Di Aldo Noceti
Napoli. Sembra non volersi ancora fermare l’ormai lunga sequela di sequestri che, da che venti mesi a questa parte, vede la Guardia di Finanza fortemente impegnata in indagini ed operazioni volte al rintraccio ed al sequestro di dispositivi di protezione individuale (DPI) non conformi alla normativa europea e nazionale, e che dunque rischiano di vanificare le contromisure sanitarie adottate per contrastare la diffusione del Covid-19.
A balzare stavolta all’onore delle cronache è un sequestro da un milione e 390mila mascherine chirurgiche che i finanzieri del Comando Provinciale di Napoli, in collaborazione con i funzionari dell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli (ADM), hanno effettuato nel porto del capoluogo campano.

Un’immagine del sequestro
All’individuazione del carico dei DPI in questione, finanzieri e doganieri sono arrivati attraverso le continue analisi di rischio che vengono elaborate su rotte e merci connotate da un certo grado di pericolosità, e l’ingente stock in questione (valore di mercato superiore al 1.000.000 di euro) era di provenienza cinese con destinazione finale una società con sede operativa a San Giuseppe Vesuviano (Napoli).
Procedendo così alle previste attività di riscontro doganale, oltre a riscontrare la regolarità dei documenti di scorta, gli operatori dell’ADM e della GDF hanno altresì provveduto a raccogliere una campionatura delle suddette mascherine che hanno sottoposto ad idonei esami presso il Laboratorio Chimico delle Dogane, ed i conseguenti risultati hanno confermato come gli stessi DPI non possedessero i requisiti previsti per tali dispositivi medici classificati come di “Tipo I”.
L’intera spedizione, che se immessa sul mercato avrebbe consentito introiti per la somma sopra indicata, è stata così sottoposta a sequestro, mentre il rappresentante legale della società a cui le mascherine stesse erano destinate è stato denunciato alla locale Procura della Repubblica per i reati di falsità ideologica commessa da privato in atto pubblico, vendita di prodotti industriali con segni mendaci e contrabbando.
L’attività di scrupolosissimo monitoraggio che la Guardia di Finanza sta operando sugli spazi e sulle zone di confine doganale con l’indispensabile supporto dell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli (nonché con tutte le altre Forze di Polizia su tutto il restante territorio nazionale) continuerà senza riserve, a maggior ragione in questo difficile momento storico dove il Paese si sta producendo in ogni possibile sforzo per uscire dall’emergenza pandemica.
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