Incontro Trump-Juncker, pace fatta sui dazi? Sul tavolo resta il valore della trattativa ed i rapporti interni in UE ed in USA

Di Pierpaolo Piras

Washington. Donald Trump, Presidente USA, ieri, si incontrato con Jean-Claude Juncker, presidente della Commissione europea, nel “Rose Garden” della Casa Bianca a Washington. Fin dalle prime battute sono apparsi i passi indietro di quella che si prospettava come una guerra commerciale, per molti aspetti irrazionale e controproducente, per le grandi economie americana ed europea.

Juncker, Trump e Tusk al vertice di Washington

Non sono mancate importanti dichiarazioni ottimistiche. Trump ha detto. “Abbiamo avuto un grande giorno, molto grande. Questo è stato un grande giorno per il commercio libero ed equo, davvero un grande giorno”.

Da parte sua Juncker ha risposto: “Oggi avevo intenzione di concludere un accordo ed oggi abbiamo stipulato un accordo”.

L’atteggiamento dei due leader, dunque, appariva sinceramente amichevole.

L’obiettivo è stato chiaramente espresso da “The Donald” ai giornalisti,: “Siamo d’accordo oggi, in primo luogo, di lavorare insieme verso zero dazi, e zero sussidi per beni industriali, eccetto le auto “.

Le parole di Trump hanno sorpreso tutti per il radicale cambiamento di tono rispetto al suo recente viaggio in Europa, quando aveva definito l’Unione Europea un “nemico” , condannando duramente la Germania per la sua dipendenza dal gas russo, secondario alla secondo gasdotto del Baltico.

Tuttavia, la sorpresa è venuta meno quando, a latere dell’incontro, si è appreso che l’Europa aveva accettato di impegnarsi sia per ridurre dazi e barriere commerciali di altro tipo sia per comprare miliardi di dollari di soia americana, il cui mercato interno USA è andato in grave crisi dopo la guerra dei dazi con la Cina. Il secondo compiacimento è venuto dalla intenzione di differenziare le fonti europee di approvvigionamento energetico europee. importando gas naturale liquefatto dagli USA attraverso terminali ancora da individuare e perfezionare come località ed infrastrutture .

Fuori dalle formalità intese a raffreddare i rapporti diplomatici, è emersa un’inattesa dichiarazione congiunta che conteneva alcune promesse ed intenzioni, compresa quella di coordinarsi nella guerra al terrorismo.

Per rafforzare il rapporto commerciale tra USA ed Europa – ovvero 830 milioni di cittadini e scambi per un 1 trilione di dollari – si è concordato di lavorare per ridurre gli ostacoli burocratici ed aumentare il commercio di prodotti chimici, farmaceutici, medici e porre fine all’antagonismo per l’alluminio e l’acciaio.
Si anche deciso di unire le forze per proteggere le società americana ed europee dal furto della proprietà intellettuale e tecnologica in tutti i settori produttivi.
Rimangono due domande. Juncker ha davvero la necessaria capacità negoziale, necessaria per una trattativa con gli USA, prescindendo anche e soprattutto da Francia e Germania?

Quando e come si manifesterà in Trump l’incognita rappresentata dalla sua volubilità di pensiero e decisionale pari, ad esempio, a quella recentemente manifestata al suo rientro dall’ incontro di Bruxelles, o, ancora peggio, verificatasi questa primavera con la Cina, annunciando prima una sorta di armistizio commerciale, salvo poi ricominciare con attacchi politici dopo le aspre critiche della sua opinione pubblica e dei suoi stessi consiglieri?

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