TEL AVIV. La 98^ Divisione d’élite dell’Esercito israeliano sarà rischierata dalla Striscia di Gaza al fronte settentrionale di Israele, lungo il confine con il Libano.
Lo ha annunciato, oggi, la Radio della Forza Armata.
L’annuncio arriva il giorno dopo le numerose esplosioni avvenute nel Paese dei Cedri, dove i cercapersone di dirigenti e militanti di Hezbollah sono esplosi contemporaneamente e hanno causato almeno 12 morti , tra cui due bambini, e circa 5 mila feriti, di cui – secondo fonti dell’emittente saudita Al- Hadath – circa 500 miliziani di Hezbollah che hanno perso la vista.
Tra i colpiti, anche l’ambasciatore iraniano a Beirut Mojtaba Amani, che ha perso un occhio mentre l’altro risulterebbe gravemente danneggiato.
Da Teheran, la Mezzaluna Rossa iraniana ha annunciato di aver inviato “squadre di soccorso e chirurghi oculisti” in Libano.
LA SITUAZIONE MILITARE
La Divisione comprende unità di Paracadutisti e di Forze speciali.
Un corrispondente militare della radio dell’Esercito israeliano, Doron Kadosh, ha detto che inizialmente la Divisione avrebbe dovuto “continuare a combattere nella Striscia di Gaza, ma ieri è stato deciso di reindirizzarla verso Nord”.
E’ anche in corso un reclutamento limitato di personale di riserva” che sarà schierato nel Nord in caso di escalation, in particolare nelle unità di Difesa aerea, dell’Home Front Command e dell’unità medica professionale.
Le esplosioni di ieri fanno temere una nuova escalation tra il Partito sciita e l’Esercito dello Stato ebraico.
L’IDF ha poi annunciato la morte di 4 soldati nell’esplosione di una bomba a Tel al-Sultan, nella zona di Rafah, nel Sud della Striscia.
Tra questi, Daniel Maimon Toaff, italo-israeliano pronipte dell’ex rabbino capo di Roma, Elio Toaff.
Intanto, nel pomeriggio l’Assemblea Generale dell’ONU è chiamata a votare su una risoluzione per chiedere, formalmente, la fine dell’occupazione israeliana dei Territori palestinesi entro 12 mesi.
Il testo non vincolante, che secondo lo Stato ebraico alimenterà la violenza se adottato, si basa su un parere consultivo della Corte internazionale di giustizia che definisce “illegale” l’occupazione di Israele dal 1967.
Intanto, l’Aeronautica militare israeliana e l’artiglieria delle IDF hanno colpito numerosi obiettivi terroristici di Hezbollah nel Libano meridionale da ieri, tra cui una struttura di Hezbollah nell’area di Majdal Selm in cui erano stati osservati operare terroristi.
Oltre all’attacco di Majdal Selm, l’Aeronautica avrebbe colpito strutture di Hezbollah in altre cinque aree del Libano meridionale.
In queste ultime notti sono stati colpite anche strutture di Hezbollah nelle aree di Odaisseh, Markaba, Blida, Maroun El Ras e Chihine,
Questa mattina alle 4.32 ora locale (le 3.32 in Italia) sono risuonati diversi allarmi di intrusione di droni in diverse località nell’area del lago Kinneret nel Nord di Israele.
Le sirene hanno suonato a Tiberiade, Kfar Nahum e Ginossar e in altre parti. Si sono registrate due intercettazioni sopra Tiberiade, senza feriti.
L’ESPLOSIONE DEI CERCAPERSONE
L’esplosione dei cercapersone in dotazione ai membri di Hezbollah in Libano e Siria, imputata a Israele, continua a scuotere la regione.
Appelli contro una escalation del conflitto in Libano sono risuonati, mentre a Il Cairo il segretario di Stato Usa Antony Blinken ha incontrato il Presidente egiziano Abdel Fattah al-Sisi ed è stata rinnovata la promessa di intensificare gli sforzi per giungere a un cessate il fuoco a Gaza con la liberazione degli ostaggi.
Secondo le testimonianze, i cercapersone hanno emesso un segnale acustico per alcuni secondi prima di esplodere, il che significa che gli utenti li hanno sollevati verso il viso per leggere il messaggio prima che esplodessero.
Il dispositivo è stato riconosciuto da un’alta fonte libanese, citata da Reuters, come un AR-924, un mezzo di comunicazione a bassa tecnologia utilizzato proprio per cercare di eludere il rilevamento della posizione da parte degli israeliani.
I cercapersone sono stati modificati dal Mossad “a livello di produzione”, ha sostenuto l’esponente della sicurezza.
L’Agenzia di intelligence dello Stato ebraico “ha inserito all’interno del dispositivo una scheda contenente materiale esplosivo che riceve un codice. E’ molto difficile rilevarlo con qualsiasi mezzo”.
Intanto, sono in corso le analisi e ci si pongono molte domande che finora restano senza risposta.
Da Taiwan il capo dell’azienda Gold Apollo, Hsu Chin-kuang, ha fatto sapere che i dispositivi non sono stati prodotti da loro ma dalla società ungherese Bac, che ha un accordo per utilizzare il marchio dell’azienda di Taipei.
Interpellata da SkyNews, l’amministratore delegato dell’ungherese Bac Consulting, Cristiana Barsony-Arcidiacono, ha smentito tutto:
Un ex funzionario israeliano a conoscenza dell’operazione ha affermato, riportano fonti di stampa, che i Servizi Segreti avevano pianificato di usare i cercapersone-bomba come colpo a sorpresa nell’avvio di un conflitto su larga scala con Hezbollah, per cercare di paralizzare i combattenti del movimento.
Ma, negli ultimi giorni, i leader israeliani avevano iniziato a preoccuparsi che Hezbollah potesse scoprire i dispositivi.
Per questo è arrivato il via libera per evitare che l’operazione venisse scoperta.
Il giornale on line Al-Monitor ha riferito che due militanti avevano sollevato sospetti sui cercapersone negli ultimi giorni.
A livello di relazioni internazionali ci sono state ripercussioni.
Ieri, poi, pochi minuti prima che i cercapersone esplodessero, il ministro della Difesa israeliano Yoav Gallant ha chiamato il capo del Pentagono Lloyd Austin e gli ha detto che il suo Paese stava per condurre un’operazione in Libano, ma senza dargli dettagli precisi,
La Russia ha condannato quanti successo ieri e ha esortato alla “moderazione” per non “destabilizzare ulteriormente” la regione – cosi’ come da Egitto, Giordania e Turchia.
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