Di Alexandre Berthier
ROMA. In Europa, gran parte delle belve feroci e sanguinarie, quasi sempre inconsciamente sepolte nell’intimo della natura primordiale di ogni essere umano, da tre anni si sono risvegliate, arse da una sete atroce (di sangue e violenza), sofferta per quei quasi 80 anni di pace evidentemente innaturale, impostaci dalla fine della Seconda Guerra mondiale dalla nascita della NATO a quella della Comunità Economica del Carbone e dell’Acciaio (CECA), della Comunità Economica Europea (CEE) ed infine dell’Unione Europea (UE).
L’unico tentativo di rafforzare l’obiettivo di una pace sicura e durevole, il progetto della Comunità Europea di Difesa (CED), naufragò miseramente negli anni ’50 per volontà dei discendenti di Vercingitorige.
Ovvio, l’Unione Europea avrebbe voluto essere, vorrebbe essere quello che fu l’Impero Romano del tempo che fu , ma i discendenti dei Galli e dei Franchi con i Britanni non ci hanno mai perdonato per averli invasi, decimati e civilizzati.

Sete di vendetta, invidia? Non saprei.
Ma veniamo al dunque?
Chi ci ha narrato e continua a narrarci che l’Orso russo si è risvegliato dal lungo letargo e vuole mangiarci in un sol boccone?

Di chi dovrebbe, di chi deve, di chi dovrà avere paura l’Unione Europea? E’ il tema che riempie giornali, telegiornali, trasmissioni di attualità e intrattenimento, dibattiti estenuanti a Bruxelles, Strasburgo, nei parlamenti e nelle piazze degli Stati dell’Unione.
In molti, praticamente tutti, hanno dimenticato che l’8 dicembre 1991 con l’accordo di Belavezha venne dichiarata formalmente dissolta l’Unione Sovietica (URSS) e Russia, Bielorussia e Ucraina istituirono contemporaneamente la Comunità degli Stati indipendenti,

Ricordiamo che già nel marzo 1990 le tre Repubbliche Baltiche avevano già proclamato la propria indipendenza.
Dal 1991 al 1993 altri nove Stati, ex Repubbliche dell’URSS aderirono alla CSI: Armenia, Azerbaigian, Kazakistan, Moldavia, Turkmenistan, Tagikistan, Kirghizistan, Uzbekistan e Georgia.
Però nell’agosto del 2009, a seguito del conflitto in Ossezia del Sud, la Georgia uscì dalla CSI.
Nel 2014, dopo la crisi della Crimea e al conflitto in Ucraina orientale, iniziarono in Ucraina spinte per ritirarsi dalla CSI che nel 2015 portarono al ritiro del proprio rappresentante permanente e il successivo 19 maggio 2018 l’uscita definitiva ufficiale dalla Comunità.
Nel 2014 la penisola di Crimea venne occupata da truppe russe e venne indetto un referendum sulla autodeterminazione della popolazione, vinto dalla schiacciante maggioranza russofona.
In conseguenza di quel referendum la Federazione Russa ha annesso unilateralmente quell’area creando due nuovi soggetti: la Repubblica di Crimea e la Città Federale di Sebastopoli.
In pari tempo si avviò la guerra del Donbass con il governo dell’Ucraina, per assicurarsi il controllo di quel territorio.

Il 24 febbraio 2022 il Presidente della Federazione Russa Vladimir Putin dà avvio ad una “Operazione militare speciale” – similmente a quanto faceva l’Unione Sovietica per regolarizzare eventuali anomalie nei Governi degli Stati aderenti al Patto di Varsavia – nel territorio dell’Ucraina, asseritamente per garantire la pace e proteggere la popolazione russofona delle Repubbliche secessioniste di Lugansk e Doneck.
Gli eventi che ne sono seguiti sono noti a tutti. Fortissima la reazione del mondo occidentale che ha condannato l’invasione e ha posto severe sanzioni economiche alla Russia.
Ma, non solo, progressivamente gli Stati Uniti, il Regno Unito e i Paesi della Unione Europea hanno iniziato a sostenere, anche con armamenti oltre che finanziariamente, l’Ucraina in quella che in breve tempo è diventata una violenta e sanguinosa guerra, caratterizzata da una inedita compomente mediatica, che pare non trovi fine.
Il 30 settembre 2022 le due Repubbliche autoproclamate del Lugansk e del Doneck vengono annesse, a seguito di referendum avvenuto durante l’occupazione, alla Federazione Russa, alla stessa stregua della Crimea.
L’arrivo della seconda Presidenza USA di Donald Trump si è abbattuta sulla carta geografica del mondo come un ciclone che ha creato un disorientamento generale, con colpi di scena che si susseguono ogni giorno.
Minacce sul piano commerciale ed economico verso tutti i presunti beneficiati dal 1945 ad oggi, che si comporterebbero da “parassiti”: minacce di dazi micidiali, via l’ombrello NATO per i Paesi europei che non fanno fronte ai loro impegni, basta guerre in Ucraina e a Gaza!
Panico in Europa, sia nel Regno Unito che in Unione Europea. Iniziative estemporanee di protagonisti dell’ultima ora, Gran Bretagna e Francia e, con grande ritardo, della Commissione Europea, che annuncia un massiccio finanziamento per il riarmo dell’Unione.
Ma non è dato sapere quale sia l’obiettivo preciso, ovvero se realizzare un succedaneo della NATO o se rinforzare i dispositivi militari dei singoli Stati.

