Libano: dopo i cercapersone esplodono i walkie talkie. Morti e feriti. Hezbollah dice che la punizione arriverà. L’ONU approva proposta palestinese non vincolante per sanzioni e embargo su armi a Israele

BEIRUT. Dopo i cercapersone i walkie talkie, gli impianti di Hezbollah.

E anche i pannelli solari.

Hezbollah ha reso, nel frattempo, noto che “tutti i dispositivi cellulari ed elettronici recentemente importati devono essere controllati per assicurarsi che non sono stati manomessi.
Le batterie di qualsiasi dispositivo dotato di tecnologia wireless devono essere temporaneamente scollegate”.

Continuano così  esplosioni a Beirut e in molte parti il Libano dei materiali per comunicare di Hezbollah. Si parla anche di cellulari esplosi.

Il canale saudita Al-Hadath ha riferito di esplosioni nel Quartier Generale delle milizie sciite sostenute dall’Iran in Iraq a Mosul, contemporaneamente all’esplosione delle radio.

Le detonazioni in Libano hanno colpito persone, case e auto.

Uno dei walkie talkie esploso

Una vettura è saltata in aria davanti all’AUBMC, il Centro medico annesso all’Università americana di Beirut.

Ma i membri di Hezbollah hanno impedito ai media di filmare.

Una persona è stata uccisa a Bint Jbeil, in una serie di esplosioni avvenute in case e automobili.

Si parla, al momento di 14  morti e 450 feriti.

Le ferite sono state riportate, riferiscono fonti di stampa, allo stomaco e alle mani.

Gli “oggetti civili” non devono essere trasformati in armi, ha affermato il segretario generale delle Nazioni Unite Antonios Guterres.

Il segretario generale dell’ONU, Antonio Guterres

E l’Assemblea generale delle Nazioni Unite ha approvato una proposta palestinese non vincolante che chiede di imporre sanzioni e un embargo sulle armi a Israele.

La proposta è stata sostenuta da 124 Paesi , 14 si sono opposti e 43 si sono astenuti.

L’Esercito libanese ha invitato i cittadini a non riunirsi nei luoghi in cui si verificano “incidenti di sicurezza” per facilitare il passaggio delle équipe mediche.

Diversi pannelli solari, essenziali per la tenuta del sistema energetico del Libano, sono esplosi in un certo numero di abitazioni nel Sud del Paese.

 

Hachem Safieddine, capo del Consiglio esecutivo di Hezbollah, ha affermato che il Partito sciita si trova di fronte a “una nuova fase” e che “la punizione arriverà”.

Il ministro della Difesa israeliana Gallant ha dichiarato: “Stiamo entrando in una nuova fase della guerra”, mentre le Forze si spostano verso il confine con il Libano.

“Il centro di gravità si sta spostando verso Nord attraverso la deviazione di risorse e forze – ha detto il ministro – Stiamo aprendo una nuova fase della guerra: ciò richiede da parte nostra coraggio, determinazione e perseveranza. In questa fase è molto importante agire in stretta collaborazione tra tutte le organizzazioni, a tutti i livelli. L’IDF ottiene risultati eccellenti, insieme allo Shin Bet, insieme al Mossad, su tutti gli organismi e in tutte le strutture e i risultati sono risultati davvero impressionanti.”

Gli ospedali si stanno riempiendo di nuovo.

La Protezione civile libanese ha  comunicato che sono scoppiati incendi in 60 case, negozi e 15 veicoli, a seguito dell’esplosione di dispositivi di comunicazione wireless a Nabatieh, nel Sud del Paese.

Negli ultimi anni il Libano è passato da una crisi all’altra, tra cui il crollo finanziario del 2019 e l’esplosione del porto di Beirut del 2020, ma il ministro della Salute Firas Abiad ha affermato che il settore sanitario ha risposto bene, in parte grazie a mesi di preparazione.

“La risposta è stata buona – ha detto – e, cosa più importante, siamo riusciti a fornire assistenza a chi ne aveva bisogno, soprattutto a chi aveva ferite gravi”.

Oltre 2.700 persone sono arrivate in 20 ospedali libanesi dopo le esplosioni, ha affermato Abiad, circa 300 in condizioni critiche.

Il bilancio delle vittime è al momento di 12 persone, ha aggiunto.

Ieri, a causa dele esplosioni dei cercapersone, sono stati eseguiti più di 400 interventi chirurgici, la maggior parte per lesioni al viso e agli occhi.

Alcuni operatori sanitari hanno descritto un forte senso di presentimento su ciò che potrebbe ancora accadere mentre le tensioni tra Israele e Hezbollah raggiungono il culmine, sollevando i timori di una guerra più ampia.

I fondi pubblici destinati agli ospedali si sono esauriti e migliaia di medici e infermieri hanno lasciato il Paese, mettendo a dura prova coloro che sono rimasti.

Intanto, l’Alto Commissario delle Nazioni Unite per i diritti umani, Volker Turk, ha chiesto un’indagine indipendente sulle esplosioni dei cercapersone.

Volker ha spiegato in una dichiarazione che il targeting simultaneo di migliaia di individui senza sapere chi deteneva i dispositivi o dove si trovavano ha violato il diritto internazionale dei diritti umani e forse il diritto internazionale umanitario.

“Deve esserci un’indagine indipendente, approfondita e trasparente sulle circostanze di queste esplosioni di massa e coloro che hanno ordinato e portato a termine un simile attacco devono essere ritenuti responsabili”, si legge nella sua dichiarazione.

Anche il Principe ereditario saudita Mohammed bin Salman ha condannato fermamente i “crimini dell’occupazione israeliana” contro il popolo palestinese e ha affermato che il Regno non riconoscerà Israele senza uno Stato palestinese.

Manifestanti, come riportano alcuni canali Telegram, hanno colpito due mezzi di UNIFIL.

A proposito dell’esplosione dei cercapersone di ieri è arrivata, oggi, la dichiarazione del Governo ungherese.

Le autorità hanno confermato che l’azienda tirata in ballo la BAC Consulting è un intermediario commerciale, senza sito produttivo o operativo nel Paese.

L’Esecutivo ha reso noto che la società ha un suo proprio manager registrato presso l’indirizzo dichiarato e i dispositivi menzionati non sono mai stati in Ungheria.

Durante le ulteriori indagini, i Servizi di Sicurezza nazionali ungheresi stanno collaborando con tutte le agenzie e organizzazioni partner internazionali pertinenti.

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