Guerra russo-ucraina: accuse reciproche tra Mosca e Kiev sui corridoi umanitari

Kiev. Nelle ultimi giorni vi sarebbero state diverse accuse reciproche tra russi e ucraini riguardo all’effettiva apertura dei corridoi umanitari.
Da parte russa il generale Mikhail Mizintsev, capo del Centro di controllo della difesa nazionale russa, sostiene che nonostante le proposte russe, Kiev si sarebbe rifiutata di aprire corridoi umanitari a Kharkiv e Sumy.
In particolare egli ha affermato che “I radicali di Kiev, invece di assistere al ritiro dei cittadini dalle aree delle ostilità, starebbero facendo del loro meglio per impedire l’evacuazione della popolazione civile in luoghi sicuri”.
Secondo il militare, i “nazisti” (termine evidentemente molto in voga a Mosca) minaccerebbero i civili di ritorsioni fisiche, mentre sarebbe stato introdotto il coprifuoco ovunque e le uscite dagli insediamenti sarebbero minate.
Il generale ha poi aggiunto che “Nella città di Sumy un gruppo di studenti pakistani che contava fino a 20 persone è stato picchiato dai nazionalisti dei battaglioni di difesa territoriale mentre cercava di recarsi autonomamente al posto di blocco di Sudzha ed è stato costretto a tornare nel proprio ostello”.
Le sue parole farebbero eco a quelle pronunciate lo scorso 3 marzo dallo stesso Vladimir Putin, secondo il quale i nazionalisti ucraini terrebbero in ostaggio migliaia di studenti.
Di tutt’altro avviso sono, ovviamente, le dichiarazioni del Ministero degli Affari Esteri ucraino, che chiede alla Comunità Internazionale di sollecitare Mosca affinché ordini alle proprie truppe di cessare il fuoco e aprire i suddetti corridoi umanitari per l’evacuazione dei residenti di Mariupol e Volnovakha.

In particolare, secondo il Ministero “i bombardamenti in corso rendono impossibile l’apertura di corridoi umanitari per l’evacuazione in sicurezza dei civili e la consegna di cibo e medicinali. Le accuse del Ministero della Difesa della Federazione Russa secondo cui sarebbero le autorità ucraine a ostacolare la partenza dei residenti delle città assediate non sono vere e costituiscono disinformazione per giustificare le azioni criminali delle forze armate russe”.

Da parte ucraina si fa inoltre notare come i russi ignorino gli appelli delle organizzazioni umanitarie internazionali, in particolare quelli del Comitato internazionale della Croce Rossa, a cessare il fuoco per creare condizioni sicure per la partenza di civili e feriti.

Le azioni della Russia costituirebbero, inoltre, una grave violazione delle Convenzioni di Ginevra e sarebbero classificabili come crimini di guerra secondo lo Statuto di Roma.

Il Ministero ha quindi richiesto alla comunità internazionale – Stati e organizzazioni internazionali – “di condannare immediatamente le gravi violazioni da parte russa degli accordi sull’apertura di corridoi umanitari” e a Mosca “di ordinare alle proprie truppe di cessare il fuoco”. “L’Ucraina, insieme alle organizzazioni umanitarie coinvolte, -continua la nota- è pronta ad evacuare la popolazione civile non appena si creeranno condizioni di sicurezza”.

In precedenza, l’evacuazione della popolazione civile di Mariupol e Volnovakha era stata posticipata a causa dei bombardamenti nemici.

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