Incendi sul Vesuvio, l’intervento dell’Esercito come effetto deterrenza alle azioni dei piromani

Napoli. A leggere la mappa satellitare che la Protezione civile ha predisposto per illustrare i numerosi roghi scoppiati il 2 luglio e durati fino al 17 luglio può far venire il sospetto che qualche mano criminale abbia deciso di distruggere,  non solo i circa 2000 ettari di bosco (600 ettari solo nella riserva naturale) ma anche un’economia che vive di Vesuvio. Vive di turisti, italiani o stranieri che siano. Dà posti di lavoro, muove il Pil di una regione, come quella campana dove le opportunità di occupazione sono sempre molto scarse. Fortunatamente si è salvata la quasi totalità dei campi coltivati.

La Prefettura di Napoli dopo i primi roghi ha deciso di inviare i militari che al comando del 4° Reggimento Carri di Persano (Salerno) hanno attivato un dispositivo di controllo del territorio, 24 ore su 24, 7 giorni su 7. Le pattuglie si muovono nelle aree di loro pertinenza, vigilando affinché altri mani di piromani non provino ad incendiare di nuovo.

Militari di pattuglia nei boschi

Il Reggimento, agli ordini del colonnello Salvatore Alessandro Sarcià, comanda il Comando Raggruppamento Campania per l’Operazione “Strade Sicure” e “Terra dei fuochi”. Il reparto è impegnato dal 2015 in un continuum, operativo tra missioni all’estero ed operazioni di Homeland Security sul territorio nazionale.

Sono impiegati circa un centinaio di militari appartenenti alla Brigata Garibaldi e della Brigata Meccanizzata Pinerolo.

Le azioni dei piromani sono iniziate il 5 luglio tra Ercolano e San Sebastiano al Vesuvio ed Ercolano e dal quel momento i roghi hanno preso tutto la montagna, incenerendo boschi, lambendo ristoranti, alberghi, qualche abitazione (alcune sono state evacuate a scopo precauzionale), l’Osservatorio Vesuviano dell’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia-sezione di Napoli. Molti animali domestici sono rimasti uccisi, altri sono stati messi in salvo.

Un bosco incendiato

“Il 5 luglio – ricorda il maggiore Carlo Bianchi, comandante del 2° Gruppo Tattico dell’Operazione Strade Sicure e Terra dei Fuochi del Raggruppamento Campania – l’Esercito era già presente nel comune di Ercolano con quattro pattuglie, dopo la rimodulazione del prefetto di Napoli del piano di pattugliamento sul Vesuvio”.

I militari sono così intervenuti subito per aiutare i turisti che, in quei momenti, percorrevano gli itinerari nel Parco del Vesuvio. Hanno garantito la viabilità ai mezzi di soccorso e coadiuvando le varie squadre dei Vigili del Fuoco e della Protezione civile che erano impegnati nello spegnimento dei roghi.

Sembrava di rivivere un film come “Gli ultimi giorni di Pompei”. Ma, fortunatamente, senza il terremoto.

Salire sul cono del Vesuvio e vedere dall’alto il danno che le fiamme hanno provocato francamente fa molta rabbia. La stessa rabbia che hanno provato gli imprenditori del turismo locale, costretti a fermare le attività, mettere in libertà i propri dipendenti ed aspettare il via libera per tornare al lavoro. Ma una volta che si potrà ripartire non sarà certo come prima. Vista la situazione mancheranno, sicuramente, i torpedoni dei visitatori, degli appassionati delle passeggiate su un vulcano meraviglioso.

Un incendio visto dal Vesuvio

Insomma, il colore nero della vegetazione bruciata, l’odore acre del fumo che ancora si respira testimoniano quello che non potrà più essere come prima. Intanto, sono in corso lavori di manutenzione per mettere in sicurezza la montagna, pulendo le cunette, ed il sottobosco. Se queste azioni fossero state fatte prima, sicuramente non si sarebbero registrati tanti danni. Da parte loro i Carabinieri forestali lasciano, sulla montagna, cibo per gli animali.

Operai al lavoro per pulire le cunette in montagna

Da quando l’Esercito ha iniziato a pattugliare il Vesuvio non si sono registrati altri roghi, se non dovuti a precedenti incendi.

Ancora una volta viene evidenziato come l’impiego della Forza Armata a fianco delle Forze di Polizia e dei Corpi militari dello Stato, della Protezione civile, dei Vigili del Fuoco stia dando i suoi frutti. I cittadini collaborano strettamente con i soldati, sentendoli molto vicini, sia nel momento del pronto intervento che dopo, quando le pattuglie girano per le strade dei comuni.

 

 

 

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