Di Annalisa Triggiano*
Washington. La morte, avvenuta in circostanze sospette e finora poco chiare, di Jamal Khashoggi all’interno del Consolato saudita ad Istanbul ha dato il via, negli Stati Uniti, a notevoli pressioni sul Congresso per annullare le vendite di armi a Riyadh, ma è assai poco probabile che si proceda ad annullare gli affari miliardari già approvati con i sauditi.

Jamal Khashoggi ucciso nel Consolato saudita a Istanbul
Lo stesso Presidente americano Donald Trump, pur manifestando disappunto per la vicenda ed auspicando una chiara individuazione dei responsabili, non vanificherà gli sforzi fatti per assicurare agli USA i massicci introiti delle esportazioni di armi in Medio Oriente, cavallo di battaglia di tutta la sua campagna elettorale prima, e presidenza poi.

Donald Trump in un comizio su una nave della Marina militare Usa
L’export di armi – secondo la Casa Bianca – costituisce un volano per la crescita dell’occupazione e dell’economia interna.
In realtà, il Congresso avrebbe il potere di bloccare questo tipo di vendite grazie all’Arms Export Control Act (1), approvato nel 1976 con l’obiettivo di rendere trasparente ed affidabile una attività squisitamente politica come la vendita di armi, il più delle volte sostanzialmente diretta dall’Esecutivo, innestandovi un complesso procedimento autorizzativo di competenza ‘parlamentare’. Ma la norma sul ‘blocco’ non è quasi mai stata utilizzata da quando è in vigore e semmai sono state le pressioni informali del Congresso a condurre il gioco e a portare, talvolta, al recesso dalle trattative in corso o alla risoluzione contrattuale vera e propria di acquisti conclusi.
Ad esempio, negli anni ’70, gli USA rifiutarono di consegnare alla Libia i C-130 acquistati da quest’ultima (2). Ancora oggi, gli aerei sono parcheggiati in una spianata della Base Aerea di Marietta, in Georgia.
Nel 1981, la Casa Bianca rifiutò di vendere gli aerei radar AWACS all’Arabia Saudita (3). Sebbene il Senato non abbia mai approvato una mozione di risoluzione contrattuale, l’allora Presidente Ronald Reagan inviò una serie di messaggi formali al Congresso a proposito della vendita, forte di un’opinione pubblica nettamente sfavorevole all’affare.

Un Awacs della NATO
Nel 1986 il Congresso, invece, utilizzò la norma del 1976 bloccando una vendita all’Arabia Saudita (4) l’amministrazione Reagan in realtà eliminò dalla commessa i controversi missili Stinger, facendo in modo che si concludesse la vendita dei missili Harpoon e Sidewinder.
Durante l’amministrazione Obama, la Casa Bianca sospese il sostegno militare e le vendite di armi a diversi Paesi – a volte dietro pressione del Congresso, a volte di propria iniziativa – per poi concluderle all’ultimo momento. Sono stati anche annullati contratti di vendita di Jet Fighters con il Qatar e il Kuwait in conseguenza delle rimostranze di Israele (5).
Nel 2011, Obama sospese una compravendita con il Bahrain (6), per poi recuperare una gran parte dell’affare nel 2012 (7).
Ancora, nel 2013, fu sempre il Presidente Barack Obama a sospendere gli aiuti militari all’Egitto (8), salvo poi ripristinarli nel 2015 (9). Ed ancora, sempre sotto la Presidenza Obama, nel 2016 un tentativo di bloccare una vendita ai sauditi di carri armati Abrams non è andato a buon fine (10).
Infine, e sempre nel 2016, Obama congelò la vendita di armi di precisione al Regno, in conseguenza delle morti di civili durante i bombardamenti aerei. Nei primi mesi del nuovo Governo, Trump ha poi eliminato l’embargo (11).
Il Senato USA ha sospeso, lo scorso settembre, la consegna degli F 35 alla Turchia, a fronte della minaccia dell’acquisto, da parte del Presidente turco Recep Taypp Erdogan, del sistema missilistico russo terra-aria S400.

