Washington. I resti di 55 militari americani morti nel corso della Guerra di Corea degli anni ’50 sono stati trasportati, oggi, da un aereo della Air Force della US Army da Wonsan, città costiera nella parte orientale della Corea del Nord fino alla base militare degli Stati Uniti ad Osan, a circa 70 chilometri a sud di Seoul, capitale della Corea del Sud.
Diverse scatole di legno, coperte con la bandiera delle Nazioni Unite, sono stati rimosse per essere ispezionate a conferma se si tratti di soldati statunitensi dispersi in azione o di prigionieri di guerra.
Da Washington non sono state date altre informazioni sul numero preciso dei resti che sono stati consegnati, ma secondo l’Agenzia di stampa sud coreana Yonhap sarebbero appunto di 55 persone.
Si conta in diverse migliaia il numero dei militari statunitensi che hanno partecipato alla guerra di Corea ed i cui corpi non sono stati ancora ritrovati.
La stragrande maggioranza, circa 5.300 persone, morì sul suolo nord coreano. La Casa Bianca ha annunciato che una cerimonia formale di rimpatrio si terrà mercoledì prossimo nella stessa base aerea di Osan. Successivamente, i resti saranno inviati ad un laboratorio forense alle Hawaii, dove saranno esaminati in un processo di identificazione che potrebbe durare mesi.
Il rimpatrio di questi resti fa parte dell’impegno che Kim Jong-un stesso ha negoziato con Donald Trump al suo storico summit a giugno, a Singapore.
Il testo dell’accordo non riporta in dettaglio un vero e proprio calendario, ma parla di rimpatrio “immediato” di coloro che sono già stati identificati. Da allora ci sono stati diversi incontri bilaterali tra alti ufficiali dei due Paesi per formalizzare una prima consegna dei resti.. L’Esercito americano aveva immagazzinato per settimane le casse di legno nella zona di sicurezza congiunta del villaggio di Panmunjom, situato nella zona demilitarizzata che funge da confine terrestre tra le due Coree, in attesa dell’approvazione immediata da parte della Corea del Nord.
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