Nella Scuola di Fanteria di Cesano il Centro d’eccellenza NATO per la SFA

Roma. La Scuola di Fanteria di Cesano (Roma) diverrà il Centro di eccellenza dell’Alleanza atlantica grazie al progetto per la costituzione di un Centro NATO per la Security Force Assistance (SFA). Apertura prevista per la fine del 2017.

Un momento dell’intervento del capo di Stat Maggiore della Difesa, generale Graziano.

Oggi, a Roma, il capo dello Stato Maggiore della Difesa, generale Claudio Graziano ha aperto i lavori di questa assise che vede impegnati i più alti rappresentanti militari della NATO, dei Paesi aderenti all’Alleanza atlantica e di quelli partner. L’assise si concluderà giovedì.

La SFA è l’insieme di attività volte a generare, sviluppare ed incrementare le capacità operative delle Forze di Sicurezza delle aree di crisi nei quali operano i militari italiani e di altri Paesi NATO.

Il logo della SFA.

Il Centro avrà il compito di concorrere allo sviluppo e alla sperimentazione di concetti e dottrina afferenti al settore SFA, di raccogliere ed elaborare lezioni apprese e di condurre attività formative ed addestrative a favore di istruttori, mentor e personale estero appartenente alle Security Forces.

“Le lezioni apprese dalle operazioni a cui hanno preso parte le Forze Armate italiane negli ultimi 20 anni – ha sottolineato il generale Graziano durante il suo intervento – indicano chiaramente che i maggiori rischi per la stabilità hanno origine in aree del mondo in cui si è verificato un crollo  della struttura statale. Un crollo che viene frequentemente sfruttato da soggetti aggressivi che hanno interesse a creare o mantenere il caos.”

“Le missioni moderne – ha aggiunto il Capo dello Stato Maggiore della Difesa – sono pensate proprio per portare la stabilità in uno Stato fallito ed il nostro fine deve essere sempre il passaggio di responsabilità alle forze di sicurezza locali, quando esistono”.

Mentre, ha evidenziato il generale Graziano, quando sono scomparse “il lavoro è sicuramente più lungo perché bisogna ricostruire un modo di pensare ed offrite anche un patrimonio valoriale di riferimento. I nostri militari sono bravi istruttori  perché sono prima di tutto dei bravi militari”.

Il capo di SMD ha detto di sentirsi fiero dell’esperienza italiana e di essere anche “fermamente convinto che condividere le esperienze di diverse nazioni possa avere riflessi positivi sulle capacità di training e di stesura della dottrina”.

L’iniziativa che prende il via oggi è un ulteriore tassello dell’impegno dell’Italia nei confronti della NATO”, ha proseguito il generale Graziano.

L’esigenza di un centro di eccellenza di tal genere deriva dalla necessità di disporre di personale delle Forze Armate – istruttore e mentor – che sia ben addestrato, in possesso di ottime capacità tecnico-operative e dotato di un’adeguata preparazione culturale e linguistica.

Il progetto per la costituzione di un Centro di Eccellenza SFA è stata avviato già nel febbraio 2016 ed avallato dal Supremo Comando Alleato per la Trasformazione (Supreme Allied Command for Transformation – SACT), per la sua trasformazione in centro NATO. Il pieno funzionamento è stato raggiunto alla fine dell’anno 2016.

L’Assistenza alle Forze di Sicurezza consistente nell’addestramento, nel supporto alla pianificazione e condotta delle operazioni e nell’effettuazione di attività di mentoring and advising. Questo tipo di attività, ad esempio, è svolta dai militari italiani in Somalia, Mali, Libano, Gibuti, Iraq e Afghanistan, sia nell’ambito di organizzazioni internazionali e sovranazionali che agiscono per Risoluzioni dell’ONU sia sulla base di accordi bilaterali.

Interpellato a margine dell’incontro da Reportdifesa, il capo dello Stato Maggiore della Difesa ha evidenziato come la “SFA sia un concetto globale che non tocca solo il settore militare”.

Si sta parlando, precisa il generale, “di prevenzione, di deterrenza per lo sviluppo di eventuali crisi. Ci sono diversi gradi di impiego”.

L’Italia partirà, nella formazione di Forze Armate straniere, dalle sue maggiori esperienze valutate nei vari teatri operativi. Utilizzando tutte le specialità che le nostre Forze Armate sono capaci di mettere in atto. “Ma soprattutto – ha concluso il Capo di Stato Maggiore della Difesa – i nostri militari devono proiettare la morale. Spesso il comportamento dei militari ha un ruolo essenziale nella sicurezza. L’insegnamento deriva anche dalla forma, da come ci si pone, da come, ad esempio, si occupa di gender si relaziona. Per questi aspetti siamo un Paese di riferimento”.

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