Medio Oriente: Libano e Siria verso gli Accordi di Abramo? Le prospettive di una nuova era di normalizzazione

Di Chiara Cavalieri 


BEIRUT. L’inviato statunitense per il Medio Oriente, Steve Witkoff, ha recentemente dichiarato che Libano e Siria potrebbero aderire agli Accordi di Abramo, il quadro diplomatico che ha portato alla normalizzazione dei rapporti tra Israele e diversi Stati arabi.

Steve Witkoff, inviato statunitense per il Medio Oriente

Durante un evento organizzato dall’American Jewish Committee a Washington, Witkoff ha sottolineato che vi sono “cambiamenti profondi in atto” nella regione, lasciando intendere che nuovi sviluppi potrebbero portare anche Damasco e Beirut a stabilire relazioni con lo Stato ebraico.

Il contesto geopolitico e il ruolo dell’Iran

Secondo Witkoff, la possibilità che Libano e Siria si uniscano agli Accordi di Abramo deriva dalle recenti difficoltà incontrate dalle forze legate all’Iran nei due Paesi.

Il Libano, da anni in crisi economica e politica, è fortemente influenzato da Hezbollah, gruppo sciita sostenuto da Teheran.

La Siria, invece, continua a essere un teatro instabile in cui il regime di Bashar al-Assad si manteneva al potere grazie al sostegno russo e iraniano.

Tuttavia, la crescente pressione internazionale e il deterioramento delle economie locali potrebbero spingere entrambi i Paesi a riconsiderare il loro isolamento.

Nel suo intervento, Witkoff ha dichiarato: “Il Libano può mobilitare le sue forze e unirsi agli Accordi di Abramo per la pace, come sta accadendo con la Siria”, lasciando intendere che ci siano già delle trattative o almeno una predisposizione al dialogo.

Gli Accordi di Abramo: una svolta storica

Gli Accordi di Abramo, siglati sotto l’egida degli Stati Uniti nel 2020, hanno rappresentato un cambiamento storico nelle relazioni tra Israele e il mondo arabo. Il primo passo è stato fatto con la firma tra Israele, Emirati Arabi Uniti e Bahrein, seguiti poi da Sudan e Marocco.

I protagonisti degli accordi di Abramo



Questi accordi hanno segnato la prima normalizzazione delle relazioni tra Israele e un Paese arabo dopo il Trattato di pace con l’ Egitto nel 1979 e con la Giordania nel 1994.

Tuttavia, gli analisti politici sottolineano che l’espansione degli Accordi a Paesi come Libano e Siria sarebbe molto più complessa, dati i conflitti storici e il coinvolgimento di attori esterni come l’Iran.

L’Arabia Saudita e il nodo palestinese

Un elemento chiave nel quadro della normalizzazione con Israele è l’Arabia Saudita, che finora ha mantenuto una posizione più cauta rispetto agli Emirati Arabi Uniti e al Bahrein, è la questione palestinese. .

Il Principe ereditario Mohammed bin Salman


Il Principe ereditario Mohammed bin Salman ha dichiarato che Riyadh non stabilirà relazioni diplomatiche con Israele senza la creazione di uno Stato palestinese indipendente con Gerusalemme Est come capitale.

Il Ministero degli Esteri saudita ha ribadito questa posizione in questi giorni, affermando che qualsiasi accordo con Israele deve includere il riconoscimento dello Stato palestinese nei confini del 1967 e il ritiro delle forze israeliane dalla Striscia di Gaza.

Quali prospettive per Libano e Siria?

Se l’Arabia Saudita, considerata la guida del mondo sunnita, rimane ferma nella sua richiesta di un accordo israelo-palestinese prima di qualsiasi normalizzazione, il Libano e la Siria potrebbero muoversi in maniera più indipendente.

Tuttavia, ci sono diversi fattori che rendono improbabile un’adesione immediata agli Accordi di Abramo:

  • Il ruolo di Hezbollah in Libano:  Il gruppo sciita libanese, alleato dell’Iran, vede Israele come un nemico storico e difficilmente accetterà un cambiamento nei rapporti diplomatici
  • La presenza iraniana in Siria: Teheran ha investito miliardi per mantenere al potere il regime di Assad e difficilmente accetterà un avvicinamento tra Damasco e Tel Aviv..potrebbe avvenire col nuovo governo di Ahmed al Sharaa
  • La questione palestinese: Senza progressi significativi nel conflitto israelo-palestinese, qualsiasi normalizzazione con Israele rischierebbe di incontrare forti resistenze popolari nei Paesi arabi.

Se è vero che Libano e Siria stanno attraversando cambiamenti profondi, l’adesione agli Accordi di Abramo dipenderà da molteplici fattori, tra cui il ruolo dell’Iran, la posizione saudita e la questione palestinese.

Il quadro politico in Medio Oriente è in continua evoluzione, e ciò che oggi appare improbabile potrebbe diventare possibile nel prossimo futuro.

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