ROMA. IL 70% della superficie terrestre è mare.
Le questioni legate ad esso sono articolate e multidisciplinari.
“Quando si parla di mare – si legge nel rapporto 2024 della Marina Militare (RAPPORTO_INF_MARINA 2024) si parla di trasporti, infrastrutture critiche (gasdotti, cavidotti, oleodotti) ma anche di risorse biologiche, minerarie ed energetiche; anzi, in un’era di accelerato climate change che rende necessaria la transizione ecologica, diventerà ancora di più essenziale nei processi di termoregolazione della temperatura del pianeta ma sarà anche il luogo dove sviluppare nuove infrastrutture critiche (wind-farm offshore, tidal power plant, ecc.) destinate alla produzione di energia green”.

La Marina Militare durante un’attività addestrativa
Questo valore è destinato a crescere in modo esponenziale, appena sarà più accessibile la dimensione subacquea, dove risiedono ricchezze e opportunità ancora inesplorate.
L’Italia è un Paese a forte vocazione marittima e sicurezza e benessere sono fortemente legati al mare.
Il rapporto 2024 evidenzia come l’anno scorso sia stato caratterizzato da due teatri di guerra che hanno pesantemente influenzato le aree di interesse del nostro Paese e, in generale, si è distinto per dinamiche geopolitiche e strategiche connotate da una rapidità nei cambiamenti senza precedenti, competizione, instabilità e incertezza.

Il capo di Stato Maggiore della Marina Militare, Ammiraglio di Squadra Enrico Credendino
“In tale situazione – si legge nel rapporto – la Marina ha focalizzato il proprio impegno per soddisfare esigenze imprescindibili quali: essere presenti in mare e nei Teatri Operativi, per non risultare esposti all’iniziativa altrui e proteggere gli interessi nazionali; preparare lo strumento aeronavale (sistemi d’arma, dotazioni, efficienza, equipaggiamenti, formazione, supporto, etc.) per essere pronti a fronteggiare il confronto militare ad alta intensità in tutti domini e anticipare gli eventi piuttosto che inseguirli; addestrarci con il massimo realismo per essere rilevanti nel contrasto delle più attuali minacce, recependo in modo adattivo i ritorni dal campo; incrementare le attività di cooperazione, perché nessuno può fare da solo”.
L’Italia ha oltre 8 mila chilometri di coste ed è posizionata al centro del Mediterraneo , con un’economia fortemente legata al mare e alla dimensione subacquea, dove le infrastrutture critiche sono sempre più esposte a rischi.
“Con questa consapevolezza – si legge ancora nel dossier – abbiamo affrontato quotidianamente, con senso di responsabilità e quale parte integrante dell’ecosistema della Difesa, il gravoso impegno richiesto a noi tutti per la tutela della sicurezza e della prosperità del Paese. Un impegno essenziale per proteggere il cluster marittimo nazionale del quale la Marina è una costola fondamentale – per mantenere aperte le vie di comunicazione marittima e gli Stretti, per sorvegliare e mantenere sicuri i fondali e per proiettare diplomazia, cultura e made in Italy, nonché per dare supporto al terzo settore in virtù di quello che è il nostro DNA, ovvero non lasciare nessuno indietro”.
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