MOSCA. Ampia intervista di fine anno, pubblicata oggi sull’Agenzia di stampa russa TASS, al ministro degli Esteri Sergey Lavrov.

Il ministro degli Esteri russo Sergey Lavrov
Al centro dell’intervento del capo della diplomazia di Mosca gli Stati Uniti che stanno facendo “pressione sulla Cina sulla questione di Taiwan” e impiegano” metodi molto simili a quelli precedentemente utilizzati per stabilire un punto d’appoggio anti-russo in Ucraina”.
“Non facciamo supposizioni sui piani della futura Amministrazione statunitense – ha aggiunto . Questo è il lavoro degli scienziati politici. Se valutiamo la situazione generale nella regione, essa continua a deteriorarsi”.

Taiwan è sempre al centro delle manovre di Pechino ma anche di Mosca
“Gli Stati Uniti e i suoi satelliti – ha proseguito – dichiarano il loro impegno per il principio una sola Cina ma insistono nel mantenere lo status quo, il che implica la conservazione indefinitamente della situazione attuale. Nel frattempo, gli americani stanno intraprendendo azioni provocatorie nello Stretto di Taiwan, fornendo armi a Taipei e sviluppando un dialogo quasi politico con le autorità locali. Tutto questo insieme contribuisce senza dubbio alla crescita di sentimenti separatisti. Questi metodi sono molto simili a quelli che un tempo erano usati dagli americani per stabilire un punto d’appoggio anti-russo in Ucraina”.
La Russia è, insomma, contraria all’indipendenza di Taiwan in qualsiasi forma. “La nostra posizione. – ha spiegato – di principio sulla questione di Taiwan rimane invariata. È stata delineata in una dichiarazione congiunta dai leader di Russia e Cina dopo la visita di maggio del Presidente russo Vladimir Putin nel Paese”.
Lavrov ha ricordato che questo documento afferma che la parte russa “riafferma il suo impegno per il principio di una sola Cina e riconosce che Taiwan è una parte inalienabile della Cina e si oppone all’indipendenza di Taiwan in qualsiasi forma”.

La portavoce del Ministero degli Esteri cinese Mao Ning
La stessa diplomazia cinese non si ferma. “Pechino è pronta a rafforzare e sviluppare le relazioni con Pyongyang (Corea del Nord Ndr)” ha detto la portavoce del Ministero degli Esteri cinese Mao Ning in occasione del 75° anniversario dell’instaurazione delle relazioni diplomatiche tra i due Paesi.
GUERRA IN UCRAINA
Il ministro ha poi esaminato con il suo intervistatore la guerra in Ucraina. “Garantire lo status di Paese non allineato dell’Ucraina resta l’obiettivo dell’operazione militare speciale della Russia – ha spiegato – che sarà raggiunto. Dato che l’espansione pluriennale della NATO è stata una delle principali cause profonde della crisi ucraina”.
E a proposito di NATO è arrivata anche una stoccata a questa organizzazione politica-militare, guidata dal Segretario generale Mark Rutte.

Il Segretario Generale della NATO, Mark Rutte
“La NATO, coinvolta nell’invasione della regione di Kursk – ha aggiunto Lavrov – e negli attacchi con missili a lungo raggio sul territorio russo, dovrebbe guardarsi allo specchio prima di accusare Mosca di escalation. Il personale militare e i mercenari della NATO sono palesemente coinvolti nella pianificazione e nella conduzione di operazioni di combattimento insieme alle Forze Armate ucraine. .Il Presidente Vladimir Putin lo ha chiarito nei suoi recenti discorsi pubblici. Di quale tipo di escalation da parte nostra possiamo anche solo parlare?” .
E su un eventuale accordo di pace con l’Ucraina, Lavrov ha chiuso (al momento?) una strada per l’intesa.
Mosca non prenderà parte al vertice di pace né seguirà le dichiarazioni di Vladimir Zelensky – ha affermato-. È impossibile indovinare quale sia l’ammissione pubblica di Zelensky della sua incapacità di riconquistare i territori perduti con la forza. Zelensky continua a fare varie dichiarazioni in continuazione. Abbiamo smesso di prestargli attenzione, francamente. Crediamo solo ai fatti, soprattutto quando si tratta del regime di Kiev”.
E l’Agenzia di stampa americana Associated Press riferisce che domani gli Stati Uniti annunceranno un nuovo pacchetto di aiuti militari all’Ucraina del valore di 1,25 miliardi di dollari.
Lo stesso Lavrov prima di questa intervista aveva dichiarato di non sostenere l’iniziativa del Presidente eletto degli Stati Uniti Donald Trump di ritardare di 20 anni l’adesione dell’Ucraina alla NATO. E aveva criticato l’idea di stazionare truppe di pace dell’Unione Europea e del Regno Unito sul territorio ucraino, aggiungendo che tali proposte non trovavano risposta nel Governo russo.
QUESTIONE GEORGIANA
Un altro aspetto trattato nel corso dell’intervista alla TASS ha riguardato il nuovo corso iniziato, ieri in Georgia, con il giuramento del nuovo Presidente della Repubblica, Mikhail Kavelashvili.

Mikhail Kavelashvil, nuovo Presidente georgiano
Mosca è pronta alla normalizzazione delle relazioni con Tbilisi nella misura in cui la Georgia sia preparata.
SITUAZIONE IN MEDIO ORIENTE
Infine, uno sguardo sul Medio Oriente.
Per Lavrov lo scontro Iran-Israele si avvicina a un limite pericoloso “l’arco di violenza in Medio Oriente si è allargato e lo scontro Iran-Israele ha raggiunto un limite pericoloso- ha ancora evidenziato” ha affermato ancora il ministro degli Esteri Lavrov che ha ancora una volta puntato il dito sugli Stati Uniti e sulle loro aspirazioni a “interferire attivamente negli affari interni degli Stati arabi e tracciare con fermezza linee di demarcazione artificiali”.
“La combinazione di questi fattori ha portato alla destabilizzazione della situazione militare e politica in Medio Oriente lo scorso ottobre – ha concluso -. Da allora, l’arco di violenza si è esteso dalla zona di conflitto israelo-palestinese al Libano e alle acque del Mar Rosso. Lo scontro Iran-Israele ha raggiunto un limite pericoloso”.
Interpellato dall’altra Agenzia di stampa russa Ria Novosti Lavrov ha detto che la moratoria sullo spiegamento dei missili INF è “praticamente impraticabile e dovrà essere abbandonata. Gli Stati Uniti hanno ignorato con arroganza gli avvertimenti di Russia e Cina e, in pratica, sono passati allo schieramento di armi di questa classe in varie regioni del mondo”.
E la Russia risponderà in modo proporzionato, ricordando i recenti test sul sistema ipersonico a medio raggio Oreshnik, che “hanno dimostrato in modo convincente le nostre capacità e determinazione nell’implementare misure”, ha concluso il ministro.
I NUOVI PAESI BRICS
Intanto, Bielorussia, Bolivia, Indonesia, Kazakistan, Cuba, Malesia, Thailandia, Uganda e Uzbekistan si uniranno ai BRICS come partner dal 1° gennaio prossimo.
Oltre ai 9 Paesi annunciati, altri 4 Stati hanno ricevuto un invito a diventare partner dei BRICS.
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