Di Fabrizio Scarinci
TEL AVIV. Secondo fonti israeliane, l’operazione “Leone che sorge”, lanciata dalle Forze Armate di Tel Aviv contro il territorio iraniano e i siti nucleari del Paese, sarebbe stata condotta con circa 200 caccia.
A quanto è stato reso noto, si sono registrate più di 300 azioni d’attacco contro almeno un centinaio di obiettivi.

Un F 35I delle Forze aeree israeliane
Se questi numeri venissero confermati, si tratterebbe del più massiccio attacco mai lanciato da Israele nei confronti della Repubblica Islamica.
Al momento, sui mezzi impiegati non ci sono ancora molti dettagli, anche se appare quasi certo l’utilizzo dei caccia stealth F-35I “Adir” (variante israeliana dell’F-35A), degli F-15 e degli F-16I, che avrebbero colpito le basi aeree e missilistiche di Mehrabad, Kermanshah, Tabriz, l’aeroporto Imam Khomeini, il sito di arricchimento dell’uranio di Natanz, la base “sperimentale” di Parchin e, molto probabilmente, anche il reattore ad acqua pesante di Arak e il sito di conversione dell’uranio di Isfahan.

Un F-16I dell’aeronautica israeliana in volo
Le difese antiaeree iraniane, già pesantemente colpite dalle azioni israeliane dell’ottobre scorso, sembrerebbero essere state pesantemente disabilitate dalle operazioni messe in atto con il CEMA (Cyber Electro Magnetic Activities), anche se, a quanto pare, almeno finora la maggior parte dei bersagli sarebbe stata colpita da sistemi missilistici che i caccia dello Stato Ebraico avrebbero lanciato senza penetrare lo spazio aereo di Teheran.
Come già sottolineato, oltre all’aeronautica risultano coinvolte nell’azione israeliana anche diverse squadre delle Forze Speciali e del Mossad, che starebbero ponendo in essere, anche con l’ausilio di droni, azioni di sabotaggio ed eliminazioni mirate e, verosimilmente, di supporto alle forze aeree d’attacco.
Tali azioni sono state rese possibili dalla costante e certosina opera di infiltrazione che, ormai da diversi decenni, i servizi segreti di Tel Aviv conducono nel territorio della Repubblica Islamica con l’appoggio dei gruppi di opposizione al regime e di alcuni movimenti separatisti.
Del resto, le eliminazioni mirate degli scienziati nucleari, così come dei vertici di Pasdaran e Forze Armate, non sono certo cominciate con quest’azione.
Quanto alla reazione iraniana di cui diverse fonti hanno parlato alcune ore fa, molti dei droni kamikaze lanciati all’indirizzo del territorio israeliano, verosimilmente di tipo Shahed 136, sarebbero stati intercettati sui territori di Giordania e Iraq da parte delle forze militari israeliane, giordane, statunitensi e britanniche.
Secondo fonti di Tel Aviv, tale azione rappresenterebbe la prima fase di un più ampio contrattacco da parte di Teheran.
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