Scozia, breve storia di un popolo fiero della sua autonomia. E sulla Brexit gli “Scots” sono per restare in Europa

Di Pierpaolo Piras

Edimburgo. La Scozia rappresenta circa il terzo settentrionale della Gran Bretagna. Secondo il censimento del 2011 , la sua popolazione è notevolmente aumentata raggiungendo i 5,3 milioni, superando di molto i risultati censori del 1974.

Il Parlamento scozzese

Una buona parte di questa crescita è dovuta all’ immigrazione legale di indiani, pachistani ed europei, specie di origine polacca.

Si stima che il 7% della popolazione scozzese sia nata al di fuori del Regno Unito e poco meno della metà provvenga dal resto della Gran Bretagna.

A domanda, prevista nell’azione censoria del 2011, 6 abitanti su 10 si sono dichiarati scozzesi purosangue mentre circa 1 su 5 si è definito scozzese-britannico e, per finire, l’8,4% si è detto totalmente britannico.

Nel referendum sulla “Brexit” del 2016 per lasciare l’Unione Europea, la Scozia, così come il Galles e l’Irlanda del Nord, è andata controcorrente votando in maggioranza (62%) per il “Remain”.

Il voto è stato acutamente dibattuto e sofferto: un po’ di sciovinismo aleggia pur sempre anche a questa latitudine.

Gli scozzesi, oggi come ieri, dicono: “Vogliamo avere maggiore controllo del nostro destino” e “ Non vogliamo essere gestiti da Francia ed Inghilterra” oppure “ stanno emergendo grossi problemi sulla Brexit in Irlanda che non ci avevano detto“, “parlano di Brexit dura o molle”, così come se si avesse a che fare con le sfumature di una sindrome clinica complessa.

In un secondo referendum nel 2014, gli scozzesi sono stati consultati con una semplice domanda “La Scozia dovrebbe essere un Paese indipendente?”

Il 55,3% ha risposto no. Eppure è sempre vivo un certo sentimento autonomista quando non indipendentista.

Nella grande storia politica europea, la Scozia è emersa nel 1306 allorchè, dopo secoli e secoli di sanguinose guerre tribali tra signorotti feudali e “Clans”, Robert the Bruce viene incoronato Re di Scozia.

Robert the Bruce

La guerra ad intermittenza con gli odiati inglesi è perdurata sino all’“Union with Scotland Act”, approvato dal Parlamento inglese nel 1706 e da quello scozzese nel 1707. In seguito a tale accordo Scozia ed Inghilterra rinunciavano ai reciproci Parlamenti ed alla sovranità nazionale.

Citando il testo del trattato questi due stati diventavano “uniti in un unico regno col nome di Gran Bretagna”, sotto l’egida della corona reale di Guglielmo III d’Orange-Nassau, già consorte di Maria II Stuart .

Il processo di unificazione territoriale ed osmosi economico-sociale è continuto fino ai giorni nostri con la traduzione in politica del medesimo sentimento identitario e culturale degli scozzesi.

Il partito prevalente nell’odierna area dell’autonomismo/indipendentismo è lo “Scottish National Party”, ispirato ai valori della socialdemocrazia europea. E’ favorevole all’euro, ma non alla NATO ed in concorrenza con il Labour Party britannico.

Altre forze politiche di quest’area sono lo “Scottish Green Party”, strettamente legato agli altri movimenti verdi europei ed il piccolo Movimento Socialista Scozzese.

La leader scozzese Nicola Sturgeon

Il complesso dibattito, unitamente all’ansia storica dei rapporti Scozia/Inghilterra, porterà altra costernazione fra oppositori e seguaci dell’indipendentismo? Il popolo scozzese sarà, ancora una volta, chiamato alle urne ad esprimersi su qualcosa che riguardi, comunque il suo futuro.

Ma ci sono fenomeni che trascendono da ogni tipo di sentimento sociale e patriottico, come l’ attuale “globalizzazione”, nonostante questa sia sempre più sfuggita di mano sia ai suoi avidi autori che agli illusi decantatori.

Nell’attuale contesto globale la più piccola fluttuazione economico-finanziaria è capace di devastare o sovvertire le strutture sociali di un’altra nazione indipendentemente dai propri confini nazionali o dalla distanza di collocazione geografica.

Il piccolo ma tenace popolo degli “Scots” vuole davvero e per sempre liberarsi degli inglesi? O alla base del sentimento separatista sopravvive solo un sogno giacobita sostenuto da un passato intriso di lacrime e sangue, condito di celebri eroi come William Wallace e Robert the Bruce?

Celebri come guerrieri ma non come politici!

RIPRODUZIONE RISERVATA

Autore