Libano, l’Esercito ordina di controllare il confine meridionale per evitare violazioni di Israele. In Russia Assad incontra Putin per il futuro della Siria

Beirut. “Vi invito a essere pienamente preparati sul confine meridionale per affrontare le minacce e le violazioni del nemico israeliano e le sue ostili intenzioni contro il Libano, la sua gente e il suo esercito, nonché per assicurare l’attuazione della risoluzione 1701 in coordinamento e cooperazione con le forze delle Nazioni Unite in Libano”.

Soldati libanesi

Questo messaggio pubblicato su un tweet dell’Esercito libanese ha fatto accendere i riflettori sul Paese che si trova in piena crisi politico-istituzionale, dopo che il suo capo del Governo Saad Hariri è prima andato in Arabia Saudita e poi in Francia, dove ha incontrato il Presidente francese, Emmanuel Macron. Il quale si è detto pronto ad aiutare il Paese dei cedri ad uscire dall’impasse.

Da Riad, lo scorso 4 novembre Hariri aveva annunciato in Tv, a sorpresa, le sue dimissioni dal Governo di unità nazionale di cui fa parte Hezbollah, alleato dell’Iran e rivale dell’Arabia Saudita.

Oggi, Hariri si trova nella capitale egiziana per un incontro con il Presidente Abdel Fattah Sisi, prima di rientrare a Beirut domani per partecipare alla Festa dell’indipendenza del Libano, dopo più di due settimane di assenza dal Paese.

Hariri e Al Sisi a colloquio

La visita al Cairo avviene nel quadro delle “consultazioni” di Hariri “con gli alleati arabi”, come ha riferito Al Jazeera (http://www.aljazeera.com).

Sisi fa da vari mesi il mediatore nelle diverse crisi che coinvolgono l’Iran e i Paesi arabi che si oppongono a Teheran.

Intanto, dalla vicina Siria si assiste a vari movimenti del Presidente siriano, el Assad. Il quale, ieri, è andato a Sochi per incontrare il Presidente russo e suo grande alleato, Vladímir Putin.

Assad e Putin, l’incontro tra antichi alleati

Entrambi sostengono che il conflitto siriano oar deve passare per una soluzione politica, Asad e Putin non si incontravano dal 20 ottobre 2015, poche settimane dopo che la Russia aveva lanciato la sua operazione militare in Siria, dando così una scossa al conflitto a favore del Presidente siriano. La guerra dura ormai da sei anni ed ha causato oltre 330 mila morti e milioni di rifugiati.

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