Somaliland, uno “Stato nel limbo” dove gli Emirati Arabi Uniti ed Etiopia stanno investendo milioni di euro

Hargesia (Somaliland). Ufficialmente in Africa ci sono 54 Paesi con altrettante capitali. Ad essi si aggiunge, solo per ragioni storiche, la Repubblica Araba Democratica del Saharaui (RASD) più conosciuta come Sahara Occidentale con, a sua volta, una capitale: El Aaiun che forma una sorta di 55° Stato.

Il Somaliland uno “Stato nel limbo”

Ma è la vecchia storia del Somaliland che va raccontata. Il Somaliland si autoproclamò indipendente nel 1991, fissando la capitale ad Hargheisa. Fino al 1960 fu un protettorato britannico. Nel 1991 iniziò la guerra civile somala: Erano i tempi della dittatura di Mohamed Siad Barre. Ed il Somaliland si ribellò dichiarandosi indipendente, staccandosi dal sanguinario dittatore e dalle sue Forze Armate.

Oggi, il Somaliland si presenta al consesso internazionale come uno “Stato nel limbo”. Si sostiene che sia molto sicuro, visto che il 70% del suo budget viene proprio investito in sicurezza.

Una manifestazione di abitanti del Somaliland

Lo scorso 13 novembre, i circa 4 milioni di abitanti – ricordiamo che lo “Stato” non è riconosciuto internazionalmente – hanno eletto un ex pilota militare ed ex comandante ribelle, Musa Bihi Abdi, come loro Presidente. Si tratta del terzo Presidente dal 1991. Inoltre è la sesta volta consecutiva dal 2003 che vengono celebrate elezioni con vari partiti in lizza.

Finanziate in parte dall’Unione Europea ed in parte della Gran Bretagna, con la supervisione di osservatori internazionali, le elezioni sono state considerate un esempio di democrazia in un’area dove il contesto politico è sempre conflittuale. Novità si sono registrate nelle modalità di voto, con l’utilizzo di nuove tecnologie.

Seppure, come detto, il Somaliland non sia riconosciuto come Stato, di fatto esso si muove come se lo fosse veramente. Si è dotato così di un Esercito, di una moneta, di un Governo. Si sta muovendo anche nel campo dei diritti umani, tanto da promulgare una legge contro la violenza sessuale che prevede 30 anni di carcere. Il settimanale The Economist (https://www.economist.com)  lo ha ha definito come “la democrazia più forte dell’Africa orientale”.

Ma a guadagnarci finora è stata solo la Somalia. Un Paese devastato dalla guerra civile, lontano fisicamente e culturalmente dal Somaliland. Infatti, le Agenzie internazionali continuano ad appoggiarla, mentre nel Somaliland si è creato una sorta di contratto sociale tra Governo e cittadini con una “Camera Alta”, formata da anziani appartenenti ai vari clan, che garantiscono l’amministrazione pubblica.

Ma qualcosa di positivo si muove. La Banca Mondiale ha fornito un dato: il 90% del Prodotto interno lordo del Somaliland proviene da investimenti privati. Su questo Stato non Stato ci hanno posto i riflettori gli Emirati Arabi Uniti che hanno capito come il Somaliland sia importante a livello geostrategico. E perciò hanno deciso di investire 366 milioni di euro per modernizzare il porto di Berbera. Ed hanno anche pianificato di costruire una base militare ed un aeroporto.

Non solo, gli stessi Emirati intendono creare una Zona di libero commercio internazionale per trasformare Berbera in un centro logistico multi milionario nel Corno d’Africa. Stiamo parlando di un investimento di 166 milioni per sviluppare un collegamento tra il porto e la frontiera con l’Etiopia. Nell’affare entra anche la stessa Etiopia perchè non avendo accesso diretto al Mar Rosso ha capito che investire nel Somaliland è conveniente. Così finanzierà il 19% del progetto. Il tutto per sganciarsi dalla dipendenza via Gibuti per l’esportazioni che finora hanno monopolizzato il 95% il traffico marittimo etiope.

 

Il Porto di Berbera

Un colpo mortale per Gibuti ma importante per il Somaliland che punta ad entrare nel consesso internazionale dalla porta principale per svilupparsi sempre più e dare speranze di vita migliori alla popolazione, dove il 70% ha meno di 30 anni, si muore entro i 50 anni, c’è un basso tasso di alfabetizzazione, il sistema sanitario è debole.

Senza però il visto sul passaporto della politica internazionale, il Somaliland sarà sempre uno “Stato nel limbo”.

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