Iran, in un clima politico e sociale confuso vincono i conservatori

Di The Hawk

Tehran. Il voto di ieri per eleggere l’undicesima sessione del Parlamento iraniano è stato un risultato che potrebbe consegnare una duplice valutazione: un successo ed una sconfitta.

Cittadine iraniane al voto (Foto tratta dal sito del quotidiano Mehr news)

L’affluenza sarebbe stata alquanto bassa, nonostante la chiamata alla responsabilità fatta dalla Guida Suprema, ma molto ha giocato la paura del coronavirus che si sta muovendo nel paese e con poca informazione sulla popolazione.

Il passaparola della gente ha scatenato paure consistenti, specie nei grossi centri urbani. Il timore è vero e palpabile, la paura che il diffondersi venga tenuto nascosto è credibile.

Esiste poi ancora la rabbia di molte persone per i recenti scontri ove molti giovani sono stati fermati, feriti e talvolta hanno pagato caro con il prezzo della vita.

La generazione emergente, in particolare, vorrebbe un futuro più sicuro, meno incerto. Il desiderio di costruire una struttura credibile e certa è alquanto sentito e voluto.

Ancora, poi, non si è sopita la collera per l’abbattimento del velivolo ucraino, un errore che è costato la vita di un centinaio di innocenti: impensabile al giorno d’oggi.

E non esistono scuse per tale mancanza e le colpe sono irrimediabilmente verso la classe dirigente politica e militare, colpe che ricadono sulla loro credibilità.

Il popolo persiano può perdonare ma mai dimenticare, la legge del sangue ha sempre un valore insito nella popolazione e nel loro credo.

E’ una legge antica ma sempre valida, quella che permette di mantenere la pena di morte, spesso criticata ma mai messa in discussione per i principi persiani: non capiti fuori dai confini.

Ma è anche vero che la voglia di vendicare il Generale Soleimani è ancora grande, la gente non lo ha dimenticato, è stato il comandante che ogni soldato vorrebbe, ed in Iran il servizio di leva è ancora obbligatorio con la sua maestosa figura sempre presente.

Il Maggiore Generale Soleimani ucciso da un drone americano

Si è voluto chiamare a raccolta il popolo per “vendicare” Soleimani, ma non è bastato, il popolo necessita di altro, qualcosa che deve placare rabbia e timori, qualcosa che dia ancora speranza, la stessa gioia ed illusione che è esplosa alla prima elezione do Hassan Rouhani, un segnale di cambiamento, non di rovesciamento del sistema, un’idea che ancora nessuno vuole; l’apertura verso un ambiente migliore, verso un mondo nuovo fatto di minori imposizioni e maggior responsabilità.

Il Presidente iraniano, Hassan Rouhani

Ma ora, con questa scarsa affluenza voluta o meno, il risultato è stato una netta vittoria dei conservatori, di coloro che antepongono solo i doveri ai diritti, che credono di più nella sfida e meno nel dialogo.

Qalibaf, grande comandante IRGC e ottimo sindaco di Tehran, amato da moltissime persone, ha raggiunto uno scopo importante, una posizione di rilievo nel Parlamento, e sarà una figura di riferimento.

Per ben tre volte si è candidato alle presidenziali, ma questa volta potrebbe essere la figura più importante del Parlamento, il portavoce, colui che dipende direttamente dall’Ayatollah Ali Khamenei.

Il Parlamento è importante nel sistema iraniano perché controlla il Governo, controlla l’operato che deve essere lungo il binario posto dalla Guida Suprema, che sia leale e osservante i principi su cui si fonda la Repubblica Islamica, senza troppe aperture che possono ledere le fondamenta su cui si basa la rivoluzione del 1979.

Molti parlamentari sono stati eletti, altri andranno al ballottaggio, molti si adegueranno al “sistema”, ma sarà sempre uno scontro politico tra persone di elevata cultura, fede e principi.

Da rilevare che i parlamentari devono essere iraniani, laureati, possibilmente con un master, di fede sciita e soprattutto non aver mai avuto problemi con la giustizia.

Certo sono caratteristiche che non molti deputati dei paesi occidentali hanno, ma sono importanti per poter pensare, valutare ed emanare leggi che siano per il popolo e per il Paese, senza remore e senza obiettivi di parte.

Il Parlamento partirà, governerà e sarà chiamato a decidere in piena responsabilità, rispondendo del proprio operato al popolo ed alla Guida Suprema che saprà dirigere ancora con fermezza e saggezza.

Ed in tutto questo, la forza dei pasdaran sta ancora a vegliare su un sistema che è duro da crollare.

FOTO DI COPERTINA TRATTA DAL SITO DEL QUOTIDIANO MEHR NEWS

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