Di Valeria Fraquelli
Roma. L’incontro nel vertice bilaterale a Roma tra il Presidente francese, Emmanuel Macron ed il capo del Governo italiano, Paolo Gentiloni sembra avere di fatto superato le divergenze di qualche mese che avevano visto i due Paesi schierati su fronti opposti per quanto riguarda la questione libica e la nazionalizzazione dei cantieri navali di Saint Nazaire.
Sembrava che l’amicizia tra i due Paesi si fosse un po’ deteriorata ma il vertice bilaterale di ieri è stato come un nuovo inizio per le relazioni italo-francesi.
Macron si è detto entusiasta di lavorare insieme a Gentiloni per costruire una nuova Europa, migliore e più unita, in cui il rapporto tra Italia e Francia rimanga sempre molto solido e porti i due Paesi ad essere guide ed esempi da imitare per gli altri Stati membri. Macron è anche consapevole che tra due mesi in Italia ci saranno le elezioni politiche, il cui esito è più che mai incerto e teme una eventuale vittoria di movimenti e partiti politici euroscettici, in particolare il Movimento 5 Stelle.
Francia e Italia sono Paesi che solo rimanendo uniti e collaborando sulle questioni più importanti possono fare diventare grande tutta l’Europa, non devono esserci partiti o movimenti che puntino all’isolamento perché un Paese isolato danneggia tutti, e in primis se stesso, ha fatto capire Macron nella conferenza stampa alla fine delle colazione di lavoro. “L’Europa intera ha bisogno che l’Italia creda nel progetto comunitario ed io spero che continuerà così”, ha sottolineato il leader francese.

I due leader insieme si stringono la mano dopo il vertice.
La Francia vuole aiutare l’Italia anche per quanto riguarda la questione migratoria, in particolare la riforma del sistema di Dublino, ed ha elogiato gli sforzi che il nostro Paese compie ogni giorno per accogliere nel modo migliore possibile migliaia di persone in fuga da guerre, fame e carestie.
Il tema immigrazione era già stato al centro delle discussioni del “MED 7” , il Forum del Paesi che si affacciano sul Mediterraneo, un gruppo composto da capi di Stato e di Governo provenienti da sette Paesi dell’Europa meridionale, Portogallo, Spagna, Francia, Italia, Malta, Cipro e Grecia, riuniti a Roma per una cena di lavoro.
Tutti i rappresentanti di questi Stati erano stati concordi nell’affermare che il sistema di Dublino, che prevede che i migranti possano chiedere asilo solamente nel Paese di primo approdo, sia ormai obsoleto ed antiquato e non adatto a fare fronte ad una ondata migratoria tanto vasta come quella degli ultimi anni.
Sembra ormai tracciato il percorso che dovrebbe portare ad un vero e proprio “ Trattato del Quirinale” tra Italia e Francia ,segno di una rinnovata amicizia tra i due Paesi in grado forse di rendere la costruzione comunitaria più solida e si spera più efficiente. Ancora non è chiaro come si porrà il nuovo patto nei confronti di quell’alleanza franco- tedesca che è stata per anni alla guida dell’intera Europa.
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