Di Fabio Mattei
Ancona. Quello della valigeria è senza dubbio uno dei tanti settori che rappresentano l’eccellenza della manifattura italiana, e questa è una particolarità che non poteva sfuggire ai grandi manager orientali del falso i quali, tra la miriade di prodotti contraffatti da loro realizzati, non si sono fatti sfuggire l’opportunità d’invadere il mercato con valigie e trolley falsamente attestati come “Made in Italy”.
È questa la natura del servizio portato a termine dai finanzieri del Comando Provinciale di Ancona e dal personale dell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli i quali, nell’arco di soli tre mesi, hanno individuato nel porto dorico circa 95.000 valigie in poliestere di provenienza cinese ma con etichette che falsamente ne attestavano la fabbricazione in Italia.
A finire nel mirino delle fiamme gialle e dei doganieri anconetani è stata un’azienda di Ascoli Piceno, destinataria della merce, che i militari avevano precedentemente individuato in base ad alcune risultanze emerse dalle c.d. “analisi di rischio” ogni giorno compiute unitamente al personale della Dogana sui containers, sui veicoli nonché sulle persone che transitano nell’ampia zona di vigilanza loro affidata.
Le valigie sottoposte a sequestro (il cui valore commerciale è stimato in non meno di 3.000.000 di euro), erano già pronte per la commercializzazione che sarebbe avvenuta su tutto il territorio nazionale. Come accennato sopra, ciascuna di queste valigie recava l’etichetta “Made in Italy”, e come indicazione di produzione lo stesso stabilimento ascolano dove invece arrivavano già completamente fabbricate.
In altre parole, le classiche indicazioni mendaci che avrebbero indotto in errore i consumatori convinti di aver acquistato un prodotto italiano di qualità.
L’importazione di prodotti recanti indicazioni false o comunque ingannevoli, infatti, costituisce una precisa violazione alla legge 350/2003, nata proprio per tutelare le produzioni ed i marchi nazionali dalla tracotante concorrenza generata delle organizzazioni criminali che si arricchiscono con il mercato del falso creando danni incalcolabili all’economia legale; per tale motivo è così scattata una denuncia a piede libero nei confronti del legale rappresentante della società alla quale le valigie d’importazione cinese erano destinate.

Controlli dognali
Su disposizione dell’Autorità Giudiziaria, che ha dissequestrato una parte del carico, lo stesso titolare dell’azienda ascolana ha intanto provveduto ad adeguare l’etichettatura delle merci ricevute dai suoi scaltri fornitori orientali.
La Guardia di Finanza raccomanda ai consumatori di prestare sempre la dovuta attenzione verso prodotti spacciati come di “fabbricazione italiana”, ma che poi vengono proposti a prezzi troppo bassi in rapporto a quello che dovrebbe essere il loro reale valore.
Quel che potrebbe sembrare un buon affare, infatti, potrebbe presto rilevarsi come il più sbagliato degli acquisti che – oltre a crearci delle difficoltà di ordine pratico ed anche di sicurezza – contribuisce senz’altro a danneggiare le aziende nonché le maestranze italiane che lavorano nel rispetto delle regole, ma che si trovano ed essere già pesantemente colpite da una grave crisi economica peraltro acuita dall’emergenza sanitaria che per mesi ne ha paralizzato le produzioni.
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