Di Antonella Casazza
CATANIA. Un provvedimento di confisca su beni e disponibilità finanziarie, aventi un valore complessivo superiore al milione e mezzo di euro, è stato eseguito oggi su disposizione del Tribunale etneo – Sezione Misure di Prevenzione, nei confronti di un noto imprenditore della zona attivo nell’importazione e vendita di carni.
La confisca ha riguardato fabbricati e terreni per un’estensione di circa 2 ettari, 2 veicoli, 4 cavalli nonché e quote societarie per il suddetto importo milionario.
Il pesante provvedimento ablativo, che consentirà di acquisire definitivamente al patrimonio dello Stato le citate ricchezze, scaturisce da alcune indagini condotte dai finanzieri del Comando provinciale di Catania – Compagnia di Caltagirone, grazie alle quali è stato possibile scoprire un meccanismo fraudolento – utilizzato per oltre un decennio – che ha consentito allo stesso imprenditore (peraltro dichiarato soggetto “socialmente pericoloso”) di accumulare in maniera illecita un consistente patrimonio immobiliare.
Stando a quanto emerso dalla verifica fiscale condotta a suo tempo dai finanzieri calatini, l’imprenditore medesimo aveva costituito diverse “società-fantasma” con il chiaro scopo di scaricare su di queste tutti gli adempimenti imposti dalla normativa tributaria; obblighi che però non venivano mai assolti poiché le finte compagini in questione finivano sempre con lo sparire nel nulla materializzando così un’evasione fiscale da milioni di euro, sia con riguardo alle Imposte Dirette, sia con riguardo all’Imposta sul Valore Aggiunto (IVA).
Il più che solido quadro probatorio raccolto dagli investigatori delle Fiamme Gialle, peraltro corroborati dai numerosi provvedimenti emessi dall’Autorità Giudiziaria sul territorio, ha dunque consentito al Tribunale di Catania di ottenere tutti gli elementi propedeutici e necessari ad emettere il citato provvedimento di confisca ai sensi del Codice delle leggi antimafia, accertando così che il patrimonio nelle disponibilità del responsabile fosse stato in larga parte ottenuto dalla realizzazione di crimini finanziari.
Le stesse indagini di natura patrimoniale eseguite dai finanzieri avevano peraltro già posto in evidenza l’evidente sperequazione esistente tra le fonti di reddito dichiarate dal proposto, oltre che del suo nucleo familiare e dei suoi conviventi, rispetto al reale volume dei beni di cui era entrato in possesso durante l’arco temporale oggetto delle indagini.
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