Il Senato USA ha sospeso, lo scorso settembre, la consegna degli F 35 alla Turchia,
La legge prevede che il Segretario dalla Difesa Jim Mattis e quello di Stato Mike Pompeo sottopongano al Congresso una relazione dettagliata prima che il divieto venga meno (12).

Il Segretario di Stato Usa, Mike Pompeo
Quanto ai sauditi, pochi mesi dopo la sua elezione Trump ha annunciato un affare da 110 miliardi di dollari, frutto di una visita negli USA da parte di Mohammed bin Salman ma la cifra è stata sconfessata da alcune indagini della stampa statunitense: si tratta di vendite non ancora concluse (13).
Resta però l’uso che Trump ha fatto di questi numeri, specie negli ultimi giorni, per avvalorare la sua idea che il commercio di armi con i sauditi – a prescindere dagli sviluppi del caso Khashoggi – non possa essere interrotto. Del resto, dati alla mano (14), il maggiore esportatore di armi verso il Medio Oriente sono proprio gli Stati Uniti che hanno soddisfatto, nell’ultimo quinquennio, quasi la metà della domanda di materiale bellico dell’intera Regione del Golfo.
L’Unione Europea, il 25 ottobre, con una risoluzione non vincolante ha sollecitato, mediante il Parlamento di Strasburgo, un embargo sulla fornitura di armi al Regno. Gli eurodeputati hanno anche chiesto sanzioni mirate, incluso il blocco dei visti e il congelamento degli asset delle personalità coinvolte nel caso Khashoggi.
Gli eurodeputati hanno chiesto un’inchiesta internazionale indipendente sul caso, che è stata però esclusa dal ministro degli Esteri turco Mevlut Cavusoglu.
A guidare il gruppo europeo che chiede lo stop alle esportazioni di armi in Arabia Saudita fino a che non venga fatta chiarezza su Khashoggi sono Germania e Austria.
Il 21 ottobre la cancelliera tedesca Angela Merkel si è detta favorevole al congelamento dell’export. Poco dopo anche Vienna si è unita alla campagna di condanna.
Di segno opposto il Presidente francese Emmanuel Macron, che il 26 ottobre si è espresso a favore delle sanzioni estese dell’Ue contro i colpevoli dell’omicidio, definendo, invece, “demagogica” la possibilità di limitare le sanzioni solo alla vendita delle armi. Secondo il capo dell’Eliseo, il problema della vendita delle armi non ha niente a che fare con l’omicidio del giornalista.
La Germania e l’Austria hanno venduto nel 2017 rispettivamente 351 milioni e 1,6 milioni di euro a Ryiad, mentre la Francia ha fatto affari con il Regno per 1,8 miliardi. Ovvio che all’Eliseo ci sia più prudenza a tagliare con i sauditi.
“È facile per la Merkel venir fuori con l’idea dell’embargo, quando vende armi ovunque tranne che in Arabia Saudita”, ha confidato alla Reuters un alto diplomatico francese, riferendosi al fatto che solo il 2% degli acquisti di armamenti da parte del Regno viene da Berlino. “Se si guarda al mercato globale – ha continuato il funzionario – la Germania negli ultimi due anni è diventata uno dei player principali, ma non in Arabia Saudita”.
L’Italia non ha ancora espresso una posizione ufficiale al riguardo, pur valutando l’opzione dell’embargo come una delle possibili misure.
Tornando Oltreoceano, resta un dubbio: il Congresso – almeno nella sua attuale composizione – si indirizzerà nel senso di uno stop formale delle vendite a Riyadh?
Ed anche le elezioni di metà mandato non sembrano foriere di novità eclatanti: Jim Phillips, analista della Heritage Foundation, molto vicina ai Repubblicani, sostiene che non vi è uniformità di vedute circa il blocco delle transazioni, circolando l’idea che gli USA possano “punire” diversamente i sauditi (se ufficialmente responsabili dell’omicidio Khashoggi).
Più volte, ad esempio, negli ultimi mesi, il Presidente Trump – a fronte di un aumento del prezzo del petrolio – ha intimato all’Arabia Saudita di aumentare la produzione, dietro la minaccia di sanzioni economiche e politiche.
In realtà, l’appoggio militare al Regno era un punto di frizione a Capitol Hill ben prima della misteriosa sparizione del giornalista. Lo scorso agosto, un raid aereo saudita – con bombe poi rivelatesi di fabbricazione americana – ha ucciso nello Yemen 40 che erano a bordo di uno scuolabus.
L’ordigno era un Mk 82 a guida laser di circa 227 chili. Ed era la stessa tipologia adoperata in un raid del marzo 2016 per il bombardamento in un mercato yemenita che causò 97 vittime e simile a quella usata poi nell’ottobre di quell’anno per un altro bombardamento che colpì i partecipanti al funerale del padre di un esponente di spicco dei ribelli sciiti Houthi. Morirono 155 persone e ci furono centinaia di feriti.

