Israele: la Storia del Medio Oriente scrive un altro capitolo. Pace e ricostruzione dopo 2 anni di guerra. Oggi la consegna degli ostaggi del 7 ottobre

GERUSALEMME (dal nostro inviato). E’ un giorno storico per Israele e per il mondo civile che ama la pace e bandisce la guerra. E’ un giorno importante per tutte le famiglie dei 20 ostaggi rimasti ancora nelle mani di Hamas, dopo l’attacco perpetrato dalle sue milizie la mattina del 7 ottobre 2023.

Un’immagine delle atrocità compiute da Hamas il 7 ottobre 2023 (Foto dell’Autore)

Finisce un incubo e si può parlare, lo speriamo noi e lo sperano ancora di più i cittadini di Israele, di pace.

Così come di pace, di ricostruzione, di una nuova vita lo sperano anche quei palestinesi vittime dei soprusi di Hamas e di bande criminali che sono presenti nella Striscia di Gaza (tra l’altro ieri di sono registrati scontri).

E proprio sulla ricostruzione di Gaza tutto il mondo attende importanti risultati.

E tornando alla cronaca di queste ore della notte che abbiano voluto seguire, vi raccontiamo molti dei punti importanti.

Eccoli.

Alcune famiglie che vivono lontano dal Sud di Israele hanno ricevuto messaggi di iniziare a dirigersi verso la base di Re’im, al confine con Gaza, in vista del previsto rilascio dei loro cari.

Pochi minuti fa sono stati comunicati i nomi:

Bar Kuperstein 
Evyatar David 
Yosef Chaim Ohana 
Shegev Calfon 
Avinatan Or 
Elkana Bouchbout 
Maksim Harkin 
Nimrod Cohen 
Matan Zangauker 
David Konio 
Eitan Horen 
Matan Angrist 
Eitan Mor 
Gali Berman 
Ziv Berman 
Omri Miran 
Alon Ohel 
Guy Gilboa-Dalal 
Rom Breslavsky 
Ariel Konio

I rilasci avverranno in due fasi, a partire dalle 8.00 (le 7.00 in Italia)  di alcuni ostaggi dalla Striscia di Gaza centrale.

Alle 10.00 (le 11,00 in Italia) gli ostaggi ancora in vita saranno rilasciati da Khan Younis e da altre aree.

Bus della Croce Rossa che trasferiranno gli ostaggi

Secondo quanto scrive il giornalista militare Nir Dvori: “C’era un quartiere a Khan Younis sotto il quale gli ostaggi erano rimasti per tutto il tempo”.

I militari dell’ IDF hanno distrutto tutto Khan Younis, ma non quel quartiere, perché sapevano che gli ostaggi erano lì.

Israele aveva precedentemente indicato che il secondo rilascio sarebbe avvenuto alle 9.00 (le 10 in Italia), poco prima dell’arrivo previsto del Presidente degli Stati Uniti Donald Trump.

E’ stata una lunga notte di attesa anche per centinaia di volontari che hanno tappezzato  le strade circostanti gli ospedali di Tel Aviv e della vicina Petah Tikva in cui saranno trasferiti gli ostaggi.

Striscioni e opere d’arte sono lì per dare il benvenuto dopo oltre due anni di prigionia.

Si preparano gli elicotteri per riportare a casa gli ostaggi

Una volta liberati, gli ostaggi saranno trasferiti allo Sheba Medical Center di Ramat Gan, al Tel Aviv Sourasky (Ichilov) Medical Center di Tel Aviv e al Beilinson Medical Center di Petah Tikva.

Gli ostaggi prima di una visita a cura della Croce Rossa saranno trasferiti in questi ospedali per ricevere le cure più specialistiche.

Sarà tutto molto blindato per una maggiore sicurezza e privacy di queste persone che hanno subito non solo traumi fisici ma moltissimi traumi psicologici che sarà molto difficile superare.

“Finalmente a casa!” si legge uno striscione appeso lungo la strada.  E un altro aggiunge: “Da quanto tempo vi aspettiamo?”.

Intanto, sempre a Tel Aviv, è suonata molto presto la sveglia, non per colpa dei missili sparati dagli Houthi, ma per questo bellissimo momento.

Centinaia di persone, infatti, si sono radunate nella Piazza degli Ostaggi di Tel Aviv nelle prime ore del mattino, in attesa del rilascio previsto per la giornata.

Il Forum degli Ostaggi e delle Famiglie Scomparse aveva incoraggiato il pubblico a radunarsi nella piazza durante la notte, definendola una “notte gialla” – un gioco di parole con “notte bianca”, il termine ebraico che significa “notte in bianco”.

Una manifestazione per la liberazione degli ostaggi (Foto dell’Autore)

Il Forum prevede di trasmettere il ritorno degli ostaggi in Israele su grandi schermi installati nella piazza.

Dal punto di vista militare e della sicurezza le Forze Armate israeliane restano molto vigili, rispettando l’accordo sottoscritto a Sharm el Sheikh per evitare che ci siano colpi di mano di qualcuno che voglia sabotare l’intesa.

Un’immagine della situazione a Gaza

Sempre nel rispetto dell’accordo è tutto pronto, nelle prigioni, per il trasferimento dei detenuti palestinesi oggetto dello scambio con gli ostaggi.

Ed oltre ai 1.718 detenuti oggetto dell’intesa, oggi saranno rilasciati 250 palestinesi condannati all’ergastolo, alcuni dei quali sono in carcere da oltre due decenni.

Ieri, tra l’altro, le forze dell’IDF della Brigata Yoav hanno identificato due sospetti che hanno tentato di effettuare un contrabbando nella zona di confine con l’Egitto, sul territorio israeliano.

Durante l’operazione per sventare il contrabbando, i sospetti hanno cercato di investire una pattuglia. I militari hanno aperto il fuco e ucciso un contrabbandiere e arrestato l’altro.

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