Liberazione di Silvia Romano: E’ lecito pagare il riscatto ai terroristi per liberare un sequestrato? Troppe ombre sulla sua prigionia

Di Alexandre Berthier

Roma. Quasi tutte le testate nazionali – tranne poche, più attente e riflessive, evidentemente – hanno dedicato ieri vistose aperture in prima pagine e ampio spazio in cronaca alla liberazione della giovane cooperante milanese Silvia Romano, rapita da qualcuno in Kenya nel novembre 2018.

Silvia Romano sorride ai fotografi e alla Tv. Non appare molto provata dalla prigionia

Anche l’arrivo trionfale all’aeroporto di Ciampino (Roma) è stato celebrato con dovizia di particolari dai TG a cavallo delle ore 14,00 di ieri.

Silvia Romano a colloquio con il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte

Spettacolo indecoroso, inadeguato, incomprensibile, indegno di un Paese come l’Italia, che è pur sempre uno dei più importanti e progrediti nel mondo.

Di questa Romano ormai sappiamo tutto, un’eroina che ha trovato ad accoglierla addirittura il nostro Presidente del Consiglio (1), il ministro degli Esteri (2), alti ufficiali (anche di polizia giudiziaria!), personaggi vari, un nugolo di giornalisti e foto reporter nonché, ovviamente, familiari della rediviva in quantità abbondante.

Un assembramento quasi rissoso, con abbracci e baci e foto ricordo “stretti, stretti” anche con i vertici istituzionali dello Stato. . .

Ma, veramente, si sa che i magistrati ormai da tempo sono al di sopra della legge, però si pensava, almeno fino a questa mattina, che il Presidente del Consiglio e i suoi Ministri fossero invece soggetti alla legge, specie a quelle norme severissime che loro stessi hanno imposto a 60 milioni di italiani.

Italiani che non sono potuti andare a festeggiare nelle chiese la resurrezione di Nostro Signore ma che hanno visto tanti privilegiati, tutti in flagrante violazione di legge, correre a festeggiare la “resurrezione” della signora Silvia Romano, che è apparsa vestita col costume nazionale somalo, da islamica convinta!!!

Ci aspettavamo di vedere arrivare una fanciulla smunta, depressa, ricoperta di vestiti ridotti a brandelli da rapitori e violentatori; invece no, un elegante abito di stretta eleganza islamica, indossato con assoluta naturalezza.

Forse in Ambasciata, a Mogadiscio, l’Ambasciatore italiano, oltre a offrire una pizza alla nostra eroina, poteva dotarla, credo senza difficoltà, di un abbigliamento da italiana.

Invece, no. Si dice che sarebbe stata costretta a sposare uno dei suoi rapitori e a convertirsi. Se così è, va osservato che è entrata bene nel suo nuovo ruolo e allora mi chiedo perché non sia rimasta dove stava, con la sua nuova famiglia e i suoi correligionari.

Ma ci sbagliavamo, si sarebbe invece convertita spontaneamente e sarebbe stata trattata benissimo, così avrebbe raccontato al nostro ambasciatore a Mogadiscio venerdì sera (3).

Avremmo risparmiato, si dice, 4 milioni di euro (4)! Ora la mano passa alla Procura della Repubblica di Roma, come avviene per tutti i casi similari, che non sono stati pochi e che con le nostre prassi un poco alla buona, diciamo umanitarie, non badando a spese, non potranno che continuare.

Chi scrive non si appassiona affatto alle vicende della poverina, né intende seguirne le gesta ormai romanzate, riferite periodicamente dai media, iniziate col suo primo viaggio il 22 luglio 2018 in Kenia con la ONG “Orfan’s Dream” e proseguite, animata da “spirito altruistico e bellezza del posto”, con il viaggio del 5 novembre successivo con la “Africa Milele” di Fano (Pesaro), per un progetto di sostegno all’infanzia per i bambini di un orfanatrofio nel poverissimo villaggio di Chakama, nel sud est del Kenya, abbastanza vicino al confine con la Somalia.

Bambini somali in un villaggio

“Il 20 novembre 2018 è il giorno in cui la ragazza è inghiottita dall’oblio. Il blitz lo compiono dei mercenari al soldo di Al Shabaab. Non omogenei al gruppo ma ben pagati per portare il ‘pacco’ a destinazione. . . (5)”.

