Smaltimento rifiuti, i Carabinieri sequestrano la società che gestisce la discarica di Malagrotta

Roma.  I Carabinieri del Nucleo Operativo Ecologico (NOE) e del Nucleo Investigativo del Gruppo Forestale Di Roma hanno eseguito, oggi, un  decreto di sequestro preventivo della società E. Giovi Srl, disposto dal Giudice per indagini preliminari (GIP) del Tribunale di Roma, a seguito delle attività investigative coordinate dalla Procura Repubblica – Direzione Distrettuale Antimafia della Capitale.

Intervento dei Carabinieri del NOE per la discarica di Malagrotta

L’attività investigativa dei militari del NOE con il supporto dei Carabinieri Forestali, ha ricostruito un’importante attività di gestione illecita di rifiuti costituiti da percolato di discarica che la E. Giovi, gestore della grande discarica di Malagrotta, avrebbe dovuto raccogliere ed inviare a trattamento in impianti esterni.

I consulenti della Procura hanno anche quantificato l’ingente quantitativo di rifiuti oggetto di traffico illecito e, da questi, derivato l’ingiusto profitto. Le elaborazioni hanno permesso infatti di valutare l’enorme risparmio di gestione in circa 190 milioni di euro.

Per garantire questa cifra per il proseguo del procedimento penale, i Carabinieri hanno sequestrato l’azienda, i beni ed il patrimonio degli indagati. L’azienda è stata affidata per la custodia giudiziaria al commissario prefettizio, Luigi Palumbo, al quale spetta anche il compito di avviare la corretta gestione ambientale della discarica nella sua fase post-operativa.

La rimozione del percolato – derivante dalla liscivazione dei rifiuti abbancati e dalle precipitazioni meteoriche che con essi si mescolano – è una operazione necessaria ed imposta dalla normativa di settore, per impedire la contaminazione dell’ambiente.

Tale rifiuto, ovviamente, non può essere destinato a discariche per quelli solidi urbani come in quella di Malagrotta e deve essere oggetto di specifici trattamenti in impianti autorizzati.

La lunga indagine ha permesso di accertare che, al contrario delle basilari previsioni normative, il percolato prodottosi nel corso degli anni veniva lasciato a saturare i rifiuti nella discarica, raggiungendo, in alcuni punti, anche l’80% dello spessore dei rifiuti abbancati.

Il tutto per evitare di sostenere le spese per la corretta gestione del percolato.

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