Zimbabwe, Robert Mugabe si è dimesso. Finisce un potere durato 37 anni di uomo con un passato da rivoluzionario

Harare. Da oggi termina il lungo potere, 37 anni, di Robert Mugabe, Presidente dello Zimbabwe. Lo ha comunicato il presidente del Parlamento, Jacob Mudenda.

Robert Mugabe si è dimesso

Mudenda ha precisato di avere ricevuto una lettera dell’anziano leader. Un coro di acclamazioni e giubilo è esploso tra i deputati dell’Assemblea all’annuncio.

Il presidente del Parlamento ha dunque interrotto le procedure di impeachment precisando che le dimissioni hanno effetto immediato. Dopo oltre 30 anni di potere si chiude così l’era del più anziano capo di Stato al mondo.

La sua storia politica inizia nel 1960, quando rientrò per un breve periodo nella colonia della Rhodesia meridionale, dove nel frattempo aveva preso piede un movimento nazionalista africano anticolonialista. Influenzato dalla moglie, l’attivista politica Sally Hayfron, Mugabe era passato definitivamente a teorie di stampo marxista-leninista ed aveva esordito in politica prendendo la parola nel corso di una pubblica manifestazione di protesta nel 1961. Lasciò quindi l’insegnamento per dedicarsi a tempo pieno all’attivismo politico. Divenne un militante del Partito Nazionaldemocratico (NDP) che, in seguito, prenderà il nome di  Unione Popolare Africana di Zimbabwe (ZAPU).

Mugabe pensava che fosse necessario intraprendere la lotta armata per rovesciare il dominio coloniale britannico. Per questo abbandonò il partito nel 1963 in polemica con il fondatore Joshua Nkomo che invece sosteneva la via diplomatica del negoziato internazionale con Londra. Mugabe ed altri fuoriusciti entrarono quindi nell’Unione Nazionale Africana di Zimbabwe (ZANU), fazione rivale dello ZAPU. Ndabaningi Sithole, uno dei fondatori dello ZANU, nominò Mugabe segretario generale del partito.

Nel 1964 venne arrestato insieme ad altri membri del partito e condannato a 10 anni di prigione. Durante il duro regime di detenzione conseguì due lauree per corrispondenza in Giurisprudenza ed Economia e continuò a leggere i testi marxisti su cui aveva fondato la sua formazione ideologica. Nel 1966 subì un torto che lo avrebbe segnato a vita: il regime rodhesiano gli negò il permesso di andare al funerale dell’unico figlio, morto di malaria in Ghana all’età di tre anni. Dopo il rilascio nel 1974, lasciò il Paese per rifugiarsi a piedi in Mozambico, dove conobbe il leader indipendentista locale del FRELIMO, Samora Machel.

Qui assunse la guida dell’ala paramilitare del partito, lo Zimbabwe African National Liberation Army (ZANLA), impegnato nella lotta contro il Governo della minoranza bianca guidato da Ian Smith.

Nel 1975 persero la vita alcuni dei leader del partito e l’ex Presidente assunse unilateralmente il controllo dello stesso. Dopo una lite con Ndabaningi Sithole, costituì una sezione militante dello ZANU, lasciando a Sithole la guida del più moderato Partito Zanu.

Nel 1976 ZANU e ZAPU si unirono e costituirono il Patriotic Front (PF).

Dopo un inasprimento della lotta armata, nel 1979 furono avviati nuovi negoziati di pace tra i leader bianchi della Rhodesia Meridionale ed il Patriotic Front di Mugabeò.

Gli accordi ristabilirono il dominio coloniale britannico per gestire la transizione all’indipendenza del Paese,. Londra sostituì il regime rhodesiano con un governo coloniale guidato da Lord Soames, governatore britannico. In tale fase di transizione l’ex colonia venne chiamata Zimbabwe Rhodesia.

Poco tempo dopo si tennero le elezioni parlamentari per la Repubblica dello Zimbabwe. Favorito era dato Joshua Nkomo ma Robert Mugabe, il 4 marzo 1980, vinse trionfalmente e divenne capo del Governo, diventando il primo nero a ricoprire tale carica. Il primo Presidente della Repubblica fu Canaan Banana, facente parte dello stesso partito, lo ZANU, che ottenne 57 dei 100 seggi parlamentari. Ottenuta l’indipendenza effettiva, il paese prese il nome definitivo di Zimbabwe.

Il governo di coalizione costituito con Nkomo fu sciolto nel 1982, asserendo come motivazione un tentativo di un golpe in preparazione da parte dello ZAPU. Nkomo dovette abbandonare il Governo.

La famigerata 5ª Brigata, predisposta da istruttori nord-coreani, venne impiegata da Mugabe per domare la rivolta di ex-guerriglieri fedeli al suo avversario. Furono uccisi, tra il 1983 e il 1987, circa 20 mila civili appartenenti all’etnia minoritaria Ndebele.

Mugabe sfruttò la frattura della coalizione per rafforzare il suo potere. Fu rieletto nel 1985 e si accordò di nuovo con Nkomo, ponendo fine alla rivalità ZANU-ZAPU. Nkomo tornò al Governo come vicepresidente. Nel 1987, dietro insistenza di Mugabe, lo ZAPU e lo ZANU si fusero in un nuovo partito, l’Unione Nazionale Africana di Zimbabwe – Fronte Patriottico (ZANU-FP).

Nel 1987, scaduto il termine settennale di Mugabe, fu abolito il ruolo del primo ministro e lo stesso uomo politico divenne Presidente. La carica gli venne riconfermata nelle elezioni del 1990 e del 1996. All’inizio del suo mandato si propose di migliorare la qualità della vita della popolazione nera.

È stato accusato di aver instaurato un regime dittatoriale. La controversa politica da lui messa in atto ha portato all’esclusione dello Zimbabwe dal Commonwealth e allo stesso tempo gli ha procurato la designazione di “persona non grata”. Uno status che gli ha negato l’ingresso nell’Unione europea e negli Stati Uniti tranne che per la partecipazione ad eventi organizzati dalle Nazioni Unite e dai suoi organi (intervenendo, per esempio, in una riunione FAO del 2008 tenutasi a Roma), oltre a quelli organizzati nella Città del Vaticano, in quanto i Patti Lateranensi obbligano l’Italia a non ostacolare chiunque voglia recarsi alla Santa Sede.

Da una settimana l’Esercito ha preso il controllo del Paese. Mugabe aveva resistito finora alle pressioni, anche dopo una grande manifestazione di protesta contro di lui ed i negoziati intrapresi dai militari con emissari inviati dal Sud Africa.

Il numero due Emmerson Mnangagwa, potrebbe essere la figura politica che potrebbe sostituire Mugabe, L’anno prossimo si terranno, ufficialmente, le elezioni presidenziali e lui potrebbe essere il candidato ufficiale. Ma si attende il via libera del partito di maggioranza, l’Unione nazionale Africana dello Zimbabwe-Fronte patriottico (ZANU-PF).

Emmerson Mnangagwa

Mnangagwa fu cacciato lo scorso 6 novembre. La moglie di Mugabe, Grace avrebbe infatti voluto prendere il posto del marito. Questa mossa ha fatto infuriare i militari che sono scesi in strada per impedire che questo avvenisse. L’ex vice di Mugabe ha avuto comunque il sostegno del suo partito.

Mugabe e la moglie Grace

Fino ad arrivare ai fatti di oggi.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Autore