SPECIALE: Stati Uniti, la scienza sarà nuovamente ben accolta alla Casa Bianca

Di Pierpaolo Piras*

Washington DC. Le tanto attese elezioni presidenziali americane hanno dato la vittoria al democratico Joe Biden, avversario di Donald Trump.

Joe Biden che oggi diventerà il nuovo Presidente degli Stati Uniti

Come da prassi giuridica costituzionale, oggi, Biden pronuncerà il suo giuramento come 46° Presidente degli Stati Uniti.

Numerose sono le speranze anche in campo sanitario.

In un clima politico reso instabile dalla conflittualità tra i due rivali, Biden e Trump, cosa potrebbe fare l’Amministrazione Biden per rafforzare il ruolo della scienza nella politica degli Stati Uniti?

Gli ultimi quattro anni sotto la presidenza di Trump, gli Stati Uniti sono stati politicamente e culturalmente divisi e la pandemia di COVID-19 in corso, che finora negli USA ha causato il maggior numero di morti in un singolo paese del mondo, ha ulteriormente evidenziato le già acute tensioni in materia di disuguaglianza, razzismo e, non ultimo, il calo di fiducia verso la medicina scientifica.

Inoltre, l’immagine e il ruolo degli Stati Uniti nel più ampio e importante consesso della salute globale sono stati danneggiati dai quanto meno discutibili comportamenti e posizioni di Trump, come l’interruzione dei finanziamenti USA per l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) e il ritiro dall’accordo di Parigi inteso a combattere la crisi climatica.

Alla vigilia della sua nomina alla Casa Bianca, Biden si è impegnato a ripristinare rapidamente il sostegno finanziario all’OMS non appena assumerà l’incarico.

Al quale, dice, seguiranno tempo e impegno per riportare gli Stati Uniti a una posizione di leadership nella salute globale.

Le relazioni tra gli Stati Uniti e l’OMS si sono inaridite nell’ultimo anno e questa frattura ha mostrato gli USA come un partner inaffidabile nella gestione della salute globale.

Va da sé che gli Usa , anche se, grazie al cambio di volontà politica e alla sua potenza finanziaria, potrà presto riconquistare la sua precedente posizione chiave e prestigio politico.

Per quanto riguarda la pandemia di COVID-19, nel suo programma elettorale Biden ha dichiarato che l’attenzione del suo Governo si concentrerà su una risposta decisiva per la salute pubblica che garantisca l’ampia disponibilità di test, universalmente gratuiti.

Vengono poi: l’eliminazione degli ostacoli dovuti ai costi dell’assistenza preventiva e al trattamento terapeutico per il COVID-19, lo sviluppo di un vaccino, il pieno dispiegamento delle forniture, del personale tecnico e delle strutture sanitarie più opportune.

E, infine, il sostegno economico a tutte le persone economicamente meno favorite nella profilassi e terapia anti COVID-19.

A causa della variabilità delle misure di controllo tra gli Stati, c’è il proposito di elaborare un sistema di gestione con maggiore controllo a livello federale, nell’adozione di politiche e regole uniformi per il controllo del COVID-19.

Un’altra sfida che Biden dovrà affrontare riguarderà il ripristino dei Centri per il controllo e la prevenzione delle malattie (CDC)  degli Stati Uniti come principale consulente scientifico nella gestione della pandemia e, più in generale, riportare le dimostrazioni scientifiche (quelle basate sulla “evidenza”) al centro di qualsiasi decisione presa sul COVID-19.

Troppo spesso l’Amministrazione Trump è entrata in forte conflitto con gli scienziati del CDC in materia di epidemiologia e sui percorsi dottrinari previsti dalla scienza della profilassi.

Questo conflitto portò alla ignominiosa nomina di due funzionari governativi all’interno della sede della CDC ad Atlanta.

Una sorta di commissariamento inteso al controllo delle informazioni provenienti da questo rinomato Istituto governativo.

È stata clamorosa la polemica di Donald Trump nei confronti del capo del National Institutes of Health, Prof. Anthony Fauci, un’autorità scientifica in campo medico di livello mondiale.

 

Prof. Anthony Fauci,

Si arrivò al punto che il presidente ha dichiarato che stava pensando di licenziare Fauci.

Dopo tali comportamenti così abrasivi, Joe Biden avrà la possibilità di correggere la situazione.

C’è speranza che sotto la Presidenza di Biden, le raccomandazioni per il controllo del COVID-19 si baseranno (sempre) su prove scientifiche e non politiche o su altre convenienze di parte.

L’obiettivo è solo quello di evitare decisioni analoghe a quelle del recente passato assunte dall’Amministrazione Trump, come l’approvazione del farmaco “idrossiclorochina” come opzione profilattica e terapeutica e la concessione di licenze di “Remdesivir” (farmaco anti-virale) per il trattamento dei pazienti COVID-19 da parte della Food and Drug Administration (FDA), nonostante la mancanza di prove di efficacia.

Già da novembre scorso Joe Biden ha nominato una commissione di esperti di malattie infettive nella lotta contro il COVID-19.

Nel complesso, si spera che l’interferenza della politica nelle decisioni sanitarie sarà meno evidente sotto Biden.

Tutto fa pensare che l’elezione di Joe Biden aprirà un nuovo capitolo nella politica sanitaria statunitense, con la prospettiva di un’aumentata collaborazione internazionale e maggiore fiducia nei ritrovati della scienza.

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