Jihadismo, martedì sarà presentato alla Camera il primo rapporto dell’Osservatorio sul Radicalismo e il Contrasto al Terrorismo (ReaCT). Nel 2019 sono stati commessi 18 attacchi

Roma. Sarà presentato, martedì prossimo, con il patrocinio del Ministero della Difesa, alla Camera dei Deputati, il 1° Rapporto sul terrorismo e il radicalismo in Europa di ReaCT.

Il jihadismo nelle analisi del primo rapporto di React

L’Osservatorio sul Radicalismo e il Contrasto al Terrorismo (ReaCT) monitora ed analizza il panorama del radicalismo e del terrorismo jihadista europeo.

ReaCT nasce su iniziativa di una ‘squadra’ composta da esperti e professionisti della società svizzera di ricerca e produzione editoriale START InSight di Lugano, del Centro di ricerca ITSTIME dell’Università Cattolica di Milano, del Centro di Ricerca CEMAS dell’Università La Sapienza e della SIOI sempre a Roma. A ReaCT hanno anche aderito come partner Europa Atlantica e il Gruppo Italiano Studio Terrorismo (GRIST).

L’Osservatorio è composto da una Direzione, un Comitato Scientifico di indirizzo, un Comitato Parlamentare e un Gruppo di lavoro permanente.

Con il suo primo rapporto intende offrire al pubblico uno studio sintetico e ragionato sulla sua evoluzione, le sue tendenze ed effetti, attraverso un approccio multidimensionale, quantitativo e qualitativo.

Il risultato è una lettura completa e ragionata del fenomeno e del modus operandi terrorista: uno strumento utile messo a disposizione di operatori per la sicurezza, sociali ed istituzionali e del più ampio pubblico.

Interverranno: Claudio Bertolotti (Osservatorio ReaCT, Direttore esecutivo), On. Alberto Pagani (Commissione IV Difesa, Camera dei Deputati), Francesco Pettinari (Osservatorio ReaCT), Deborah Basileo (Osservatorio ReaCT), Matteo Bressan (SIOI, ReaCT), Marco Lombardi (ITSTIME, Università Cattolica e ReaCT), Andrea Manciulli (Europa Atlantica), Chiara Sulmoni (START InSight, ReaCT), Marco Rosi (comandante Divisione antiterrorismo del ROS – Raggruppamento Operativo Speciale dei Carabinieri), Claudio Galzerano (Servizio per il Contrasto dell’Estremismo e del Terrorismo Esterno DCPP/UCIGOS – Polizia di Stato).

Chiuderà i lavori l’On. Raffaele Volpi (presidente del COPASIR).

La caduta dell’ultimo bastione del Califfato a Baghuz nel 2019 e, a seguire, l’uccisione del fondatore e leader storico dell’ISIS Ibrahim al-Baghdadi, non hanno impedito alle cellule dello Stato Islamico di continuare a colpire in varie parti del mondo e di ispirare attentati da parte di individui radicalizzati in Europa.

Abu Backr Al-Baghdadi

Gli ultimi due episodi di violenza jihadista che si sono verificati a Londra (2019 e 2020), ad opera di estremisti recidivi, rilasciati dopo aver scontato una breve pena per terrorismo, hanno segnato una nuova fase nella lotta al terrorismo, con la quale ci confronteremo negli anni a venire.

Essa richiede attenzione e la messa a sistema di tutte le conoscenze e competenze accumulate in anni di studi ed esperienze a livello internazionale.

È con questa consapevolezza che l’Osservatorio ReaCT ha prodotto il suo primo rapporto, composto da 12 contributi d’analisi che spaziano dalla presentazione e valutazione dei numeri del “nuovo terrorismo” in Europa, alla minaccia nel “dopo-Baghdadi”; dall’evolversi della comunicazione dello Stato Islamico, alla situazione controversa e irrisolta dei foreign fighters; dagli strumenti virtuali del cyber-terrorismo, cyber-jihad e guerra dell’informazione, ai limiti normativi anche in campo di lotta al finanziamento del terrore; dal calcolo del tempo di attivazione dei soggetti radicalizzati, al ‘capitolo’ droni e tecnologia, la questione spinosa e urgente della de-radicalizzazione e, non da ultimo, il nuovo approccio necessario per comprendere una minaccia che perdura.

Questi i dati del fenomeno analizzati. “Sono stati – spiega il direttore dell’Osservatorio, Claudio Bertolotti – 18 gli attacchi terroristici e gli episodi di violenza di matrice jihadista nel 2019. In Francia sono stati 9 e in Italia 2”.

Tre sono stati commessi nei Paesi Bassi , 2 in Norvegia, 1 nel Regno Unito e 1 in Svezia, per un totale di 10 persone uccise e 46 ferite.

“La maggior parte delle azioni ha visto l’uso di coltelli (76%) e armi da fuoco (18%) – aggiunge Bertolotti -. Solo a Lione è stato fatto uso di esplosivi. Un trend in linea con l’evoluzione di un fenomeno che ha registrato in Europa, tra il 2014 e il 2019, 120 azioni violente in nome del jihad, provocando 390 morti e 2.359 feriti”.

Sette attacchi su dieci si sono concentrati nel periodo di massima espansione dello Stato islamico (2015-2017).

Il 56% di essi è stato registrato come fallimentare, il 22% è stato invece considerato come “un successo tattico”, sebbene nel 78% dei casi sia stato ottenuto un risultato significativo in termini di danni.

Questo è da considerarsi come un grande risultato per i terroristi, perchè non mirano solo ad uccidere e ferire, ma a dividere le nostre società e a diffondere odio e intolleranza.

ReaCT vuole contribuire alla divulgazione di conoscenze e prospettive utili affinché si possano comprendere le origini e la direzione di un fenomeno come l’estremismo che chiama in causa ognuno di noi.

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