Seconda Guerra Mondiale: una gelateria USA per risollevare il morale dei soldati

Di Paola Ducci*

ROMA. Una gelateria in tempo di guerra.

Ecco al ricetta per un “buon gelato”: Prendete latte in scatola e frutta o cioccolato a piacere, un Corsair, 5 contenitori di munizioni e girate in cerchio a 32 mila piedi ( più di 10.000 metri) di altezza.

Otterrete un gelato “al volo” nel vero senso della parola. Perché Il Vought F4U Corsair è stato davvero un aereo multiruolo: caccia, attacco al suolo e gelataio.

Uno scherzo? Niente affatto.

Ma andiamo per ordine. Alla fine di settembre del 1944 gli uomini dello Squadrone di caccia dei Marine americani VMF-122 erano bloccati a Peleliu, nullafacenti e di conseguenza molto annoiati. I loro F4U Corsair erano a soli 10 minuti di volo dalle isole in mano ai giapponesi ma il nemico, tagliato fuori dalle linee di rifornimento, non rappresentava una minaccia aerea.

Come racconta il Comandante dello Squadrone J. Hunter Reinburg nella sua autobiografia “Combat Aerial Escapades: A Pilot’s Logbook”, deciso a risollevare il morale dei suoi su quell’isola tropicale umida, senza cibo fresco e senza refrigerazione, escogitò un piano.

Un velivolo USA “Corsair”

 

La sua squadra di manutenzione tagliò le estremità di un vecchio serbatoio di lancio che veniva solitamente montato sulla pancia degli aerei, collegò dei cavi a entrambe le estremità e montò un pannello di accesso sul lato. In questo pannello, fissato da cavetti, fu inserito un contenitore impermeabile che di solito conteneva proiettili calibro 50.

Il sergente addetto alla mensa versò all’interno una miscela di latte in scatola e cacao in polvere.

Reinburg progettava di salire ad alta quota, dove le temperature sono ben al di sotto dello zero, e di tornare con un regalo per i suoi uomini: circa 19 chili di gelato al cioccolato “fatto in casa”.

Dopo essersi alzato in volo per un “test di prova del sistema di ossigeno”, Reinburg volteggiò a 33.000 piedi sopra le isole Palau, in mano ai giapponesi, osservando le batterie antiaeree che avevano una gittata di circa 28 mila piedi sprecare inutilmente munizioni nel tentativo di colpirlo.

Ma, come sappiamo, non è sempre buona la prima: infatti dopo circa 35 minuti di volo tornò a Peleliu con un carico piuttosto deludente. La miscela certo era fredda ma non congelata (la squadriglia la mangiò comunque), un fallimento che l’equipaggio attribuì alla vicinanza al motore caldo.

Per il tentativo successivo (stavolta un “volo di prova con sovralimentatore”), fissarono le taniche di munizioni sul lato inferiore di un pannello di manutenzione rimovibile su ciascuna ala, ben lontano dal motore, raddoppiando la resa a circa 38 chili, sufficienti per 100 uomini.

Vought F-4U Corsair

 

Questa volta la miscela si congelò e lo squadrone lo divorò con gusto. Ma il gelato non era sufficientemente saporito per i gusti di Reinburg, così il suo equipaggio modificò i barattoli di munizioni con piccole eliche.

Il vento faceva girare le eliche che azionavano una vite all’interno del barattolo, facendo girare la miscela proprio come in una moderna gelatiera.

Il risultato fu eccellente: un gelato al cioccolato liscio e cremoso.

I voli dell’Operazione “Freeze” divennero presto una routine a rotazione tra i piloti e gli aerei dello squadrone.

I voli si svolsero senza problemi fino a quando il Comandante superiore di Reinburg, il colonnello Caleb Bailey, chiamò per chiarire che non aveva creduto allo stratagemma del “”volo di prova” e volle provare una razione di gelato.

I Marines di Reinburg non furono gli unici produttori di gelato della guerra.

Secondo un articolo del New York Times del 1943 gli equipaggi dei B-17 in Europa portavano con sé miscele di gelato durante i raid operativi di bombardamento e almeno un’unità utilizzò i suoi P-47 per creare una vera e propria prelibatezza, un gelato alla vaniglia mescolato con frutta in scatola.

Editor per l’Ufficio Storico dello Stato Maggiore della Difesa

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