Guardia di Finanza: scoperta una grossa frode fiscale nel settore del commercio all’ingrosso di elettrodomestici. Implicate anche società europee e sequestrati beni per 4.600.000 euro

Di Massimo Giardinieri

NAPOLI. Ha un importo considerevole (oltre 4 milioni e 600 mila euro) il sequestro preventivo – finalizzato alla confisca – eseguito dai Finanzieri del Comando Provinciale di Napoli nei confronti di una società di Nola (NA), attiva nel settore del commercio all’ingrosso di elettrodomestici ed elettronica.

Il sequestro in parola, disposto proprio dal Tribunale nolano, giunge all’esito di una meticolosa attività d’indagine eseguita dai militari del locale Gruppo i quali – sotto il diretto coordinamento della Procura della Repubblica – sono riusciti ad accertare l’esistenza d’una consistente evasione fiscale realizzata attraverso il sistema conosciuto come “frode carosello”.

L’attività d’ufficio della Guardia di Finanza

Secondo gli investigatori della Guardia di Finanza, la compagine societaria oggetto dei loro controlli si sarebbe avvalsa dell’interposizione fittizia di più società “cartiere” (così definite perché esistenti solo sulla carta), grazie alle quali i responsabili, oltre a versare molte meno imposte, avrebbero artificiosamente creato crediti d’imposta del tutto illeciti.

La frode in questione si sarebbe infatti sviluppata mediante due distinti ed efficaci modus operandi, il primo basato sull’acquisto di beni in regime di IVA comunitaria (che poi venivano rivenduti all’interno del territorio nazionale a prezzi concorrenziali e con un indebito e illecito risparmio d’imposta), mentre il secondo prevedeva l’acquisto di detti beni da parte di aziende compiacenti site in vari Paesi dell’Unione europea.

In questo caso si trattava però di merce di scarsissimo valore commerciale (peraltro esitata prezzi elevatissimi) che veniva introdotta nel circuito fraudolento creato in Italia, salvo essere in un secondo momento nuovamente esportata verso altre società “fiancheggiatrici” europee così da creare fittizi crediti IVA in capo ad aziende italiane, e dunque un notevole credito con l’Erario.

Volanti della Guardia di Finanza durante l’operazione

Su tali “caroselli” gli investigatori delle Fiamme Gialle hanno però opposto chiari elementi di prova per i quali gli scambi di merci contabilizzati tramite un giro di fatture false, nella realtà, non sarebbero mai avvenuti, oppure avrebbero riguardato soggetti economici del tutto differenti rispetto a quelli che apparivano nei documenti fiscali.

A conclusione delle indagini sul tavolo degli inquirenti sono state dunque presentate cinque denunce nei confronti di altrettanti soggetti accusati per i reati di frode fiscale, dichiarazione fraudolenta, omessa dichiarazione nonché emissione e utilizzo di fatture false, anche se rimane senz’altro opportuno evidenziare come il connesso procedimento penale verta ancora nella fase delle indagini preliminari il che, per gli stessi indagati, implica il principio di non colpevolezza fin quanto non intervenga nei loro confronti una sentenza irrevocabile di condanna.

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