Per molto tempo non ci sarebbero stati contatti coi rapitori fino a quando “…grazie anche agli 007 locali e del MIT turco, l’AISE (6) è riuscita ad entrare in contatto con persone vicine ai carcerieri . . . così in estate (2019, NdA) arrivano i primi segnali. Poi un lungo periodo di silenzio. Si sparge la notizia di un conflitto a fuoco durante il quale potrebbe essere rimasta ferita.

Ed è solo a novembre che anche dalla Procura di Roma che segue le indagini, filtrano indicazioni positive: sta bene ed è viva.

E’ una trattativa lunga e complessa, durante la quale viene chiesto un riscatto che, come accaduto anche nei precedenti sequestri, è certo che sia stato pagato…(7).

Miliziani somali di Al Shabab

Conclude la sua dettagliata e documentata cronaca la giornalista Mangani precisando che “ . . . Con la liberazione di Silvia, sono quattro gli italiani rapiti all’estero che sono potuti tornare a casa in poco più di un anno grazie in particolare all’azione dell’AISE, guidata dal Generale Luciano Carta (8) che dalla fine del mese lascerà il ruolo di direttore dell’agenzia per prendere quello di presidente di Leonardo. Nell’aprile e maggio 2019 erano stati liberati Sergio Zanotti e Alessandro Sandrini, rapiti in Turchia e portati in Siria, mentre il 14 marzo sono tornati in libertà Luca Tacchetto e la compagna canadese Edith Blois, che erano scomparsi in Burkina Faso (9)”.

Peraltro, sarebbe ancora incompleto il novero degli italiani rapiti in aree note per la loro instabilità. Evidentemente, non tutti gli scomparsi hanno la stessa importanza oppure le risorse non sono sempre disponibili.

Ma quasi sempre le nostre storie di rapiti e rapitori restano offuscate da vaste zone d’ombra. Mancherebbero ancora all’appello dei redivivi il gesuita Paolo Dall’Oglio rapito a Raqqa, che diverrà la capitale dello Stato islamico, nel 2014; la zona è stata liberata nel 2017 ma del religioso non si hanno tracce.

E neppure si hanno notizie di Padre Pier Luigi Maccalli catturato in Niger nel settembre del 2018. Infine, restano tuttora un mistero, che però sembrerebbe non interessare nessuno, i tre napoletani scomparsi in Messico nel gennaio del 2018: Raffaele Russo, Antonio Russo e Vincenzo Cimmino.

I tre sarebbero stati rapiti dalla polizia, venduti ai narcos ed infine beffati dai giudici, che avrebbero scarcerato il boss che avrebbe ordinato il rapimento.

Sia i familiari che il loro legale, che inscenarono una clamorosa protesta bloccando i binari delle Frecce Rosse alla Stazione Centrale di Napoli, denunciano l’assoluto disinteresse dei media e del Ministero degli Esteri (10).

Questi i fatti, che rispetto ai problemi sanitari ed economici del nostro Paese sono veramente poca cosa, direi quasi di nessuno interesse, a dispetto di quanto ha dichiarato il Presidente della Repubblica.

Credo che al 99% degli italiani della liberazione di questa qua non interessi assolutamente nulla, altro che “motivo di grande gioia…”.

Semmai gli italiani e la nostra solerte magistratura si dovrebbero porre altri problemi. E’ normale divulgare i dettagli di operazioni condotte sotto copertura, con l’ausilio di altri servizi segreti stranieri e con procedure non previste dalla legge nazionale, quando non addirittura vietate?

E’ legittimo impiegare i servizi segreti per seguire le vicende di quattro sventati, quando non proprio avventurieri, che cadono in disgrazia in territori dove nessuno con un minimo di giudizio e senso di responsabilità si sognerebbe mai di mettere piede?

E’ legittimo impiegare milioni di euro dell’Erario, destinati alle agenzie dei servizi di informazione e sicurezza per scopi diversi da quelli per i quali essi sono preposti?

E’ legittimo pagare un riscatto a organizzazioni criminali o terroristiche, finanziandole, per liberare cittadini sequestrati?

In patria, come ben sappiamo, è vietato e l’Autorità giudiziaria sequestra i beni ed i conti correnti dei familiari del rapito per impedire il pagamento del riscatto, provocando talora danni gravissimi se non addirittura letali ai prigionieri.

