NATO: il segretario generale Jens Stoltenberg in visita a Belgrado. Apertura ad una maggiore cooperazione politico-militare nei Balcani tra Serbia e Alleanza atlantica

BELGRADO. Il segretario generale della NATO, Jens Stoltenberg è stato di nuovo nei Balcani per analizzare la questione tra Serbia e Kosovo.

E nel corso della conferenza stampa finale con il Presidente serbo, Aleksandar Vučić,, Stoltenberg ha sostenuto che “la Serbia è un importante attore regionale e un partner di lunga data della NATO. Un buon esempio della nostra cooperazione è il lavoro congiunto che abbiamo svolto negli ultimi 10 anni attraverso il Programma Scienza per la pace della NATO. E il modo in cui lavoriamo insieme anche in diversi campi nell’ambito del Programma Science for Peace, lavoriamo sulla sicurezza energetica e ambientale, sulle tecnologie avanzate e sulla difesa informatica”.

Il segretario generale della NATO, Jens Stoltenberg e il Presidente serbo Aleksandar Vučić

A questo proposito il segretario generale dell’Alleanza atlantica ha incontrato alcuni scienziati serbi, a dimostrazione di come ci sia una stretta collaborazione.

E nel corso dei colloqui si è discusso della “possibilità di riprendere le esercitazioni militari congiunte – ha detto ancora Stoltnberg alla stampa -. La NATO e la Serbia hanno già svolto esercitazioni militari congiunte in passato. Saremmo lieti di poter riprendere questo tipo di esercitazioni in futuro. E non vedo l’ora di rafforzare ulteriormente la nostra cooperazione”.

“Il fatto che svolgiamo esercitazioni militari insieme – ha spiegato Stoltenberg- tra Serbia e l’Alleanza atlantica, non significa la mini la neutralità della Serbia. Il Paese ha chiarito che rimarrà neutrale, fuori dai blocchi militari. Lo rispettiamo totalmente. Ma continuiamo a credere che, come neutrale, al di fuori dei blocchi militari, la Serbia possa lavorare a stretto contatto con la NATO e questo andrà a beneficio dell’Alleanza e della Serbia stessa”.

Sul tavolo del confronto anche la questione del Kosovo e la continua “importanza della missione di mantenimento della pace della NATO KFOR”.

Personale della Kosovo Force

Per due decenni, ha sostenuto il segretario generale “la KFOR ha assicurato un ambiente sicuro e protetto in Kosovo per tutte le comunità. Continueremo a farlo in modo imparziale e in linea con il nostro mandato delle Nazioni Unite. A maggio le nostre truppe della Kosovo Force sono state attaccate. Novantatrè soldati sono rimasti feriti. Alcuni hanno subito lesioni che gli hanno cambiato la vita. A settembre abbiamo assistito a un’altra grave esplosione di violenza in Kosovo. Questo è inaccettabile. I fatti devono essere accertati. I colpevoli devono affrontare la giustizia. Pertanto accolgo con favore che la Serbia sia disposta a collaborare a questi sforzi, come abbiamo discusso anche durante il nostro incontro”.

La NATO ha dispiegato in Kosovo circa 1.000 peacekeepers aggiuntivi e altri mezzi corazzati. Si è trattato del più grande rafforzamento del contingente nell’area, negli 10 anni.

Stoltenberg ha accolto “con favore lo stretto e continuo coordinamento tra le Forze Armate serbe e la KFOR. Questo è importante per garantire una condivisione tempestiva delle informazioni per evitare qualsiasi malinteso. Conto su tutte le parti per ridurre le tensioni e astenersi da azioni di escalation. Come ho detto al Presidente Vučić, durante il nostro incontro, il rafforzamento militare serbo vicino al confine amministrativo non aiuterebbe la situazione”.

L’Alleanza atlantica ha accolto con favore le ultime proposte dell’UE per la creazione di un’Associazione dei Comuni a maggioranza serba in Kosovo. “Questo – ha spiegato ancora il segretario generale – sarebbe un passo fondamentale verso la normalizzazione delle relazioni. Invito Belgrado e Pristina a impegnarsi in modo costruttivo nel dialogo facilitato dall’UE. Questa è l’unica strada verso una pace e una stabilità durature”.

E rispondendo ad una domanda dell’Agenzia di stampa serba, Tanjug, il segretario generale ha detto: ” La NATO si basa su alcuni valori e principi fondamentali e uno di questi valori e principi fondamentali è ovviamente lo Stato di diritto e qualsiasi violazione ad esso e l’uccisione di civili è assolutamente inaccettabile. E come sempre i responsabili devono essere ritenuti responsabili indipendentemente da chi sia l’autore o il responsabile. Perché si tratta di sostenere alcuni principi fondamentali. I primi che devono rispondere quando si tratta del rispetto dello Stato di diritto sono le autorità e la Polizia del Kosovo, poi il secondo a rispondere è EULEX. La presenza militare della NATO non è una presenza di Polizia. Siamo lì per garantire la stabilità e il rispetto del mandato delle Nazioni Unite in modo imparziale. Quindi non siamo un’autorità preposta all’applicazione della legge in Kosovo. Abbiamo una presenza militare che è stata aumentata per le tensioni e la violenza. Ma state tranquilli, per la NATO ogni volta che ci sono violazioni della legge, persone innocenti uccise, il messaggio è lo stesso: i responsabili devono essere perseguiti”.

Un agente di Eulex

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