Stati Uniti: le dure reazioni di Egitto e Giordania alla proposta di Trump. Nessun bisogno di perdere tempo con progetti già falliti

Di Chiara Cavalieri 

GAZA. Il leader di Hamas, Sami Abu Zuhri, ha criticato duramente la recente proposta del Presidente statunitense Donald Trump di trasferire i residenti della Striscia di Gaza nei Paesi vicini.

Nel corso di una conferenza stampa, Abu Zuhri ha dichiarato: “Il popolo di Gaza ha sopportato la morte per non lasciare la propria Patria, e non la lascerà per nessun’altra ragione. Non c’è bisogno di perdere tempo con i progetti tentati da Biden che hanno causato combattimenti prolungati.”

Il leader ha inoltre sottolineato che l’attuazione degli accordi internazionali già esistenti sarebbe sufficiente per risolvere i problemi della Striscia di Gaza, aggiungendo che ogni tentativo di aggirare tali intese è inutile.

La mappa della Striscia di Gaza

 


Trump propone lo spostamento dei residenti di Gaza

In un intervento pubblico, il Presidente Trump ha affermato di aver discusso con il Re Abdullah II di Giordania l’ipotesi di trasferire i residenti di Gaza in Paesi vicini, suggerendo anche la costruzione di alloggi temporanei o permanenti. “Oggi ho parlato con il re Abdullah di Giordania dello spostamento delle persone dalla Gaza devastata ai Paesi vicini. Questo permetterebbe loro di vivere in pace, almeno temporaneamente. Domani discuterò la questione con il Presidente egiziano Abdel Fattah al-Sisi”, ha aggiunto Trump.

Re Abdullah II di Giordania con il Presidente egiziano Sisi


Il rifiuto di El-Sisi e la proposta alternativa

Il Ministero degli Esteri egiziano ha dichiarato in un comunicato che la questione palestinese “rimane la questione centrale in Medio Oriente, e che il ritardo nel risolverla, nel porre fine all’occupazione e nel ripristinare i diritti sottratti al popolo palestinese costituisce la base dell’instabilità nella regione.”

Il Dicastero ha ribadito il continuo sostegno dell’Egitto alla resistenza del popolo palestinese sulla propria terra e al rispetto dei suoi diritti legittimi, in conformità ai principi del diritto internazionale e del diritto umanitario internazionale.

Il comunicato sottolinea inoltre il rifiuto categorico dell’Egitto di qualsiasi violazione di tali diritti inalienabili, che si tratti di insediamenti, annessione di territori, evacuazione forzata dei proprietari terrieri attraverso lo sfollamento, o incoraggiamento al trasferimento e allo sradicamento dei palestinesi dalla loro terra.

Il Ministero ha avvertito che ogni tentativo di violare i diritti dei palestinesi o di trasferirli, sia in modo temporaneo che permanente, minaccia la stabilità della regione, rischia di ampliare ulteriormente il conflitto e compromette le possibilità di pace e coesistenza tra i popoli della regione.

Infine, il Ministero degli Esteri egiziano ha invitato la comunità internazionale a impegnarsi per l’effettiva realizzazione della soluzione dei due Stati, inclusa l’istituzione di uno Stato palestinese su tutto il suo territorio nazionale, garantendo l’unità della Striscia di Gaza e della Cisgiordania, inclusa Gerusalemme Est, in conformità alle risoluzioni della legittimità internazionale e ai confini del 4 giugno 1967.

Il Presidente El-Sisi ha ribadito che l’Egitto non permetterà modifiche alla demografia della regione che potrebbero danneggiare la sicurezza nazionale egiziana.

Come alternativa, El-Sisi ha proposto che i palestinesi possano essere trasferiti nel deserto israeliano del Negev, sostenendo che questa soluzione sarebbe funzionale per completare le operazioni militari nella Striscia di Gaza senza gravare sugli Stati vicini.

Il Presidente egiziano Al Sisi



Reazioni israeliane alla proposta

La proposta di Trump ha ricevuto l’approvazione di alcuni esponenti del Governo israeliano. Il ministro delle Finanze, Bezalel Smotrich, ha definito l’idea “un’ottima soluzione”, affermando che i residenti di Gaza potrebbero iniziare “una nuova vita, lontano dalla glorificazione del terrorismo.”

Anche il titolare dimissionario della Sicurezza nazionale, Itamar Ben Gvir, si è espresso favorevolmente, elogiando l’iniziativa di Trump per il suo potenziale impatto sulla regione. Tuttavia, le posizioni divergenti degli attori internazionali, compreso il rifiuto di El-Sisi, evidenziano la complessità della situazione nella Striscia di Gaza e il difficile equilibrio tra sicurezza e diritti umani.

Oltrepassare le linee rosse: la Presidenza palestinese risponde alle dichiarazioni di Trump

La Presidenza palestinese ha espresso un netto rifiuto e condanna di qualsiasi proposta volta a sfollare il popolo palestinese dalla Striscia di Gaza, in seguito alle dichiarazioni del presidente degli Stati Uniti Donald Trump.

Il Presidente ANP Abu Mazen

 

In una dichiarazione ufficiale, la Presidenza palestinese ha affermato che tali piani rappresentano un “oltrepassamento delle linee rosse,” contro cui aveva già messo in guardia in passato. Ha sottolineato che il popolo palestinese non abbandonerà la propria terra né i propri luoghi santi e non permetterà che si ripetano le tragedie del 1948 e del 1967.

La Presidenza ha rinnovato i propri ringraziamenti alla Repubblica araba d’Egitto e al Regno hascemita di Giordania per le loro posizioni ferme contro lo sfollamento dei palestinesi e ha espresso gratitudine a tutti i Paesi che hanno sostenuto questa posizione.

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