Di Fabio Mattei e Michele Toschi
Frosinone. Nella vasta offerta dall’industria del falso si può trovare davvero di tutto, anche centraline elettroniche per auto il cui prezzo arriva a malapena ad un decimo rispetto a quello originale.

Operazione della Gdf contro la contraffazione dei pezzi di ricambio per auto
Questo è quel che hanno scoperto i Finanzieri del Comando Provinciale di Frosinone – Tenenza di Arce, smascherando le condotte illecite perpetrate da un’azienda della zona nonché denunciando 29 persone.
La particolare indagine, che le Fiamme Gialle frusinati hanno condotto con l’ausilio di personale specializzato del Corpo dotato di qualifica “Computer Forensics Data Analysis”, ha interessato un’azienda di Ceprano (Frosinone) all’interno della quale i militari hanno ispezionato i contenuti digitali presenti nei computer aziendali, scoprendo nelle memorie elettroniche una serie di attività illecite come la commercializzazione, l’acquisto e la cessione di prodotti contraffatti che, nel caso specifico, erano costituite da centraline nonché da altri componenti elettronici per automobili.
Secondo quanto dimostrato dai Finanzieri la società controllata, attraverso Web store collegati a soggetti di nazionalità cinese, acquistava programmatori seriali di queste centraline elettriche, modificandone i software ed i firmware allo scopo di eludere i sistemi di protezione apposti dal produttore ufficiale.
In tal modo, una volta riprodotti, questi complessi congegni potevano così essere rivenduti in tutto il territorio nazionale presso soggetti che operano nel settore (negozi di autoricambi, officine di autoriparazione ecc.) a prezzi però notevolmente inferiori rispetto a quelli correnti.
A titolo di esempio, una di queste “centraline-fake” aveva un costo medio di 300 euro contro i 3 mila richiesti per uno stesso pezzo della Casa produttrice ufficiale.
La circostanza fa dunque ritenere che i numerosi acquirenti italiani di queste centraline riprodotte fossero soggetti economici che operano nel settore automobilistico, dunque perfettamente in grado di comprendere come dietro una tale differenza di costo ci fosse qualcosa di quantomeno poco chiaro.
Da notare, inoltre come, parallelamente agli accertamenti di natura informatica, i militari della Guardia di Finanza abbiano altresì proceduto a diversi accertamenti bancari, all’esito dei quali sono affiorate numerose transazioni attestanti pagamenti eseguiti dalla società oggetto delle indagini a beneficio di soggetti cinesi, ma anche l’utilizzo di terze persone fatte interporre tra le citate operazioni bancarie con il chiaro scopo di ostacolare l’identificazione nonché l’origine delle stesse transazioni.
La GdF ricorda come la contraffazione – in ogni sua forma – oltre a mettere in commercio prodotti non sicuri e dunque potenzialmente pericolosi (come i ricambi automobilistici) continuamente sottrae ingenti risorse economiche alle aziende ufficiali che quegli stessi prodotti li hanno creati e realizzati, dopo uno studio progettistico ed uno sforzo produttivo dietro il quale ci sono notevoli investimenti nonché il lavoro delle loro maestranze, oggi più che mai minacciati da questa insidiosa fenomenologia criminale che ormai aggredisce ogni settore industriale.
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