Di Assunta Romano
Roma. Il narcotraffico si conferma anche per il 2020 la più remunerativa fonte di finanziamento per la criminalità organizzata in Italia. E’ quanto emerge dalla relazione annuale presentata nei giorni scorsi della Direzione Centrale per i Servizi Antidroga (DCSA),organismo interforze istituito presso il Dipartimento della Pubblica Sicurezza.
Oltre a rappresentare la fonte principale dei guadagni illeciti, il reddito generato dal narcotraffico consente soprattutto il finanziamento delle altre attività criminali gestite sia in Italia che all’estero. I dati presenti nel rapporto evidenziano come il narcotraffico abbia risentito degli effetti generati dalla pandemia soprattutto durante i mesi di lockdown. Le misure ristrettive adottate in tutto il mondo hanno causato un rallentamento globale degli scambi commerciali condizionando la coltivazione e la produzione delle droghe oltre che ridurre il trasporto delle sostanze stupefacenti e la mobilità delle persone. Ciò ha determinato di conseguenza un cambiamento nelle modalità di distribuzione e un conseguente calo della domanda degli stupefacenti più diffusi ,soprattutto nei primi mesi della pandemia. Nella seconda metà dell’anno si è assistito al contrario ad una forte ripresa delle importazioni di stupefacenti a dimostrazione delle capacità di resilienza della criminalità organizzata. Il bilancio delle attività della DCSA nel 2020 rileva una riduzione delle operazioni antidroga rispetto al 2019 (-12,80%) e delle denunce all’Autorità Giudiziaria (-11,21%) a fronte di un sensibile aumento dei sequestri di droga rispetto allo stesso anno.
Nel 2020 sono stati sequestrati kg 58.827 di sostanze stupefacenti rispetto ai kg 54.771 rinvenuti nel 2019 con un incremento percentuale del 7,41%.
LE DROGHE SEQUESTRATE
La cannabis rappresenta nel nostro Paese la sostanza stupefacente più sequestrata, rappresentando, da sola, circa la metà di tutta la droga individuata dalle Forze di Polizia. Seppur i dati della relazione della DCSA dimostrino un calo rispetto all’anno precedente, nel 2019 la cannabis intercettata in mare e nei porti rappresentava il 29,96% di tutta la droga sequestrata in Italia. Nel 2020 l’incidenza è scesa all’8,52%. Le possibili cause di tale fenomeno potrebbero essere collegate sia alla limitazione dei traffici commerciali a causa dell’emergenza sanitaria, sia ad una rimodulazione delle rotte e delle strategie di contrabbando come conseguenza dell’attività di contrasto delle Polizie internazionali.
Il quantitativo di cocaina sequestrata nel 2020 ha raggiunto il record assoluto mai registrato in precedenza: 13,4 tonnellate. Si tratta di importazioni provenienti dall’America Latina ( soprattutto Colombia) che hanno avuto probabilmente un’impennata nel momento dell’allentamento delle restrizioni.
I paesi destinatari della cocaina, (Francia, Croazia, Montenegro e Slovenia), rafforzano inoltre l’ipotesi di una presenza sempre piu’ strutturata in Italia di bande criminali etniche in particolare albanesi e serbo-montenegrine strettamente collegati alla criminalità locale (‘Ndrangheta, Cosa Nostra, Camorra).
Un dato particolarmente allarmante riguarda i sequestri delle droghe sintetiche: + 13.896%. In particolare nel corso di due operazioni eseguite nel porto di Salerno nel giugno 2020 sono stati sequestrati kg. 14.005 di amfetamina, destinata probabilmente al mercato estero.
La diffusione di preparati sintetici cresce, soprattutto tra i più giovani che attraverso il web riescono a procurarsi le sostanze d’abuso prodotte in laboratorio, così come i medicinali contraffatti o fuori da circuiti legali. In particolare durante la pandemia, si è registrato un aumento delle piazze di spaccio digitali, ordini telematici e transazioni via web che utilizzano sempre più frequentemente il sistema delle spedizioni postali . A tale proposito sono state documentate attività di spaccio “porta a porta” svolte da pusher “travestiti” da rider o tramite l’utilizzo del “car sharing” o ancora mimetizzati da runner o da dog sitter per lo spaccio all’interno di parchi o giardini.
Nella relazione della DCSA viene dato rilievo anche ai sequestri delle cosiddette Nuove Sostante Psicoattive.
Un altro dato che emerge dal rapporto è l’identificazione di una nuova via di transito della cocaina e dei relativi scali intermedi e finali. Attraverso la regione meridionale del continente europeo, la droga proveniente dal Sudamerica viene trasferita in Grecia, Bulgaria, Romania ed Ucraina.
In questo contesto operativo, continua a giocare anche nel 2020 un ruolo decisivo il porto di Gioia Tauro, scalo strategico per posizione geografica e per volumi di merci in transito. In quell’area, sono state effettuate 24 operazioni che hanno portato al sequestro di 6 tonnellate di cocaina, pari al 45% del volume complessivo dei sequestri effettuati sul territorio nazionale.
Particolarmente rilevante nel 2020 è stata la collaborazione della DCSA con le Forze di Polizia internazionali attraverso la firma di “Memorandum Operativi Antidroga” (MOA). Sono inoltre continuate le attività relative al progetto ICARUS tra cui “Rotte del Sud” finalizzato a rafforzare la cooperazione con i Paesi dell’Africa sud-orientale .
Il secondo progetto “Hermes”, sottoscritto nel novembre 2019,ha lo scopo di fronteggiare l’importazione e la commercializzazione delle sostanze stupefacenti, attraverso il monitoraggio ed il controllo delle spedizioni postali gestite da corrieri pubblici e privati.
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