La Nuova Zelanda si unisce al blocco contrario alla Cina

Di Pierpaolo Piras

Wellington. E’ di questi ultimi giorni la decisione del governo della Nuova Zelanda di sospendere il trattato di estradizione con Hong Kong.

Il motivo è rappresentato dalla iniqua imposizione della “Legge sulla Sicurezza Nazionale” da parte di Pechino sul territorio di Hong Kong ed i suoi abitanti (circa 7,5 milioni).

Legge sulla Sicurezza Nazionale

Venne promulgata dall’Assemblea Nazionale del Popolo a Pechino e promulgata ad Hong Kong il 30 giugno 2020 dal capo dell’esecutivo Carrie Lam. Essa segna la fine di Hong Kong intesa come città con istituzioni libere da condizionamenti e impreziosita dalla protezione per lo stato di diritto e la tutela delle libertà individuali.

Il testo della Legge sulla Sicurezza sembra fatto per intimorire la popolazione al fine di ridurre “Porto Profumato” (questo è l’antico nome di Hong Kong) ad un luogo privo di dissenso, senza manifestazioni di piazza e, ancor più, senza opposizione.

Pechino avrà la totale facoltà di arrestare chiunque per qualunque crimine, dal momento che è solo il regime giudiziario cinese a poter sentenziare se sei o ti sei reso colpevole oppure no.

“L’adozione da parte della Cina della nuova Legge sulla Sicurezza Nazionale ha eroso i principi dello Stato di Diritto” e “ha violato gli impegni della Cina nei confronti della comunità internazionale” , ha detto “apertis verbis” il ministro degli Esteri neozelandese , Winston Peters.

A rendere ancora più convincente il suo discorso, Peters aggiunge che “la Nuova Zelanda non può nutrire alcuna fiducia nell’indipendenza del sistema giudiziario cinese di Hong Kong” e che avvertirà i propri cittadini che volessero recarsi in viaggio verso questa città.

WINSTON Peters ministro esteri

L’Antefatto

L’accordo “un paese, due sistemi” è stato istituito dalla dichiarazione congiunta sino-britannica del 1984, che ha istituito che Hong Kong (governata e amministrata autonomamente dal Regno Unito) sarebbe stata restituita definitivamente alla Cina nel 1997, ma con la non secondaria postilla che la città avrebbe mantenuto una inalterata indipendenza democratica ed economica per i 50 anni successivi.

I Commerci

La Cina è il secondo partner commerciale della Nova Zelanda.

Tuttavia, il ministero degli Affari Esteri e del Commercio (MFAT-NZ), ha già anticipato di aver nel frattempo deliberato di trattare ogni merce diretta o proveniente da Hong Kong, con gli stessi criteri che verso la Cina continentale. Ovvero senza quelle facilitazioni e privilegi esclusivi del commercio hongkonghese.

La reazione cinese ha dello scontato: si limita ad affermazioni di rito che sottolineano la violazione sia del Diritto Internazionale che delle norme che disciplinano le relazioni internazionali, compresa l’interferenza negli affari interni della Cina.

A ben guardare non sembrano volere ulteriori attriti, forieri di altre tensioni quando non di una rottura dei rapporti diplomatici.

Alcuni giorni fa, anche il Primo Ministro australiano, Scott Morrison, ha annunciato che l’Australia avrebbe sospeso il suo trattato di estradizione con la Cina con le stesse considerazioni della Nuova Zelanda, in risposta alla nuova ed inquietante legislazione di Pechino. Grazie alla quale gli atti dissenso svolti in Australia avrebbero potuto essere perseguiti duramente dalla Legge cinese, con pene fino all’ergastolo.

Il sistema Five Eyes

Five Eyes

E’ un’alleanza basata sull’intelligence dei segnali, facente parte della più vasta UKUSA (United Kingdom-United States of America Agreement), ne fanno parte Stati uniti , Regno Unito, Australia, Canada e Nuova Zelanda , legate ed accomunate dalla stessa lingua, l’inglese, e da un’importante storia, anche bellica, in comune.

Ognuna di queste detiene una parte di spazio dove poter intercettare qualsiasi tipo di segnale , specie se di significato militare.

L’Alleanza contro la Cina

Da quando, ad Hong Kong, è stata varata la Legge sulla Sicurezza Nazionale , Canada, Gran Bretagna e Australia hanno già deliberato la sospensione del trattato di estradizione con la Cina.

A completare il quadro geopolitico si aggiunge la nuova Zelanda.

Ultimi saranno gli Stati Uniti che attendono un’ulteriore evoluzione della politica internazionale, com’è facile che accadrà.

Di certo rimane l’immagine poco edificante del governo di Pechino presieduto da XI Jinping dal 14 marzo 2013. Un presidente che agli inizi del suo mandato faceva presagire un comunismo “illuminato” ,capace di conciliare la rigidità ideologica con le libertà individuali.

Così non è stato, anzi.

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