Di Cristiana Ciccolini
ROMA (nostro servizio). Immaginate un mondo in cui la realtà si fonde con il virtuale, dove avatar digitali possono commettere crimini e l’intelligenza artificiale sviluppa una coscienza propria.
Fantascienza? Non più. Queste sono solo alcune delle questioni affrontate durante il convegno organizzato dall’Associazione Minermes, “Intelligenza Artificiale: opportunità e rischi”, che si è svolto ieri nella sede dell’Agenzia Spaziale Italiana a Roma.
Un evento che ha voluto dare uno scossone al nostro modo di pensare alle nuove tecnologie, soprattutto se guardiamo a possibili scenari futuri.
Dal futuro della medicina alle implicazioni legali nel possibile utilizzo di avatar per compiere reati e poi discorsi filosofici, nessun tema è stato lasciato inesplorato.
In una sala gremita di esperti e curiosi, tutti in attesa di capire di più sulle infinite possibilità offerte da AI, si è cercato di fare luce sui progressi di questa tecnologia, ma ha anche sollevato domande e ipotesi a tratti inquietanti.
Dopo i saluti, introdotti dal giornalista Amedeo Goria, del prof. Teodoro Valente, presidente dell’Agenzia Spaziale Italiana, dell’onorevole Antonio Aurigemma, presidente del Consiglio della Regione Lazio e della senatrice Cinzia Pellegrino della Commissione delle Politiche U.E, si è aperto il dibattito.
Nella prima sessione, “Filosofia vs. Intelligenza artificiale”, moderata dal conduttore radio-tv Niccolò Torielli, sono intervenuti il presidente di Minermes e esperto di reti neurali e di I.A., Claudio Anastasio, il Generale Paolo Poletti, docente di Information Security Management, l’esperto di Medicina Legale applicata all’I.A Fabio De Giorgio e il Contrammiraglio Dario Sgobbi, specializzato in C4I (Comando, Controllo, Comunicazione, Computer e Intelligence) & Space.
“Etica e rischi”, la seconda parte, è invece stata affidata nella conduzione al giornalista Mediaset Simone Toscano, qui ha preso la parola anche prof.ssa Maria Grazia Marciani, presidente del Comitato Etico Territoriale Lazio Area 2.
AI offre opportunità stupefacenti, soprattutto a beneficio della medicina e delle neuroscienze.
L’uso di AI in campo sanitario e gli eventuali risvolti giuridici, in caso di errore medico, infatti, sono stati oggetto dell’intervento della dott.ssa Marciani.
Secondo la neurologa, AI grantisce diagnosi rapide e precise.
Ma anche qui le possibilità che si aprano scenari imprevisti e non disciplinati dalla legge sono molte.
Altro ambito in cui esistono vuoti legislativi è il diritto: nel Codice Penale e di Procedura Penale a breve sarà tutto da rivedere.
L’avvocato penalista Silvia Carosini, pensando ad un domani ormai prossimo, ha infatti immaginato scenari degni di un thriller.
Per esempio, se un avatar commettesse un crimine nel metaverso chi finirebbe in manette?
Come applicheremmo il d
Diritto in un mondo senza confini fisici?
“La questione è tutta aperta – ha spiegato Carosini – se per esempio, in futuro, un avatar dovesse commettere un reato, che nel mondo reale è considerato una violenza sessuale, di chi sarebbe la responsabilità?
In un mondo in cui i giovani sono sempre più chiusi in sé stessi, anche grazie all’abuso dei social.
E anche molte persone adulte si isolano a causa di problemi e solitudine, quindi, non è strano pensare a avatar che vivranno al nostro posto in tutto e per tutto.
Ma queste dinamiche, e eventuali ipotesi di reato, sono ancora da regolamentare”.
Come si potrebbe giudicare un imputato virtuale se mancante di coscienza, incapace di intendere e volere?
Il tema della coscienza artificiale è emerso spesso durante i lavori del convegno, accendendo la discussione tra relatori.
Può un’AI sviluppare una vera coscienza?
Claudio Anastasio ha svelato notizie che possono quasi sembrare irrealistiche su come l’intelligenza artificiale potrà svilupparsi e acquisire una possibile consapevolezza di sé.
“C’è una sperimentazione in corso a Bologna e in Svizzera per creare pc biologici – ha detto Anastasio – quindi non ci sarà più il silicio nel computer ma sarà alimentato da materiali biologici, non umani ovviamente, contenenti proteine e legami che ricordano le sinapsi del cervello umano. Non sappiamo, a quel punto – ha concluso – come si comporteranno queste macchine sul piano della consapevolezza di sé stesse”.
E, poi, non sono mancate riflessioni filosofiche sulle generazioni future, nate in un mondo dove l’AI è onnipresente.
Come cambierà la loro percezione dei limiti umani?
E siamo pronti ad affrontare le sfide etiche, bioetiche e sociali che questo comporta?
AI promette meraviglie e sfide inedite.
Sta a noi guidare questa rivoluzione, con saggezza, perché non ci sfugga di mano.
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