Russia, 15 giorni di carcere a Navalny, oppositore di Putin. Mobilitazione per la liberazione

Mosca. La condanna a 15 giorni di carcere ed una multa di 20.000 rubli (circa 320 euro), a Aleksej Navalny, forte oppositore del presidente della Federazione russa, Vladimir Putin ha destato profonda preoccupazione in molte cancellerie nel mondo.

L’accusa è stata quella di avere organizzato, ieri, una manifestazione non autorizzata ed avere “effettuato inviti pubblici ai cittadini a uscire sulla via Tverskaia, a Mosca, creando così ostacoli al traffico e violando l’ordine pubblico”. L’avvocato del blogger ha riferito ai giornalisti che il suo assistito è accusato dell’organizzazione di un’azione di massa che ha causato la violazione dell’ordine pubblico.

Il blogger Navalny alla manifestazione contro la corruzione, a Mosca.

I cittadini sono scesi in piazza richiamati dall’opposizione a Putin per protestare contro i numerosi casi di corruzione che avvengono in Russia.

Pronto l’intervento di Washington e di Bruxelles che hanno condannato gli arresti. Mentre il governo russo parla di  provocazione, Gli Usa hanno condannato “fermamente gli arresti di centinaia di manifestanti pacifici in Russia” e hanno chiesto al Governo russo di rimetterli subito in libertà.

In una nota ufficiale l’amministrazione Trump ha sostenuto che “fermare manifestanti pacifici, degli osservatori dei diritti dell’uomo e dei giornalisti è un affronto ai valori democratici fondamentali”.

Di contro si registrano le risposte del Cremlino che invece sostiene che gli organizzatori delle manifestazioni di ieri in Russia si siano comportati da “provocatori”.

“Quello che abbiamo visto ieri in diversi posti, ma soprattutto a Mosca – ha spiegato il portavoce di Putin, Dmitri Peskov, citato da Ria Novosti – è una provocazione ed una menzogna perché coloro che in modo molto raffinato e con un linguaggio aulico hanno spiegato che l’azione era autorizzata e che non violava in alcun modo la legge dicevano un’assoluta bugia”.

Navalny, malgrado la condanna, non demorde, anzi rilancia. “Un giorno – ha scritto su Twitter – noi giudicheremo loro (ma lo faremo in maniera onesta)”.

Il blogger è stato fermato, ieri, insieme a centinaia di dimostranti per aver organizzato delle manifestazioni non autorizzate a Mosca e in altre città della Russia. Per rincarare la dose, Navalny ha detto che i giudici dovrebbero interrogare il premier russo Dmitri Medvedev perché è a causa sua che migliaia di russi sono scesi in strada, ieri.

Navalny è stato arrestato varie volte dalla Polizia russa.

“Il giro di vite della polizia russa che ha cercato di disperdere le manifestazioni e ha arrestato centinaia di cittadini, compreso il leader dell’opposizione Navalny – ha dichiarato Federica Mogherini, alto rappresentante per la Politica estera europea – ha impedito l’esercizio delle libertà fondamentali di espressione, associazione e assemblea pacifica,che sono diritti fondamentali sanciti dalla Costituzione russa”.

La Ue ha chiesto alle autorità russe di rispettare pienamente gli impegni internazionali presi, compresi quelli nel Consiglio d’Europa e nella Osce, “per la difesa di questi diritti e il rilascio senza indugi dei dimostranti pacifici che sono stati imprigionati”.

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