E’ di questi giorni l’approvazione, ad ampia maggioranza, del Parlamento europeo della proposta del finanziamento straordinario per la Difesa Europea e della risoluzione con cui si garantisce all’Ucraina l’incrollabile sostegno della UE. Si è levato un gran silenzio dalle parti del vertice NATO minacciato di soppressione.
Eppure, molto prima che arrivassero i diktat del Presidente Trump, Biden all’inizio del conflitto chiarì che i combattimenti offensivi e difensivi dovevano svolgersi solo sul suolo Ucraino , che non dovevano interessare mai, in nessun modo il territorio russo per il gravissimo pericolo del ricorso all’arma nucleare, previsto dalla dottrina militare della Russia!
Non solo, ammonì più volte i bellicosi governanti della UE e degli Stati europei di fatto “cobelligeranti” con l’Ucraina chiarendo che “l’Ucraina non può vincere, perché la Russia non può perdere”!
In parallelo a questo ammonimento, si levò la voce di Papa Francesco, spinto da più parti a pronunciarsi, che lapidariamente affermò che “la NATO ha abbaiato alla Russia”!

Incredibilmente, ma si può capire perché Biden (e la sua Amministrazione) – pochi mesi prima di ultimare il suo primo mandato presidenziale, quando ormai la sua corsa per la casa Bianca era stata travolta, e con lui anche quella di Kamala Harris – autorizzò scelleratamente l’Ucraina ad usare missili a lungo raggio, idonei a colpire la Russia.
Inutile dire che il disinvolto Presidente Zelenskj non solo ne ha fatto uso ma ha continuato a chiedere armi sempre più potenti per poter giungere alla vittoria, in questo sostenuto da incredibili quanto sconsiderati ed ingenui incoraggiamenti di capi di Stato e premier di paesi amici, alcuni dei quali però si sono “ravveduti” pochi giorni fa al momento del voto della risoluzione dell’incrollabile sostegno dell’Ucraina .
Ora se le conseguenze di questa guerra sono da considerarsi tragedie immani, si deve considerare però che i suoi attori sono poco più che commedianti, e come tali si comportano ad ogni stormir di fronda causato dal vento che spira da Washington DC!
Una cosa è certa, sta finendo, sta implodendo l’ordine costruito dagli americani dopo il 1945.
Persino l’ONU non svolge più alcun ruolo determimante e la sua Corte Internazionale di Giustizia nessuno ha mai capito a che cosa serve, per non parlare di un’altra invenzione astrusa qual è la Corte Penale Internazionale dell’AJA che nessuno si è accorto essere nelle mani di un Presidente ed un Procuratore capo entrambi di religione islamica, che pensano di poter perseguire un Vladimir Putin, ortodosso russo, e un Benjamin Netanyah, di religione ebraica!
Tutti coloro che direttamente ed indirettamente hanno alimentato e vogliono continuare ad alimentare la guerra in Ucraina non hanno capito e non vogliono capire che la Russia è un avversario difficile per chiunque, ha una tradizione ed una dottrina militare che gli consente di spostare il limite della battaglia sul terreno dell’Ucraina in uno spazio senza limiti, quello della bomba atomica!
Bomba atomica che nel nostro caso interesserebbe solo il territorio del vecchio mondo antico.

