Di Pierpaolo Piras
Parigi. Con i suoi dipartimenti e collettività d’oltremare, la Francia è una nazione a sé stante nell’Indo-Pacifico.
Durante le sue visite in Nuova Caledonia (maggio 2018) e Réunion (ottobre 2019), il Presidente della Repubblica francese, Emanuel Macron, ha sottolineato il ruolo essenziale che questi territori ricoprono nella strategia francese, attraverso gli stretti rapporti di cooperazione economica e sociale che attualmente detengono con la madrepatria.
Lo Stato francese è l’unico componente della Unione Europea in possesso di territori nella vastissima regione dell’Indo-Pacifico: i dipartimenti di Réunion e Mayotte, le comunità isolane della Nuova Caledonia e della Polinesia francese, il territorio di Wallis e Futuna, il territori australi e antartici francesi delle “Terres australes et antarctiques françaises (TAAF).
Questi territori si articolano , anche amministrativamente, in cinque distretti geografici.
Tre di questi sono subantartici e situati geograficamente nel meridione dell’oceano Indiano (isole Saint-Paul e Nuova Amsterdam, Crozet e Kerguelen); il quarto è rappresentato da una piccola fascia di territorio antartico (la Terra Adelia) sulla quale è ancora in discussione il totale riconoscimento della piena sovranità francese; mentre il quinto è composto da alcuni isolotti disposti nel canale del Mozambico (le isole Sparse).
Nell’ambito dell’accordo di Nouméa del 1998, il futuro della Nuova Caledonia sarà determinato da una terza consultazione referendaria sulla questione dell’indipendenza, che si terrà il 12 dicembre 2021.
Tutti questi territori rappresentano una popolazione di 1,65 milioni di abitanti (più di un milione per i due dipartimenti dell’Oceano Indiano).
Questa presenza in entrambi gli oceani conferisce e rende la Francia la seconda più grande zona economica esclusiva (ZEE) del mondo (10,2 milioni di km2), con circa due terzi della ZEE francese situata nel Pacifico, principalmente intorno alla Polinesia francese.
La Francia è l’unica potenza dell’Unione Europea attivamente presente nell’area anche con mezzi militari pre-posizionati e permanenti (FAZSOI a Reunion, FANC in Nuova Caledonia e FAPF nella Polinesia francese).
La protezione dei suoi spazi nazionali e sovrani, in particolare delle ZEE, è una delle missioni centrali della strategia di sicurezza e di difesa della Francia nell’Indo-Pacifico.
L’ attuazione della strategia francese relativamente al mantenimento degli obiettivi di sicurezza nell’Indopacifico mira a risolvere le preoccupazioni e soddisfare le esigenze dei territori citati.
In questa prospettiva, le priorità nella politica estera di Parigi in quest’area sono rappresentate da:
– gli aiuti per potenziare gli scambi economici e educativi con i paesi della zona;
– lo sviluppo dell’attrattività e del potenziale di innovazione di questi territori, in particolare nel campo dell’economia marittima, delle nuove forme di energia e delle più evolute tecnologie digitali;
– la cooperazione regionale nella lotta ai cambiamenti climatici, nella tutela della biodiversità dei territori e nella gestione sostenibile delle consistenti risorse marine.
L’importanza dei territori francesi nella strategia indo-pacifica si basa su:
– la loro posizione strategica, l’importanza del loro dominio marittimo che quest’ultima consente e le risorse economiche in essa contenute, comprese le riserve ittiche e le risorse minerarie.
I territori francesi hanno il potenziale per diventare “vetrine” dell’economia “blu” nel loro ambiente regionale;
Le isole di Reunion e Mayotte stanno al centro delle questioni dello sviluppo sostenibile.
L’isola di Reunion, a causa della sua eccezionale geografia e biodiversità, è ben nota a livello globale. E’ un luogo privilegiato per la biodiversità marina e non e il 60% del suo territorio è classificato come patrimonio naturale dell’UNESCO.
Qui, lo sviluppo sostenibile è sulla buona strada della economia verde: il 35% della sua elettricità proviene da energie rinnovabili. L’economia blu deve diventare uno dei motori della crescita dell’isola (grandi porti marittimi, collegamenti marittimi in entrata e in uscita).
Mayotte
Situata a metà strada tra la costa africana e il Madagascar, all’ingresso del Canale del Mozambico, è circondata da una cintura corallina che la rende una delle più grandi lagune del mondo. Perfettamente adattata allo sviluppo dell’acquacoltura, la laguna ospita anche alcune specie vulnerabili, come le tartarughe marine. Cinque aree protette fanno parte del Parco Naturale Marino di Mayotte.
Biodiversità, sviluppo sostenibile e transizione energetica, accesso alla ricerca e all’innovazione, investimenti nelle tecnologie sono le strade del futuro.
La Nuova Caledonia
In Nuova Caledonia, la rete dei protagonisti della ricerca francese è molto ampia, con l’istituzione dell’ “Institut de recherche pour le développement (IRD)”, il prestigioso ‘”Institut Pasteur” e molti altri consorzi, francesi e caledoniani, nonché un’università.
La flotta oceanografica francese percorre periodicamente il Pacifico con la sua nave Alis, arricchendo ogni anno le conoscenze della biodiversità e dei cambiamenti climatici nella regione.
La cultura oceaniana e l’attaccamento del territorio alla sua biodiversità sono al centro della politica di influenza regionale della Nuova Caledonia, specie a seguito delle nuove sensibilità emerse con le mutazioni climatiche.
Al di là del suo status di territorio con significative risorse strategiche di nichel, la Nuova Caledonia mira a diventare una sorta di centro marittimo (hub) ed essere un pioniere nel miglioramento e nell’utilizzo sostenibile del suo ambiente marino.
Le risorse energetiche rinnovabili della Nuova Caledonia sono anche una vera risorsa da sviluppare per l’arcipelago al fine di diventare un innovatore in questo campo nella regione.
Il territorio sostiene anche l’innovazione in tutti i settori e ha una rete di aziende ambiziose che aspirano a brillare grazie alle loro competenze specifiche e innovative.
Alcune aziende in questo campo hanno recentemente beneficiato di un marchio di qualità in campo tecnologico.
Ha suscitato grande plauso il progetto hi-tech di sviluppo di una rete di sentinelle mobili sottomarine, chiamate “Rémoras”, per effettuare analisi della qualità fisico-chimica e biologiche delle acque marine nell’ambito del più ampio monitoraggio ambientale.
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