STATI UNITI: L’OMICIDIO DI JFK E LA STORIA DEL FUCILE CARCANO-MANNLICHER 91/38

Di Paola Ducci*

WASHINGTON D.C. (nostro servizio particolare). Nella tragedia  americana avvenuta il 22 novembre 1963 c’è una parte tutta italiana: il fucile usato da Lee Harvey Oswald era un moschetto Carcano-Mannlicher 91/38, calibro 6,5×52 mm, numero di serie C2766, fabbricato nel 1940 nelle Regie Armerie di Terni.

Lee Harvey Oswald

Era stato equipaggiato dal rivenditore con un visore telescopico giapponese, capace di ingrandire 4 volte il bersaglio.

Oswald lo ordinò per posta, pagandolo 19,95 dollari e proprio grazie a questo fatto, nel 1968, fu approvata una legge che proibisce vendite di armi per posta.

Durante il servizio militare nel Corpo dei Marines, nel dicembre 1956, Lee Harvey Oswald si guadagnò il patentino di tiratore scelto usando un fucile G1 Garand.

Prima di sparare a Kennedy, aveva tentato d’assassinare un generale a riposo, Edwin Walker, sempre a Dallas e usando lo stesso fucile che poi utilizzò per uccidere Kennedy. Sparò al generale dal giardino, ma la pallottola s’incastrò sulla montatura esterna d’una finestra.

Furono trovate impronte sul fucile di Oswald e sulle 3 cartucce vuote, trovate per terra nel Texas Book Repository, dalla cui finestra aveva sparato.

Una delle tesi di chi non crede al rapporto Warren, sostiene che il fucile usato da Oswald era in realtà un Mauser, ma varie prove fotografiche, balistiche e documentarie hanno dimostrato che si trattava davvero un M91/38 italiano.

Oswald aveva ordinato anche un revolver Smith & Wesson calibro 38 insieme al fucile e l’usò per uccidere l’agente J.D. Tippit, che lo aveva fermato per strada, circa 45 minuti dopo che aveva sparato a Kennedy.

Circa la possibilità di sparare 3 colpi in così rapida successione in meno di 8 secondi con un M91/38, si è molto discusso, ma è stato appurato che  fosse possibile farlo: Oswald fece centro con il primo e il terzo colpo, mentre il secondo andò a vuoto.

La distanza dalla finestra del Texas Book Repository di Dallas sino all’auto in movimento di Kennedy, con il mirino telescopico così come era tarato e con un bersaglio in allontanamento, non richiedeva aggiustamenti su una distanza da 54 a 81 metri: bastava puntare e fare fuoco.

Furono fatti dei test con 10 tiratori scelti, usando l’arma originale di Oswald e replicando la distanza e la velocità del bersaglio: tutti fecero centro come Oswald a 53 metri e mancarono il secondo colpo a 81 metri, centrando il terzo. Tutti, però, non avevano mai usato prima un M91/38, a differenza di Oswald.

Dove si trova oggi il fucile italiano che assassinò Kennedy?

Restò in possesso della FBI sino al 1966. Nel 1964 la vedova di Oswald, Marina, a corto di soldi, cedette i diritti di possesso sulla pistola e il fucile del marito per 5 mila dollari e ulteriori 35 mila dollari le sarebbero stati pagati non appena il compratore fosse entrato in possesso delle armi.

Foto dell’FBI di uno dei proiettili non sparati

Il compratore era il petroliere di Denver, John J. King, che nel 1965 fece causa al governo degli Stati Uniti per avere le armi di Oswald e, dopo che gli diedero torto, intentò una nuova azione legale chiedendo 5 milioni di dollari di danni, ma perse di nuovo.

Ci riprovò nel 1969 ma ancora una volta la Corte decise che la vedova di Oswald non aveva alcun diritto sul fucile del marito.

Quel fatidico fucile si trova ancora al National Archives and Records Administration Building, a College Park, Maryland.

Lee Harvey Oswald ordinò le sue armi per posta.

Per il fucile, inviò un ordine alla Klein’s Sporting Goods allegando un coupon ritagliato dal numero di febbraio 1963 della rivista American Rifleman.

