KERMAN (IRAN). Un atto terroristico. Così il vice governatore per la sicurezza della Provincia iraniana sud-orientale di Kerman, Rahman Jalali ha definito le due esplosioni avvenute, oggi, nel corso di un affollato servizio funebre.
Oltre che per terrorismo si indaga anche sulla fuga di gas da una bombola.
Secondo i dati resi noti finora sono morte oltre un centinaio di persone e 141 sono rimaste ferite.
I dati sono stati confermati all’IRNA (l’Agenzia di stampa iraniana) da Reza Fallah, capo della Mezzaluna Rossa della provincia di Kerman.
Le esplosioni sono avvenute nel giorno in cui si è tenuta una cerimonia commemorativa del Generale iraniano Qassem Soleimani, assassinato il 3 gennaio 2020 in un attacco di droni statunitensi a Baghdad.
Soleimani era originario della Provincia di Kerman ed è stato sepolto nel cimitero dei martiri del capoluogo.
La prima esplosione, secondo quanto riferito dalle autorità, è avvenuta a 700 metri dalla tomba del Generale. Un’altra, a un chilometro di distanza.
Le esplosioni hanno disperso le numerose persone che partecipavano alla cerimonia e le ambulanze subito si sono recate sul luogo dell’evento per portare i feriti agli ospedali della città.
Per Ahmad Vahidi, ministro degli Interni iraniano e Comandante dell’IRGC (Islamic Revolutionary Guard Corps – Corpo delle guardie della rivoluzione islamica) ha detto: “Il nemico sta lanciando operazioni psicologiche” e ha chiesto agli iraniani di non credere a speculazioni e voci.
Poi parlando alla televisione di Stato ha aggiunto che sono disponibili informazioni importanti sulle esplosioni ma che saranno rese pubbliche ufficialmente solo dopo essere state esaminate e verificate.
Per il capo della Magistratura, Gholam Hossein Mohseni-Ejei “gli autori di questo grave crimine saranno senza dubbio puniti. Le Agenzie responsabili di intelligence, Sicurezza e le Forze dell’Ordine sono obbligate a perseguire tempestivamente tutte le prove e gli autori dei reati e a consegnarli alla magistratura”.
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