Di Giuseppe Gagliano
GIACARTA. L’acquisto da parte dell’Indonesia di due Pattugliatori Polivalenti d’Altura (PPA) da Fincantieri rappresenta un passo significativo nella modernizzazione della sua Marina Militare.

Uno stabilimento di Fincantieri
Come Nazione insulare con vasti confini marittimi, l’Indonesia affronta continue sfide di sicurezza legate alla protezione delle proprie acque territoriali, alla difesa delle rotte commerciali e al rafforzamento della sovranità navale. L’accordo, siglato tra il Ministero della Difesa indonesiano e Fincantieri, si inserisce perfettamente nella strategia di potenziamento militare voluta dal presidente eletto Prabowo Subianto, che ha più volte sottolineato la necessità di rafforzare le capacità militari del paese in risposta a minacce sempre più complesse.
Le unità, progettate originariamente per la Marina Militare Italiana, sono state costruite presso il cantiere Riva Trigoso-Muggiano e saranno consegnate entro il 2025.
Un’acquisizione che non solo potenzia la marina indonesiana, ma consolida anche la cooperazione tra Italia e Indonesia, grazie a un pacchetto di compensazioni che prevede trasferimenti tecnologici, programmi di addestramento e collaborazioni industriali.
Il finanziamento da 1,25 miliardi di dollari, con il sostegno di BNP Paribas, Crédit Agricole e l’ente finanziario italiano SACE, consente all’Indonesia di portare avanti questo processo senza compromettere la stabilità fiscale. Il ruolo crescente dell’Italia nell’Indo-Pacifico ha avuto un impatto determinante sulla riuscita dell’operazione, in particolare dopo la visita della Fregata italiana “Francesco Morosini” a Giacarta, nel luglio 2023.

Il PPA Francesco Morosini in navigazione
I nuovi Pattugliatori sono progettati per affrontare operazioni di lungo raggio, con un’autonomia di 30 giorni in mare senza rifornimento e una velocità massima di 32 nodi.
L’armamento comprende il sistema missilistico Aster 15, un cannone principale da 127 mm Vulcano, un cannone secondario da 76 mm Strales e due cannoni da 25 mm, garantendo un’elevata capacità di risposta contro minacce aeree e navali.
L’elettronica avanzata integra sistemi di guerra elettronica e un’interfaccia digitale di ultima generazione sviluppata con Leonardo, che consente agli operatori di elaborare in tempo reale i dati provenienti da radar, sonar e sensori elettro-ottici, riducendo il carico di lavoro operativo. Il design delle unità comprende anche una rampa di poppa e una laterale, che consentono il rapido dispiegamento di imbarcazioni più piccole e droni subacquei o di superficie, aumentando la flessibilità operativa per missioni anfibie e operazioni speciali.
Durante la cerimonia ufficiale di rinomina delle unità presso il cantiere di Muggiano, il capo di Stato Maggiore della Marina indonesiana, Ammiraglio Muhammad Ali, ha sottolineato il valore strategico dell’acquisizione, assegnando le navi KRI Brawijaya (320) e KRI Prabu Siliwangi (321) alle principali flotte operative del Paese.
Il primo Pattugliatore sarà destinato alla difesa delle acque orientali, comprese le zone intorno alla Papua, mentre il secondo sarà schierato nel settore occidentale, con un focus particolare sul Mar Cinese Meridionale.
Per agevolare l’integrazione delle nuove unità, il governo ha istituito un’apposita Task Force per la gestione del progetto e previsto un periodo di addestramento di sei mesi in Italia per il personale della marina, con successiva creazione di centri di simulazione in patria.
L’acquisizione si inserisce nel più ampio dibattito sull’aumento del bilancio della difesa indonesiano, attualmente fermo tra lo 0,7 e lo 0,8% del PIL, con l’obiettivo di portarlo tra l’1 e l’1,5%. Tuttavia, secondo gli esperti, sarebbe necessario un investimento del 2% per garantire un livello di deterrenza adeguato alle sfide contemporanee.
La carenza di risorse ha per anni ostacolato la modernizzazione delle Forze Armate e molti assetti sono ormai obsoleti e richiedono un rapido rinnovamento.
Oltre ai PPA, il Governo sta valutando l’acquisto di nuovi caccia, aerei da trasporto e sistemi missilistici per rafforzare le capacità di difesa aerea.
L’entrata in servizio delle nuove unità navali rappresenta un elemento chiave nella postura strategica dell’Indonesia in un contesto di crescente tensione nell’Indo-Pacifico. La competizione tra le potenze regionali e il confronto tra Stati Uniti e Cina rendono necessaria una forza navale moderna e ben equipaggiata.
Il Mar Cinese Meridionale, teatro di dispute territoriali e crescenti attività militari, rappresenta un’area critica per la sicurezza indonesiana, e disporre di nuove unità capaci di operare su ampie distanze offre al paese una maggiore flessibilità strategica.
L’accordo con Fincantieri non è solo un passo avanti per la marina indonesiana, ma anche l’inizio di una collaborazione più stretta tra Roma e Jakarta nel settore della difesa. Il trasferimento di tecnologia e l’addestramento del personale sono segnali di un rapporto destinato a svilupparsi, con prospettive che potrebbero includere esercitazioni congiunte e ulteriori forniture militari.
La modernizzazione delle Forze Armate indonesiane non è più solo una necessità tecnica, ma un elemento essenziale della politica di sicurezza nazionale, per rafforzare la sovranità e contribuire alla stabilità della regione.
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