Gli effetti di un bombardamento di aerei della coalizione araba in Yemen
La coalizione saudita si assunse la responsabilità dell’errore. Dopo il bombardamento sul funerale, l’allora Presidente Obama pose il veto al quale si accennava sopra.
E’ proprio in merito agli “errori’”nel targeting si discute, tra gli ufficiali statunitensi, se un maggiore supporto alla coalizione saudita in termini di intelligence potrebbe ridurre gli incidenti ai civili. Anche prima del delitto Khashoggi.
Qualche esponente del Senato ha lasciato intendere che sono notevoli le pressioni sui produttori di veicoli UAV affinchè allentino le trattative con i sauditi. E molti, al Congresso, sono pronti a schierarsi a favore del blocco, ove siano provate le responsabilità dei sauditi.
Del resto, al Senato, il famoso affare (in trattativa, non concluso) da 110 miliardi di dollari è stato autorizzato, un anno fa con un pugno di voti a favore (15). Più di un esponente, sempre nella Camera Alta del Parlamento americano, si è battuto per l’istituzione di una Commissione d’inchiesta (16).
Le mid-term elections potrebbero cambiare completamente lo scenario.
Gli analisti suggeriscono che mentre è più probabile che i Repubblicani mantengano la maggioranza al Senato, esiste più di una probabilità che alla Camera se ne possa palesare una diversa, così che la possibilità che almeno una delle due parti del Congresso voti un taglio alle vendite è tutt’altro che remota. Al momento, tuttavia, al di là delle richieste di cessate il fuoco in Yemen, apparse a molti poco credibili, le “relazioni strategiche” tra sauditi ed americani, impegnati sul fronte comune della lotta all’Iran, sembrano l’obiettivo prioritario da perseguire (17).
1 https://legcounsel.house.gov/Comps/Arms%20Export%20Control%20Act.pdf. La sezione 36b descrive l’iter da seguire
2 http://www.washingtonpost.com/wp-dyn/content/article/2006/08/17/AR2006081701523.html??noredirect=on
3 https://www.csmonitor.com/1981/1015/101532.html
4 https://fas.org/sgp/crs/weapons/RL31675.pdf
5 https://www.defensenews.com/2016/02/28/israel-s-angst-over-qatar-sale-could-end-boeings-f-15-line/
6 https://www.aljazeera.com/news/middleeast/2011/10/201110195135134310.html
7 https://www.reuters.com/article/us-usa-bahrain-idUSBRE84A11R20120512
8 https://edition.cnn.com/2013/10/09/world/meast/us-egypt-aid/index.html
9 https://www.theguardian.com/us-news/2015/mar/31/obama-restores-us-military-aid-to-egypt
10 https://www.politico.com/story/2016/09/senate-saudi-arabia-tank-sales-228479.
12 https://www.rollcall.com/news/policy/congress-blocks-f-35-transfers-turkey
14 http://armstrade.sipri.org/armstrade/html/export_values.php
15 Tutti i riferimenti all’indirizzo https://www.politico.com/story/2018/10/12/khashoggi-gop-trump-saudis-897961
16 https://www.politico.com/story/2018/10/10/corker-khashoggi-case-889862
17 https://www.politico.com/story/2018/11/04/pompeo-khashoggi-murder-saudi-arabia-960476
*Docente a contratto Università degli Studi Roma Tre, ex Ricercatrice CEMISS
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