ROMA. L’Associazione Nazionale delle vittime delle Marocchinate torna a richiamare l’attenzione sulle atroci violenze di massa avvenute durante al Seconda Guerra mondiale.
Dopo le scuse del Presidente della Repubblica di Germania, Frank Walter Steinmeier, durante la cerimonia dell’80° anniversario della strage di Marzabotto, l’Associazione si domanda quando sarà il momento per chiedere perdono per le atroci violenze consumate durante la campagna d’Italia della Seconda Guerra mondiale.
Le violenze generalizzate e incontrollate dei coloniali francesi, che presero il nome di “Marocchinate”, iniziarono con lo sbarco in Sicilia del luglio 1943, proseguirono nel 1944 in Campania, Lazio e Toscana per terminare alle porte di Firenze, quando questi soldati furono ritirati dal fronte italiano per essere utilizzati nello sbarco sulle coste meridionali della Francia. I soldati alleati e, in particolare i coloniali francesi, perpetrarono reati gravissimi su donne di ogni età e anche uomini: furti, rapine, razzie, stupri e omicidi.
“Bene le scuse della Germania per le rappresaglie tedesche – dichiara Emiliano Ciotti, presidente dell’Associazione in una nota- a quando quelle della Francia per le marocchinate? Ottanta anni dopo ancora dimenticate le vittime degli stupri di guerra del 1944?”.
“Dal 2002 i rappresentanti del popolo tedesco si scusano ufficialmente per la rappresaglia che costò tante vite innocenti – prosegue Ciotti – purtroppo altre Nazioni, per i crimini commessi dai loro militari hanno perso la memoria e con esse i governanti italiani. Quest’anno sono stati giustamente ricordati importanti e tragici fatti avvenuti in Italia e in Europa 80 anni fa: lo sbarco in Normandia, la battaglia di Cassino, varie rappresaglie attuate dalle truppe tedesche, le Repubbliche partigiane. Le massime autorità dello Stato, del Governo e delle Istituzioni nazionali, si sono dimenticate di commemorare 60 mila donne e uomini che subirono violenze da parte delle truppe Alleate”.
“La memoria è importante per una Nazione – conclude Ciotti – ma se molte vittime sono ignorate e dimenticate, allora il ricordo è incompleto”.
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