Inutile ricordare che nel burrascoso incontro alla Casa Bianca Trump ha detto a Zelenskj: “stai giocando con la Terza Guerra mondiale” e questa ipotesi non è campata in aria.
La Russia non ha una opinione pubblica di cui preoccuparsi, a differenza dei Paesi occidentali e, se è svanito il mito dell’invincibile Armata Rossa, ha sempre da giocare la carta del “pulsante rosso”, che può far partire i missili intercontinentali armati di testate nucleari.
Ora Trump si è ritagliato un ruolo di pacificatore nel quale farà di tutto per non fallire e per affermare che gli Stati Uniti sono sempre il primo impero al modo. Conscio che il suo paese dal dopo guerra mondiale non ha mai smesso di fare e alimentare guerre e cosapevole che comunque non ne hanno mai vinta nessuna, ha spostato lo scontro dal piano bellico a quello commerciale e vorrebbe recuperare la Russia come partner per poterla separare dalla Cina e dividere così l’Europa. In tutto questo l’Ucraina si è rivelata un grosso incomodo ma grazie alle sue materie prime può essere mantenuta in gioco.
Per contro Putin, politico navigato, con una invidiabile, direi più che unica, continuità e stabilità di potere, che gli altri non hanno, a differenza di Trump, è attento e misurato nel parlare e si avvale di un ministro degli Esteri che oggi non ha concorrenti a livello mondiale.
Prima di invadere l’Ucraina, avvisò tutti che non ne avrebbe consentito l’ingresso nella NATO e che non avrebbe tollerato la violazione degli accordi di Minsk in funzione della pacificazione del Donbass.
E ricercò con insistenza una conferenza per garantire la sicurezza di tutti i paesi amici della NATO e della Russia, constatando invece che la NATO è andata effettuando una “campagna acquisti” praticamente criminale, violando accordi, ancorché non formalizzati ma esplicitamente dichiarati, secondo i quali la Federazione Russa avrebbe sciolto il Patto di Varsavia a condizione che quegli Stati non sarebbero stati attratti nell’Alleanza atlantica, ben sapendo che nella NATO si entra su invito del vertice politico dell’Alleanza Atlantica e NON A DOMANDA degli Stati.
Clausola che è stata palesemente e ripetutamente violata.
Ora, aver portato la NATO sino ai confini della Russia, ovvero fino a circondare la Russia (!!!) non ha forse costituito una vera e propria minaccia? Io credo proprio di si.
Anche perché la Russia dalla dissoluzione dell’Unione Sovietica sino al 24 febbraio 2022 si era rivelata un Paese amico dell’Unione Europea e persino degli USA. In Europa, Germania, Francia e Italia, in particolare, avevano scambi commerciali, accordi per fornitura di risorse energetiche preziose, con reciproco vantaggio di tutte le parti.
Ma questo assetto di relazioni industriali e commerciali, la penetrazione in Europa della Cina, hanno finito per sottrare il ricco e popoloso mercato europeo ai nostri amici di oltre Oceano.
L’insorgere di nuove coalizioni macro-economiche, come quella dei BRICS, hanno fatto traballare il sistema del mondo globale che è decisamente imploso.
Ciò premesso, essendo ben conosciute le dottrine militari di Russia, USA e NATO, come si fa a voler sostenere che la Russia dopo l’Ucraina, continuerà una politica di aggressione tesa ad espandere il suo territorio inglobando nuovamente le repubbliche Baltiche, occupando la Polonia o addirittura l’intera Europa?
Si è superato abbondantemente il limite del ridicolo e dell’accettabile. Ma a sostenere queste tesi non sono gli USA di Trump né, da qualche giorno, neppure i portavoce della NATO. Dunque chi è che lancia gli allarmi? E poi, che senso ha voler riarmare l’Unione Europea per difendersi dalla Russia?
E’ del tutto improbabile che gli USA possano smantellare la NATO su due piedi.
Se mai dovesse avvenire si farà gradualmente e in un lungo periodo. Va chiarito comunque che non è mai esistito un esercito della NATO perché in caso di operazioni di guerra sono le singole nazioni aderenti al trattato che possono o meno concorrere e in diversa misura. Giova anche precisare che in realtà la NATO di fatto è sempre entrata in gioco solo per supportare azioni decise e condotte dagli USA.
Mai nessun paese NATO dal ’45 ad oggi è stato aggredito e ha richiesto l’aiuto dell’Alleanza. Semmai talora è stato qualche paese NATO che ha voluto svolgere interventi col supporto NATO non perché fosse stato aggredito ma perché riteneva di poter svolgere azioni speciali, come Francia e Regno Unito con le primavere arabe.
Azioni sconsiderate che hanno destabilizzato il Nord Africa ed il Medio Oriente.
E’ invece del tutto ragiovevole un finanziamento europeo per consentire agli Stati di ripristinare i livelli di armamento delle singole nazioni, indispensabile per assicurare la loro capacità di Difesa.
La Russia è un gigante che si potrebbe forse confrontare militarmente con altri giganti, ma non si pone proprio il problema di un conflitto con una Unione Europea militarmente insignificante (gli europei di oggi non sono mica come gli ucraini che stanno combattendo e morendo). Ha una deterrenza di oltre due milioni di soldati, più di 6.000 testate nucleari e una capacità di implementare la sua produzione bellica per noi irraggiungibile. L’America di Trump queste cose le sa bene, è l’Unione Europea e gli europei che non le sanno. . .
Questa ridicola guerra sarebbe finita subito se l’Ucraina avesse accettato la neutralità, promettendo di non entrare nella NATO.
Il resto, la denazificazione, la protezione dei russofoni era solo retorica, ma il 9 aprile 2022 il premier britannico Johnson andò a Kiev e disse che l’Ucraina non doveva accettare nessun patto con la Russia ma solo “combattere e basta”, fino alla “famosa” vittoria finale.
E oggi, quando Johnson si chiama Starmer, si inneggia ancora alla guerra!
Cui prodest?
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