Medio Oriente: un nuovo piano per il cessate il fuoco a Gaza. Ecco i dettagli e le possibili implicazioni. Secondo la stampa palestinese Hamas avrebbe accettato

Di Chiara Cavalieri

GAZA. Il quotidiano statunitense Wall Street Journal ha, recentemente, rivelato i dettagli di un accordo di tregua temporanea tra Israele e Hamas, sostenuto da un patrocinio egiziano-americano.

Miliziani di Hamas entrano in territorio israeliano il 7 ottobre 2023

 

Questo piano mira a fermare i combattimenti nella Striscia di Gaza e a creare le basi per negoziati politici volti a porre fine al conflitto in corso.

Secondo quanto riportato, all’inizio della settimana, i funzionari egiziani hanno avviato trattative in Israele per la riapertura del valico di Rafah, un importante punto di transito tra l’Egitto e la Striscia palestinese. Questi colloqui si sono intensificati dopo il recente cessate il fuoco in Libano, il quale ha generato un clima di maggiore disponibilità al dialogo.

Il valico di Rafah

Le fonti citate dal Wall Street Journal indicano che, se le trattative tra Israele ed Egitto andranno a buon fine, il valico di Rafah potrebbe essere riaperto già all’inizio di dicembre. L’apertura del valico è parte della nuova proposta, che ha visto una maggiore flessibilità da parte di Hamas su questioni chiave, inclusa la possibilità di un rilascio di prigionieri.

La proposta prevede un cessate il fuoco nella Striscia di Gaza per un periodo di almeno 60 giorni, durante il quale Israele non sarà obbligato a ritirare le proprie forze. Inoltre, è previsto che il rilascio dei prigionieri inizi 7 giorni dopo l’entrata in vigore della tregua.

Il video mostra un carro armato israeliano Merkava catturato dai miliziani di Hamas

 

Hamas, attraverso un suo funzionario, ha confermato che una delegazione del movimento si recherà a Il Cairo per discutere la nuova proposta, senza però rivelare i dettagli specifici dei temi da affrontare. In base alla proposta per la riapertura del valico di Rafah, la gestione del valico sarà affidata all’Autorità palestinese, con Hamas che ha rinunciato alla sua richiesta di controllo.

Nella fase iniziale dell’apertura, circa 200 camion umanitari provenienti dall’Egitto potranno entrare nella Striscia di Gaza.

È interessante notare che, dopo il cessate il fuoco in Libano, Egitto e Hamas hanno mostrato una maggiore disponibilità a non insistire sul ritiro totale delle forze israeliane dal valico di Rafah, un tema che aveva rappresentato un ostacolo significativo nelle trattative.

Il quotidiano USA riporta che la nuova proposta egiziana è stata presentata due mesi dopo che Hamas aveva respinto una precedente offerta. A ottobre, il Cairo aveva suggerito un accordo limitato di cessate il fuoco della durata di due settimane, con l’intento di stabilire le basi per un accordo più ampio.

L’accordo prevede diversi punti chiave, tra cui:

– Una tregua temporanea della durata di 42 giorni, suddivisa in 12 iniziali seguiti da altri 30
– Scambi di ostaggi e di prigionieri tra le parti
– Apertura di negoziati per una risoluzione globale del conflitto
– Accordi sul ritiro delle Forze Armate israeliane dalla Striscia di Gaza
– La gestione della Striscia di Gaza sarà affidata a un Comitato di sostegno comunitario, composto da figure indipendenti, sotto la supervisione dell’Autorità Nazionale palestinese (ANP)
– Apertura eccezionale del valico di Rafah durante il periodo di tregua
– Inizio delle operazioni di ricostruzione e organizzazione della situazione interna per garantire stabilità politica e sicurezza
– L’ANP assumerà la supervisione ufficiale di tutte le operazioni amministrative, di sicurezza ed economiche durante e dopo il periodo di tregua
– Secondo il giornale, questo accordo apre la strada a discussioni politiche a lungo termine per risolvere il conflitto tra le due parti, con negoziati in corso per garantire il raggiungimento e l’attuazione degli obiettivi della tregua.

Secondo il quotidiano palestinese Ajyal, Hamas ha accettato l’offerta di cessate il fuoco mediata da Stati Uniti ed Egitto, segnando un passo significativo verso la stabilizzazione della situazione nella Striscia di Gaza.

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