Mafia: morto Matteo Messina Denaro. Cosa Nostra ancora ostacolo per lo sviluppo della Sicilia

Di Flavia De Michetti

ROMA. Oggi, all’età di 61 anni, è morto Matteo Messina Denaro, l’ex super latitante che, da tempo, era malato di tumore al colon al quarto stadio e ricoverato nel reparto detenuti dell’ospedale San Salvatore de L’Aquila.

A gennaio di quest’anno, il capomafia di Castelvetrano (Trapani), noto per la sua ferocia criminale, l’ultimo latitante di Cosa Nostra, ricercato dall’estate del 1993, è stato arrestato dai Carabinieri del ROS, nell’ambito di un’operazione coordinata dalla Procura di Palermo, in particolare dai procuratori del capoluogo Maurizio de Lucia e Paolo Guido.

Dopo che le condizioni di salute dell’uomo, colpito da un coma irreversibile, si sono aggravate, i medici avevano sospeso l’alimentazione per via di un sanguinamento e un collasso, con i parametri vitali compromessi.

Un momento dell’arresto del boss mafioso Matteo Messina Denaro

In occasione di quanto avvenuto oggi, il fondatore della Fondazione “Scintille di futuro”, già procuratore nazionale antimafia, Pietro Grasso, tramite una nota ha dichiarato: “Con la morte di Matteo Messina Denaro finisce una vita piena di violenza, trame, misteri. Finisce anche un’era di Cosa Nostra, ma non Cosa Nostra”.

“Per il ruolo che ha svolto e le decisioni che ha contribuito a prendere di certo era a conoscenza di nomi, dettagli, complicità che avrebbero potuto far chiarezza su una stagione, quella tra gli anni 80 e gli anni 90, su cui ancora abbiamo bisogno di sapere tutta la verità. Nemmeno negli ultimi mesi, pur consapevole di quanto grave fosse la sua condizione clinica, ha voluto dare un minimo ristoro a tutte le sue vittime e ai loro familiari fornendo elementi di verità. – ha sottolineato Grasso – Cosa Nostra non è finita con la morte di Riina, né con quella di Provenzano, e non finisce oggi, ma cambia, evolve, si trasforma, restando il principale ostacolo per una Sicilia e per un’Italia libera dal giogo della violenza, del ricatto, della povertà”.

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