Di Valeria Fraquelli
Bamako Si è tenuta , nei giorni scorsi a Bamako, capitale del Mali, una riunione mensile di coordinamento di tutti i rappresentanti delle forze in campo per il controllo della sicurezza in Africa.
Al tavolo erano seduti i rappresentanti della missione francese Barkhane, di quella europea EUTM edelle Nazioni Unite MINUSMA oltre naturalmente ai delegati delle Forze armate maliane e della Forza del Gruppo G5 Sahel.

Soldati francesi impiegati nel’Operazione Barkhane
Data la precarietà della sicurezza in quella parte di Africa summit di questo tipo sono fondamentali per garantire la stabilità e permettere di aiutare la popolazione civile.
L’importanza di queste riunioni è triplice. In primo luogo, esse sono un test per la complementarità tra i vari partner nella loro lotta comune contro il terrorismo.
Le Forze Armate maliane concentrano i loro sforzi nel centro del Paese.
I militari della missione Barkhane, insieme alle Forze armate nazionali del Mali e dalla FC-G5S , proseguono i loro sforzi nella regione delle tre frontiere del Burkina Faso, Niger, Mali, nel Liptako e nel Gourma.
Nel corso del Risk and Compliance Officer (RCO) organizzato dalla Forza Barkhane, nel maggio scorso, la missione dell’Unione Europea EUTM aveva così avuto l’opportunità di presentare gli obiettivi del suo quinto mandato, nonché tutte le opportunità offerte in questo nuovo quadro della durata di 4 anni (2020 – 2024): attività di assistenza, attività di consulenza, addestramento e sostegno, alcune delle quali al di fuori del Mali.

La fascia del G5 Sahel in cui opera la missione Barkhane.
Inoltre, queste riunioni mirano a favorire una migliore sincronizzazione nello spazio e nel tempo delle operazioni di tutti i partner.
Un punto particolare è rappresentato dalla situazione della sicurezza nel Paese africano per condividere la visione degli ultimi avvenimenti.
Allo stesso modo, vengono presentate le varie operazioni in corso e future, affinché ogni partner ne comprenda la posta in gioco.
A titolo illustrativo, in quest’ultima riunione, è stato menzionato il seguito del processo di disarmo, smobilitazione e reinserimento, nonché le attività aeree della FC-G5S.
Infine, il terzo fattore di importanza è lavorare insieme alle opzioni per moltiplicare gli effetti ottenuti dagli uni e dagli altri, nella lotta contro il terrorismo.
Quest’ultimo RCO, ad esempio, aveva contribuito alla condivisione di informazioni nel quadro della messa in sicurezza del secondo turno delle elezioni legislative in Mali.
Le conclusioni di queste riunioni saranno prossimamente utilizzate dai comandanti più alti in grado delle varie Forze e missioni operanti nel Sahel, in occasione dell’istanza di coordinamento in Mali (ICM), il cui obiettivo è di favorire la sincronizzazione dei piani delle varie forze.
L’obiettivo principale è il processo decisionale sulle questioni relative al coordinamento e alla realizzazione delle varie operazioni.

Una base del G5 Sahel attaccata dai terroristi
Tutto questo si inserisce perfettamente nell’attuazione della risoluzione 2480 delle Nazioni Unite, che inquadra la missione dell’ONU in Mali, nonché nell’approccio strategico avviato in occasione del vertice di Pau del 13 gennaio di quest’anno.
In quell’occasione il Presidente francese Emmanuel Macron ha chiamato a raccolta tutte le forze in campo con il preciso scopo di essettuare una precisa ed accurata valutazione delle possibili iniziative da intraprendere per contrastare il fenomeno jihadista nella regione, per rafforzare la cooperazione militare mediante la concentrazione di tutti gli sforzi fatti sul piano militare sotto un’unica direzione, quella di un comando congiunto delle forze schierate sul campo.
La Francia rimane saldamente a capo delle operazioni in Sahel ma allo stesso tempo ha lanciato la missione internazionale “Takuba” per dividere gli sforzi, visto che la situazione già di per sé intricata è molto peggiorata e Parigi non può farcela da sola.
© RIPRODUZIONE RISERVATA