La busta contenente il coupon fu timbrata dall’ufficio postale di Dallas il 12 marzo 1963 e arrivò agli uffici della Klein’s a Chicago il giorno successivo, il 13 marzo.

Il buono d’ordine era firmato, in stampatello, “A. Hidell, P.O. Box 2915, Dallas, Texas”.

L’annuncio di vendita del fucile

Era stato spedito in una busta recante lo stesso nome e indirizzo del mittente scritto a mano.

Al buono era allegato anche un vaglia postale statunitense (numero 2.202.130.462) dell’importo di 21,45 dollari (19,95 dollari per la carabina con mirino telescopico da 36 pollici più 1,5 dollari per la spedizione), acquistato a Dallas, in Texas, il 12 marzo 1963.

Il beneficiario era Kleins Sporting Goods e il pagatore era A. Hidell, P.O. Box 2915 Dallas, Texas.

La grafia sul vaglia postale corrispondeva a quella di Lee Harvey Oswald. Oswald ordinò formalmente l’articolo C20-T750, “Carabina con mirino 4x nuovo di zecca di buona qualità – 3/4”, come illustrato”.

L’arma illustrata non era un vero Carcano militare, ma un Fucile mod.91 “Suprema” già modificato, mentre l’annuncio principale affermava che tutte le armi erano “Carabine italiane 6,5 – solo 36” in totale”, il che indicherebbe una carabina TS.

Poiché l’annuncio dell’aprile 1963 cambiò questa descrizione in “Carabina italiana 6,5 – solo 40” complessivi“ e poiché Oswald ricevette un Fucile mod.91/38 (effettivamente lungo solo 40” complessivi), molto probabilmente Klein’s esaurì le scorte a febbraio.

Nei numeri successivi di American Riflemen, il codice della carabina italiana 6,5 fu reintrodotto come C20-T750, mantenendo ovviamente la vecchia immagine della “Suprema”.

Il modello Fucile 91/38 fu spedito dalla Klein’s il 20 marzo, arrivando alla casella postale 2915 alcuni giorni dopo.

Lee Harvey Oswald improvvisò una cinghia di fortuna per il fucile. Era stata assemblata con due cinghie di cuoio nero, una delle quali con un’ampia toppa che sembrava essere stata tagliata e personalizzata per adattarsi all’arma.

Non si trattava di una cinghia standard per fucili, ma assomigliava più a una cinghia che si trova sulle custodie degli strumenti musicali o sulle borse per macchine fotografiche.

Sebbene troppo corta per essere utilizzata come una normale cinghia militare, poteva fornire una maggiore stabilità quando Oswald imbracciava l’arma.

Il fucile fu recuperato dal sesto piano del Texas School Book Depository Building, nascosto tra due file di scatole nell’angolo nord-ovest vicino alla scala. Tre bossoli vuoti furono trovati non lontano da questo, accanto alla finestra dell’angolo sud-est; un proiettile nella camera e due colpi nel caricatore, insieme al pacchetto che li tratteneva.

L’arma rimase intatta fino a quando non fu sollevata dal Tenente J.C. Day e posata sul pavimento per essere fotografata.

Dopo un primo controllo delle impronte digitali, il Capitano Fritz aprì l’otturatore espellendo il proiettile ancora nella camera.

Il Tenente Day ha conservato l’arma e l’ha portata al Dipartimento di Polizia per essere esaminata.

Le superfici in legno e metallo del fucile non erano ideali per il rilevamento delle impronte digitali.

La Polizia di Dallas ha utilizzato polvere per impronte digitali per rivelare lievi solchi sull’alloggiamento metallico del caricatore vicino al grilletto.

Tuttavia questi non erano abbastanza chiari per l’identificazione.

Riuscirono anche a rilevare un’impronta palmare latente dalla parte inferiore della canna. Questa impronta palmare è stata identificata con successo come appartenente alla mano destra di Lee Harvey Oswald.

Dopo essere  stato esaminato e fotografato accuratamente, Il fucile che uccise Kennedy fu contrassegnato come Reperto 139.

*Editor per l’Ufficio Storico dello Stato Maggiore della Difesa

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