Immigrazione, il Costa Rica meta ambita per i nicaraguensi. Anche se i dati economici non sono rosei

Tegucigalpa. Destinazione Costa Rica. Per i migranti centro-americani andare a lavorare in questo Paese è come compiere una sorta di “american dream” in salsa latina.

Si rafforza l’immigrazione in Costa Rica

Stiamo parlando dell’unico Paese dell’area che ha sviluppato una fiorente industria di componenti elettronici, attraendo moltissima forza lavoro dal Nicaragua. Molti operai così sui sono trasferite nelle aree rurali, prima abitate dai costaricani, andando a lavorare nella piccola industria e nelle aziende che si occupano di servizi.

Ma la Costa Rica è una meta lavorativa amata anche dai colombiani. Meno dai panamensi che, grazie al Canale. hanno più opportunità di occupazione.

Ma non è tutto oro quel che riluce. Basta leggere alcuni dati economici. La disoccupazione che nel 2007 era sotto il 5%, le 2016 era di circa il 9%. Il debito pubblico nel 2008 ha registrato un minimo del 24%; chiuso con quasi il 50% ed il deficit di bilancio, nel 2017, era al 6%. Ma questo non preoccupa i migranti che anzi continuano a raggiungere l’agognata meta.

Nel 2008, la Costa Rica ha superato gli Stati Uniti nel numero di residenze permanenti concesse ai nicaraguensi, e questo è avvenuto da allora, con una differenza crescente, secondo un rapporto sulle migrazioni dell’OAS (Organizzazione degli Stati americani). Il record risaliva al 2013, quando 14.779 nicaraguensi ottennero questo status in Costa Rica, più della metà di tutte le autorizzazioni straniere, rispetto a 3.046 negli Stati Uniti.

Migranti in attesa

Un ritmo che ha avvicinato il numero degli immigrati nicaraguensi che vivono in entrambi i Paesi. Secondo gli  ultimi dati ufficiali disponibili si tratta di 405.601 nicaraguensi registrati negli Usa . nel 2012. Mentre quelli con residenza permanente nel suolo costaricano è di  264.288 (nel 2013 erano 281.560, secondo la Direzione Generale dell’Immigrazione) In un Paese che non raggiunge i 5 milioni di abitanti.

E’ il fiume Coco che separa l’Honduras e il Nicaragua, attraversando l’istmo centroamericano quasi da Oceano ad Oceano, ad essere la grande linea di migrazione dell’America latina.

Il Nicaragua, colpito negli anni ’80 dai conflitti di guerriglia e dalla guerra civile che anche il Guatemala e il Salvador hanno subito, ha poi vissuto, insieme a questi Paesi, la lunga marcia di molti cittadini negli Stati Uniti. I conflitti interni e le catastrofi naturali nella regione hanno portato gli Usa ad applicare, negli anni ’90 uno statuto speciale di protezione per molti centro americani arrivati ​​illegalmente. Alla fine del 2017, l’amministrazione Trump ha annunciato la fine di questi programmi e quindi centinaia di migliaia di persone dovranno tornare nei loro Paesi di origine.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Autore