsabili la competente Autorità Giudiziaria ipotizza ora il reato di truffa aggravata ai danni dello Stato, conseguente proprio da dati fittizi attestati e inviati con l’evidente scopo di ottenere un credito che ha alimentato un vero e proprio “mercato nero” di crediti fiscali, da cedere poi ad imprese con maggior esposizione debitoria verso il Fisco.

La tempestiva azione condotta dai finanzieri e dalla Procura della Repubblica di Napoli nord ha dunque ostacolato una frode di rilevantissime proporzioni calcolata in oltre 117 milioni di euro nella sua fase iniziale, nonché interrotto la “catena” di cessioni creditizie che sarebbero susseguite.

Crediti che sono stati sequestrati anche nei confronti di terzi concessionari al fine di preservare la stessa agevolazione dagli abusi della criminalità economica, tutelandone la naturale destinazione in favore delle realtà imprenditoriali oneste che ne abbisognano.

Nel descritto contesto operativo che si rivolge alla tutela del bilancio dello Stato, va altresì rilevato come la sinergia attualmente esistente tra la Procura di Napoli nord ed i Reparti GDF alla sede, oltre che nel suo hinterland, dal 2022 ad oggi abbia già consentito di sottoporre a sequestro crediti fittizi per 1,6 miliardi di euro.

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