Mosul. In tre anni di combattimento, nella zona Est di Mosul, la città in mano all’ISIS sono morti almeno 1.075 bambini, 1.130 sono stati stati mutilati o feriti e circa 4.650 sono stati separati dalla loro famiglie.

Così il nuovo rapporto dell’UNICEF denuncia la situazione nella città irachena che, dal 2014, è caduta in mano alle milizie jihadiste.
Il rapporto evidenzia gli omicidi deliberati verso i piccoli per punire le loro famiglie che vogliono fuggire dal conflitto.
Negli ultimi due mesi, almeno 23 bambini, sono stati uccisi ed altri 123 feriti.
DAESH impedisce con tutte le sue forze la fuga della popolazione civile che tiene come scudi umani per evitare possibili azioni militari da parte della coalizione internazionale.
Circa 3 milioni di bambini non vanno a scuola in modo regolare e circa 1,2 milioni, nelle zone in mano alle milizie dell’ISIS, non ci vanno affatto.
Mosul è una città di circa 2 milioni di abitanti e cadde in mano all’ISIS nel 2014.
Ieri, i jihadisti dell’ISIS hanno distrutto, secondo fonti militari irachene, la moschea al- Nuri di Mosul, dove nel 2014 Abu Bakr al Baghdadi aveva annunciato la creazione del Califfato
https://youtu.be/R09FmLnWC8E

Amaq, l’agenzia semi ufficiale ed organo di propaganda di DAESH ha sostenuto, invece, che sia stato un raid militare americano a distruggere la moschea.
Ed oggi, il primo ministro iracheno Haider al-Abadi ha affermato che la distruzione della moschea di Mosul è una ammissione della sconfitta dei jihadisti.
“Il bombardamento di DAESH del minareto al-Hadba e della moschea al-Nuri è una dichiarazione formale della loro sconfitta”, ha scritto Abadi in un tweet.
PER APPROFONDIRE:
Rapporto UNICEF 2016
Rapporti su ISIS
TSG-The-Islamic-State-Nov14TSG-The-Islamic-State-Nov14
Rapporto Consiglio Sicurezza ONU