E’ legittimo per l’AISE stornare i fondi riservati, di sua pertinenza, per pagare il riscatto di cittadini sequestrati all’estero, atteso che questo compito non è tra quelli previsti per l’Agenzia stessa (11)?

E chi avrebbe l’autorità per adottare certe decisioni? Certo, “ictu oculi”, in siffatto modo di operare si possono individuare una serie di reati, tra i quali il finanziamento del terrorismo internazionale, che non solo coinvolgono la competenza della magistratura italiana ma anche della Corte Internazionale di Giustizia (ICJ) de L’Aja (12) e la Corte Penale Internazionale (ICC).

Resta il fatto che, anche se non ufficialmente, la prassi dell’Italia di pagare riscatti per propri cittadini sequestrati all’estero da gruppi terroristici è tristemente nota e ben stigmatizzata dai Paesi del mondo occidentale che sono soliti procedere ben diversamente.

Questa volta, poi, l’operato dell’Italia ha visto impiegato, a supporto dell’AISE, il Raggruppamento Operativo Carabinieri (ROS) che ha condotto le indagini con la Procura di Roma, ma ha visto coinvolti in via prioritaria soprattutto i servizi segreti turchi che in Somalia, a Mogadiscio, e in generale nel Corno d’Africa, operano agevolmente ed efficacemente.

Infatti, “la Turchia in Africa oggi è una piccola Cina, perché nessun altro Paese al mondo, eccetto la potenza cinese, ha saputo coltivare con lungimiranza, dinamismo e capacità di penetrazione in tutti i settori – culturale compreso – il grande continente quanto la repubblica guidata dal sultano turco” (13).

Purtroppo per noi l’abile politica di Recep Tayyip Erdogan è stata capace di allontanare l’Italia progressivamente dal centro dell’azione, sostituendosi ad essa e diventando un attore fondamentale, partendo dalla Libia.

Il Presidente turco Erdogan con alcuni consiglieri militari

Ovviamente, la contropartita per aver agevolato la liberazione del nostro ostaggio è quella di avere un pieno via libera per Ankara nella difesa di Tripoli e del premier Al Serraji (14).

Purtroppo, si ricordano altri analoghi eventi che squalificano la politica estera nazionale italiana, con discutibili operazioni sotto copertura, poi comunque sempre platealmente date in pasto all’opinione pubblica internazionale, risolte anch’esse con un inaccettabili finanziamenti del terrorismo internazionale: così la tragica liberazione il 4 marzo 2005 della giornalista Giuliana Sgrena, rapita in Iraq il precedente mese di febbraio, con l’uccisione dell’agente del SISMI (15) Nicola Calipari, colpito – in circostanze non chiarite in modo concorde tra Italia e USA – da soldati americani di servizio in un check-point lungo l’itinerario che portava gli italiani all’aeroporto di Bagdad; così la ridicola quanto inutile liberazione di due volontarie lombarde, Greta Ramelli e Vanessa Marzullo, rapite il 31 luglio 2014 in Siria ad Aleppo, dagli jidahisti del fronte Al Nusra, dove erano giunte con la ONG “Horryaty”.

Le due ragazze, liberate dopo cinque mesi e mezzo di sequestro, dichiararono di essere “innamorate della causa siriana”, di non essere state corrisposte dai gruppi armati anti-Assad ma di voler tornare in Siria appena fosse stato nuovamente possibile.

Sfortunatamente, l’incertezza della politica condotta dal Governo e da un Parlamento sostanzialmente assente nelle decisioni fondamentali nella vita del Paese, interventi imprevedibili delle magistrature, rendono problematico operare per le Forze di Polizia, le Forze Armate ed i Servizi di informazione e sicurezza, che possono offrire rendimenti minimali e dagli esiti sempre incerti.

NOTE:

    1. Che per primo ha dato notizia della liberazione con un tweet nel pomeriggio di sabato 9 maggio che recitava “Silvia Romano è stata liberata! Ringrazio le donne e gli uomini dei nostri servizi di intelligence esterna. Ti aspettiamo in Italia!”. A seguire, si è inserito il Presidente Mattarella che ha dichiarato “Un motivo di grande gioia per tutti gli italiani”, così Cristiana Mangani in “Silvia Romano è libera-un incubo lungo 18 mesi- ma sono stata forte”, su Il Messaggero del 10 maggio 2020, pag. 2
    2. Invece, il Ministro Di Maio, cui nessuno aveva detto nulla, ha appreso la notizia solo dal tweet del suo Presidente del Consiglio e ha scritto che “Lo Stato non abbandona nessuno”. Ma così non risulta essere
    3. Mentre sto scrivendo, apprendo che Lara Tomasetta dal sito TPI.it, ma di minuto in minuto anche altri, ci informa che la cooperante Silvia Romano ha dichiarato “Mi sono convertita all’Islam, mia libera scelta senza costrizioni . . . non c’è stata nessuna costrizione da parte dei rapitori che mi hanno sempre trattata con umanità. Non è vero invece che sono stata costretta a sposarmi, non ho avuto costrizioni fisiche né violenze…”
    4. Sembrerebbe che tale particolare sia stato riferito da un funzionario del Ministero degli Esteri somalo (cfr. Luigi Guelpa, in “Il blitz (con riscatto da 4 milioni). . . “ su Il Giornale del 10 maggio 2020, pag. 19. Lo stesso giornalista precisa che : “. . . Una volta che i nostri 007 hanno avuto la prova che fosse in vita, sono partite le trattative per stabilire il prezzo del riscatto. Il governo italiano ha negato almeno per il momento che sia stata versata una cifra per la liberazione, anche se. . . “
    5. Così Cristiana Mangani in “Silvia libera: costretta a convertirsi all’Islam – soldi, video e 007: la pista vincente e il blitz” su Il Messaggero del 10 maggio 2020, pagg. 1, 2 e 3 e Giuseppe Scarpa sulla stessa testata in “ Pizza a cena con l’Ambasciatore: ecco cosa mi mancava davvero”, pag. 2
    6. L’Agenzia informazioni e sicurezza esterna (AISE) ha il compito di ricercare ed elaborare tutte le informazioni utili alla difesa dell’indipendenza, dell’integrità e della sicurezza della Repubblica dalle minacce provenienti dall’estero (art. 6 della legge 3 agosto 2007, n. 124)
    7. Così Cristiana Mangani, articolo cit., op. cit., pag. 3
    8. Generale di Corpo d’Armata della Guardia di Finanza, nominato direttore dell’AISE dal 21 novembre 2018, cessa anticipatamente dall’incarico per problematiche nei rapporti con il Direttore del DIS, a lui sovraordinato, quantunque quest’ultimo nel Corpo della Guardia di Finanza rivesta solo il grado di Generale di Divisione. Un madornale errore da dilettante di chi ha deciso assurdamente le due nomine
    9. Ibidem Cristiana Mangani
    10. Così Avv. Stefano Falletti su it.sputnik.com del 12 febbraio 2020 “Napoletani scomparsi in Messico: rapiti dalla polizia, venduti ai narcos, ora la beffa dei giudici”
    11. No, l’art. 6 della legge 3 agosto 2007, n.124 “Sistema di informazioni e sicurezza della Repubblica e nuova disciplina del segreto”, che disciplina l’AISE, non prevede questo compito per l’Agenzia. Gli eventi criminosi che colpiscono cittadini all’estero sono affidati ordinariamente alla collaborazione internazionale di polizia, con competenza della Procura di Roma, e possono vedere l’azione di collegamento tra Governi, se necessario, attraverso le Ambasciate ed i Consolati. Si soggiunge, per completezza di informazione, che l’AISE, a norma dell’art. 7 bis del DL n. 74 del 2015 convertito nella legge 11 dicembre 2015, n. 198, per singole missioni all’estero può utilizzare unità delle “forze speciali italiane”, delle Forze Armate e di Polizia, alla stessa stregua di quanto avviene in Gran Bretagna e negli USA
    12. Principale organo giudiziario delle Nazioni Unite il cui principale compito è quello di risolvere le controversie tra gli Stati e dare opinioni su questioni rilevanti del diritto internazionale e di ampliare i confini e gli orizzonti del diritto internazionale
    13. Così Marco Ansaldo in “L’ombra di Erdogan l’africano fra Tripoli e Mogadiscio”, su La Repubblica del 10 maggio 2020, pag. 2
    14. Ibidem Marco Ansaldo
    15. Servizio Informazioni per la Sicurezza Militare, operante con il parallelo SISDe, dall’ottobre 1977 all’agosto 2007, entrambi succeduti al SID (Servizio Informazioni Difesa), preesistente ed unico organismo di informazione e sicurezza.

 

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