Di Giuseppe Gagliano
WASHINGTON D.C. Ieri, la CIA ha offerto buonuscite a tutto il personale.
Si tratta di una mossa senza precedenti che mira a riallineare l’intelligence agli obiettivi di Donald Trump.

Il messaggio è chiaro: chi non è pronto a combattere cartelli della droga, Cina e guerre commerciali è libero di andarsene.
Otto mesi di stipendio e benefit per chi lascia.
Un avvertimento per chi resta. Un funzionario vicino al direttore della CIA, John Ratcliffe, ha confermato che l’Agenzia sta anche bloccando le assunzioni già programmate.
Alcuni candidati potrebbero vedersi annullare l’offerta se il loro profilo non si adatta ai nuovi obiettivi della CIA.
L’iniziativa rientra nella più ampia strategia di Trump per snellire il Governo federale, con un occhio di riguardo per chi rema contro la sua agenda.
Pochi però sembrano interessati all’offerta: secondo gli esperti, molti dipendenti temono ripercussioni future, mentre il senatore Tim Kaine denuncia l’assenza di basi legali per questa manovra.
Ma per Ratcliffe, questa è l’occasione per trasformare la CIA in una macchina più aggressiva, focalizzata su operazioni clandestine e spionaggio ad alta intensità.
“Se questo è il motivo per cui vi siete arruolati, allacciate le cinture. Se non lo è, cambiate mestiere”, ha dichiarato davanti al Congresso.
Nel frattempo, il Senato avanza, di misura, la nomina di Tulsi Gabbard a direttore dell’Intelligence nazionale.
La conferma definitiva? Ancora in sospeso. Ma una cosa è certa: la CIA sta cambiando. E chi non si adatta, può uscire dalla porta principale.
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